XXX DOM. T.O.
“Mentre partiva da Gerico” (Mc
10,46). Gesù sta per lasciare Gerico e Bartimeo riesce a cogliere l’attimo;
poco tempo dopo avrebbe perso l’opportunità di incontrare il Salvatore. Non
aspetta, chiama.
Dice la Scrittura: “Cercate il
Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino” (Is 55,6).
Non aspettiamo chissà quando. Gesù
passa oggi, adesso. Questo è il tempo favorevole.
Non hai tempo? Ricorda che questo è l’unico giorno certo, perché il
passato non c’è più e il domani non è a nostra disposizione.
La sapienza popolare direbbe che “ogni
lasciata è persa”; in realtà con Dio non è così, perché Egli continua instancabilmente
a cercarci; ma quanto tempo sprecato, quanta cecità, mentre potremmo vedere e
accompagnare coloro che sono nelle tenebre.
Bartimeo è cieco, non c’è dubbio; manca di qualcosa d’importante (la
vista), eppure, se leggiamo con attenzione, ha molto altro: ci sente, ha voce,
coraggio, agilità e buone gambe. Egli non è un uomo ripiegato su di sé. Bartimeo
sa di non essere il suo limite; non si piange addosso, lasciandosi scappare le
occasioni di vita, ma usa ciò che ha per andare oltre. La disponibilità al “rischio”
è proporzionata al desiderio.
Ti lasci inchiodare dal tuo limite o scegli di reagire, di fare frutto
con ciò che hai?
Bartimeo non si è lasciato
ostacolare nemmeno da quelli dell’entourage del Signore che, invece di favorire
l’incontro, pongono delle barriere. Ci avevano già provato con alcuni genitori che volevano portare a Gesù i loro figli, forse per farli benedire e,
ora, ci riprovano con questo cieco disgraziato. Essi sono l’immagine di coloro
che pensano di tenere Gesù per sé e che, gelosamente, lo vogliono rinchiudere
lontano dalla gente. Gesù è Dio e ha abbattuto i muri di separazione che lo
rinchiudevano nel tempio. Ora sono la strada e le case il suo tempio. Lui è
venuto per toccare ed essere toccato.
Quando si incontra il Signore per davvero, del resto, non si può tenerlo per sé, si
diventa naturalmente missionari. Infatti, “subito egli ci vide e si mise a
seguirlo per la via” (Mc 10,52); immagino Bartimeo, entusiasta, chiamare
coloro che incontra, per raccontare ciò che è avvenuto e per invitarli a lasciarsi
aiutare da Gesù. Chissà quanti sono stati guariti da Gesù, grazie all’entusiasmo
del nostro amico.
Gesù può aiutare a guarire Bartimeo perché egli Gli spalanca la sua
porta. Bartimeo si fida e Gesù glielo riconosce. Quante volte il Signore non
può fare nulla per noi, perché non lo ascoltiamo o, se lo ascoltiamo, non ci
fidiamo e confidiamo troppo sulle nostre forze o su quelle di altri uomini. Non
importa se siamo giovani o vecchi, colti o ignoranti; coraggiosi o pusillanimi;
forti o deboli; belli o brutti ecc … l’importante è che sappiamo affidarci al
Signore, come Maria: “Si compia in me,
secondo la tua parola”.
Quando noi impediamo a Dio di agire nella nostra vita, poi, per
conseguenza, Lo ostacoliamo nel suo desiderio di raggiungere gli altri
attraverso di noi. Gli uomini e le donne docili alla voce del Signore, sono un
preziosissimo dono per l’umanità.
Gesù si è fermato alla voce forte e disperata di Bartimeo: “Iesou eléesòn me” (10,48). Sono le
stesse parole che diciamo nell’atto penitenziale (Kyrie eleison). Il Salmista
canta questa esperienza: “Questo povero grida
e il Signore lo ascolta, o salva da tutte le sue angosce. L'angelo del Signore
si accampa attorno a quelli che lo temono, e li libera. Gustate e vedete com'è
buono il Signore; beato l'uomo che in lui si rifugia” (Salmo 34,6ss). Il
Signore ascolta le parole vere, che naascono dal cuore e che non semlicemente flatus vocis.
Ti preghiamo, Signore, per noi e per tutti quelli che non sono capaci di invocarti
o che sono stanchi di gridare, ma che hanno bisogno di Te, che Ti fermi per
raccoglierli, tendergli la Tua mano.
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