ASSUNZIONE AL CIELO DI MARIA SS.
Alcuni giorni fa ho chiesto a un amico, sacerdote esorcista,
come mai il
maligno ha tanto odio verso la Vergine Maria. Mi ha risposto che, il diavolo
riconosce l’autorità di Dio - pur non obbedendoGli -, ma non riesce in nessun
modo a tollerare che una creatura, Maria Madre di Dio, possa essere così potente nei suoi confronti. Il suo orgoglio gli
impedisce di accettare una cosa del genere.
Il diavolo non comprende l’incarnazione di Dio; non riesce a digerire il
fatto che l’Onnipotente abbia scelto di diventare uomo, anzi “carne”, come dice
chiaramente l’evangelista Giovanni: “In
principio era il Verbo e il Verbo era Dio e il Verbo era presso Dio … Il Verbo
si è fatto carne” (Gv 1,1;14). Tante eresie dei primi secoli della Chiesa,
ma anche attuali, portano avanti lo stesso pensiero: Non è possibile che Dio
sia anche uomo.
Maria è la nuova arca dell’Alleanza. L’antica arca che conteneva le
tavole della Legge, la manna e il bastone di Aronne, era considerata da Israele
il punto terreno dove Dio stesso era presente; Maria è la nuova arca, perché
non porta degli oggetti, ma Dio stesso, rendendo possibile l’unione del divino
e dell’umano.
Celebrare la solennità dell’Assunzione di Maria, significa avere lo
sguardo fisso sulla vittoria di Dio sul male e sulla morte. La Vergine mostra
infatti a tutti noi il nostro destino ultimo; Maria ci precede dove saremo
anche noi. Con Lei si realizzano le parole di Paolo: “La morte è stata inghiottita nella vittoria” (1Cor 15,54). Maria è
assunta in cielo in anima e corpo, perché ogni creatura umana avrà questo
destino. Nulla di noi sarà lasciato indietro, anche se verrà trasformato da Dio.
Noi non abbiamo un’anima che può tranquillamente trasmigrare da un corpo a un
altro; noi esistiamo solamente con il nostro corpo.
La tappa ultima della vita della Madre di Dio, ci invita a guardare il
modo in cui Ella ha percorso il suo cammino terreno.
San Luca ci racconta che Maria, dopo l’annuncio dell’angelo, “si alzò e andò in fretta verso la regione
montuosa” (Lc 1,39), per fare visita a Elisabetta. Maria non si ferma a
ragionare troppo su ciò che le è stato detto, ma subito si mette in movimento,
agisce. Pur non avendo chiaro fino in fondo cosa dovrà avvenire nella sua vita,
comprende che deve percorrere una nuova strada e intraprendere subito un
cammino fuori della propria casa, lasciandosi condurre solo da Dio. Sant’Ambrogio afferma: “La grazia dello Spirito Santo non comporta lentezze”; quando Dio
chiama, bisogna partire e Maria è maestra in questo.
Maria cantando il Magnificat, quasi si stupisce che Dio l’ha scelta,
nonostante la sua umiltà – in realtà il termine indica la piccolezza, bassezza
-; forse Dio l’ha scelta proprio per questo. Il Signore ha bisogno di persone
piccole, umili, docili che, si lasciano condurre fiduciose.
Grazie a quella giovane donna gli umili sono stati innalzati, hanno un
ruolo che il mondo altrimenti non gli riconoscerebbe, perché li considera
deboli. I superbi, i potenti, i ricchi vengono dichiarati sconfitti, anche se
sembrano essere vincitori. Le loro vittorie sono temporanee e brevi; coloro che
“confidano nella loro forza, si vantano della loro grande ricchezza” dimenticano che
“nessuno può riscattare se stesso o dare a Dio il suo prezzo. Per quanto si
paghi il riscatto di una vita, non potrà mai bastare per vivere senza fine, e non vedere la tomba
… quando muore, con sé non porta nulla, né scenderà con lui la sua gloria.
Nella sua vita si diceva fortunato (ma)
andrà con la generazione dei suoi padri che non vedranno mai più la luce””
(Salmo 48,7-10;18-20).
Ave o Maria, piena di grazia, aiutaci a essere come Te, umili di cuore e
disponibili a partire per le strade che il Signore ci indica; a lasciarGli
spazio nella nostra carne, come hai fatto Tu. Insegnaci a riconoscere l’azione
del demonio nonostante le sue astuzie. Quando sarà il momento di giungere al
Padre, vienici incontro.
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