... Nel mondo in cui siamo, il
frastuono di voci che vorrebbero captare la nostra attenzione è tale che
non è facile capire quali siano le voci degne d’essere veramente
ascoltate, e fra quelle ascoltate ... non è
facile distinguere le voci che arrivano a un cittadino del mondo per
divertirlo, per informarlo, o per istruirlo. Quali sono le voci che ci
obbligano ad ascoltarle, quali sono quelle che meritano, o pretendono
d’essere da noi non solo conosciute, per esempio, le voci della cultura,
ma che esigono da noi d’essere prese come guida del nostro pensiero e
soprattutto d’essere guida della nostra vita? Queste voci dominanti
nella nostra vita le chiamiamo le nostre idee. Ciascuno ha le proprie
idee, e sono queste che classificano la gente che pensa e che ne
determinano il modo di agire.
Tutti sappiamo come oggi questo campo sia invaso da una quantità di
idee, che possono giovare alla cultura o all’attività del mondo sociale,
ma che per la loro stessa molteplicità, per la loro mutabilità e per la
debolezza intrinseca della loro corrispondenza con la verità generano
una mentalità sempre problematica e spesso superficiale. L’uomo moderno è
assai cresciuto nelle sue conoscenze, ma non sempre nella solidità del
suo pensiero, non sempre nella certezza di possedere la verità. Invece
ecco il fatto singolare dell’insegnamento della Chiesa.
La Chiesa professa e insegna una dottrina stabile e sicura. Intanto
tutti dobbiamo ricordare che la Chiesa, prima d’essere maestra, è
discepola. Essa insegna una dottrina sicura, ma insegna una dottrina
ch’essa per prima ha dovuto imparare. L’autorità dell’insegnamento della
Chiesa non deriva dalla sua propria sapienza, né dal controllo
propriamente scientifico e razionale di ciò che ella predica ai suoi
fedeli; ma dal fatto che essa annuncia una parola che deriva dal
Pensiero trascendente di Dio. È questa la sua forza e la sua luce. Come
si chiama questa trasmissione incomparabile del Pensiero, della Parola
di Dio? Si chiama la fede.
Su tema di tale importanza e di tale ampiezza, noi ora accenniamo
soltanto a tre punti. Il primo è dato dalla natura di questa conoscenza:
essa non è contraria alla ragione, ma è superiore alla ragione. Cristo
si è fatto maestro nostro per insegnarci Verità, che di per sé superano
la nostra capacità d’intelligenza. Solo gli umili le accettano e così
vivono in un’atmosfera di sapienza, d’ordine superiore. Ricordate le
parole del Vangelo: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della
terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli
intelligenti e le hai rivelate ai piccoli» (Matth. 11, 25).
Il secondo punto riguarda la necessità di avere e di professare la
fede: «Senza la fede - è scritto nella lettera agli Ebrei - è
impossibile piacere a Dio» (Hebr. 4, 6). E quante volte nel
Vangelo si fa l’apologia della fede, che il Signore trova scarsa perfino
nei suoi discepoli: «Uomo di poca fede - dice il Signore a Pietro che
stava per affogare - perché hai dubitato?» (Matth. 14, 31) e lo riporta a galla.
Il terzo punto è un campo immenso di esperienza spirituale: ce lo ricorda San Paolo: «La fede opera mediante la carità» (Gal.
5, 6). Il che vuol dire che nella fede troveremo la pienezza della vita
cristiana; vi troveremo la fortezza, la gioia, il conforto della vita
divina a noi comunicata.
Così sia per noi! con la nostra Benedizione Apostolica.
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