TUTTI I SANTI
“L'uomo ignorante cambia in morte
quello che io do per la vita, e così si fa crudele a sé medesimo”; queste
sono parole di santa Caterina da Siena
e, penso si adattino molto bene a questo
nostro giorno di festa. Oramai tutte le più importanti feste cristiane, hanno
conservato solamente il contenitore esterno, ma sono state svuotate
completamente del loro senso e della loro forza. La festa di Tutti i Santi è
diventata Halloween; tra breve cominceremo a vedere la città riempita di Babbi
Natale di ogni dimensione; l’Epifania è diventata la festa della Befana; Pasqua
è la festa degli agnellini e delle uova di cioccolato.
Sembra tutto un gioco innocuo, in realtà la situazione è drammatica,
anche perché tutto ciò avviene con la piena, anche se inconsapevole connivenza
dei battezzati.
Entrando in questa chiesa, considerata un
capolavoro, avrete certamente notato quante statue e quanti dipinti vi sono.
Sono rappresentazioni dal 1517 in avanti; alcune di pregio, altre decisamente
no. Sono immagini della Vergine Maria e di Santi.
Perché così tante? Non ha detto Dio: “Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né
di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra”
(Es 20,4)?
Questa chiesa è forse una sorta di pantheon, dove tante pseudo-divinità
trovano casa sotto lo stesso tetto?
Evidentemente no!
La chiesa è uno spazio sacro,
diverso da tutti gli altri luoghi ed è anche un luogo che, attraverso
l’architettura e le varie espressioni artistiche, vuole dire qualcosa.
L’edificio sacro parla. Non per niente le varie religioni hanno luoghi di culto molto diversi, ma anche all’interno del
mondo cristiano, un conto è entrare in una chiesa ortodossa, cattolica o
protestante. Ci accorgiamo subito che questi edifici parlano lingue diverse.
Il cuore della chiesa è il Cristo, realmente presente nel pane
consacrato sull’altare del sacrificio e conservato nel tabernacolo; tutto il
resto gli fa corona.
Entrare in chiesa, è come entrare in cielo alla presenza della SS.
Trinità, circondata dalla Vergine Maria, dagli angeli e dai Santi. Scrive
Giovanni: “Ecco una moltitudine immensa,
che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti
stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello … e tutti gli angeli
stavano attorno al trono …” (Ap 7,9;11).
Davanti al roveto ardente, Mosè dovette togliersi i sandali: «Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali
dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!» (Es 3,5).
Entrare qui e comportarsi come nello spazio profano (abiti sconvenienti,
chiacchiere libere, cellulari, cani, ecc …), dal mio punto di vista, significa
non avere piena coscienza di dove si è, ma soprattutto, davanti a chi si è. Lo
spazio sacro è stato banalizzato e non gli consentiamo più di aiutarci a
camminare verso Dio.
La chiesa edificio è immagine e segno della Chiesa, anche nella sue
dimensioni nascoste. Essa non è solamente l’organismo visibile, ma pure la
schiera dei Santi – anche tutti i defunti che, seppure non pubblicamente
canonizzati, sono in Paradiso – e la comunità che attende la piena visione, in
Purgatorio.
La presenza di tutta la Chiesa, si realizza, non simbolicamente, ma
realmente, durante la celebrazione eucaristica; essa non è semplicemente una
riunione umana, ma il convergere stupito di tutti, intorno all’altare, dove si rinnova il sacrificio
dell’Agnello che toglie il peccato del mondo.
Entrare in chiesa, allora, significa fare memoria che, non siamo soli –
gli angeli ci circondano, le persone amate che ci hanno preceduto in cielo,
sono vicine, i Santi, pregano per noi -; siamo creature destinate al cielo.
Lasciamoci guidare da coloro che, prima di noi, hanno seguito il Cristo verso
la pienezza. Ognuna di queste immagini è una provocazione; un appello alla
santità oltre che una promessa di intercessione a nostro favore.
I Santi sono maestri di vita.
Il Vangelo non dice: “Beati quelli che fanno miracoli; beati quelli che
hanno le stimmate; beati quelli che hanno il dono della bilocazione ecc …”, se
fosse così, non ci riguarderebbe. Gesù dice:
“Beati quelli che posseggono il regno di Dio; che sono Suo Figli; che
possono godere della Sua bellezza; che sanno accogliere i Suoi doni; che sono
da Lui consolati e saziati”. La Chiesa ha canonizzato tante persone: sacerdoti,
consacrati, laici; uomini e donne; giovanni e anziani; dotti e ignoranti;
ognuno di noi può individuare un maestro, qualcuno con il quale camminare sulla
via del Vangelo.
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