Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

martedì 5 gennaio 2016

Tu Luce gentile



EPIFANIA

     “Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce” (Is 60,1). C’è qui, in due parole, un intero programma di vita per ciascuno di noi e per la Chiesa intera.

     Un giorno Gesù ha detto ai suoi discepoli: “Voi siete la luce del mondo” (Mt 5,14); sappiamo che la parola del Signore supera i tempi e raggiunge ogni uomo e donna che, porta il nome di cristiano. Quale vocazione e responsabilità abbiamo! Ci è chiesto di aiutare il mondo a non stare nella tenebra.
     I regimi diabolici che hanno infettato i secoli, hanno cercato di eliminare la Chiesa (perseguitandola barbaramente o cercando di addomesticarla) usando spesso la scusa della sua corruzione, ma ben sapendo, in realtà, che Essa è il principale ostacolo  al trionfo della tenebra. Là dove c’è la Chiesa, insieme al peccato dei suoi membri, c’è sempre la santità e il rifiuto del compromesso; c’è sempre la parola a favore di ogni uomo. Là dove c’è la Chiesa, c’è Cristo. Scriveva san Cipriano: “non può avere Dio per Padre, chi non ha la Chiesa per Madre”; ebbene si, la Chiesa, come ogni Madre degna di questo titolo, difende i propri figli con le unghie e con i denti, anche a costo della propria vita.
    Sappiamo molto bene che, non facciamo luce da noi stessi, ma riflettiamo la luce di Dio; siamo simili a una lampada, che illumina solamente se al suo interno brucia una fiamma, altrimenti non è che un soprammobile, magari bello, ma inutile.
     Ecco allora che la Chiesa diventa attraente, nel senso pieno del termine; attira a sé, così come quando si viaggia al buio, con la nebbia e, diventa un prezioso aiuto chi viaggia davanti a noi con i fari accesi o come il faro che orienta i comandanti delle navi, disorientati dal buio e dalla tempesta.
     E’ per questo che la Chiesa non può tenere il Suo tesoro solo per sé. La Chiesa non può stare nascosta e in silenzio; Essa è per il mondo. “Una lampada non può essere messa sotto il letto”.
     Quando dico Chiesa, ovviamente parlo della comunità dei battezzati, sotto la guida dei Vescovi in comunione con il successore di Pietro, il Papa. Ognuno di noi allora è custode e portatore di quella Luce. Non abbiamo timore della nostra inadeguatezza; siamo consapevoli che “abbiamo questo tesoro in vasi di creta,” (2Cor, 4,7), ma  se in noi vive Cristo, questa luce sarà visibile.
     I Magi, questi saggi in cerca della pienezza, si sono lasciati attrarre; si sono mossi da lontano, hanno camminato, incuranti della fatica e dei pericoli, perché una luce li ha condotti.
     Poco importa chi siano realmente o come si chiamino, ciò che è importante è che ci provochino a muoverci, in cerca di quel Dio che è sempre più grande di ciò che noi possiamo pensare di Lui. Sono essi stessi che ci dicono: “Il mondo ha bisogno della vostra luce. Come ci siamo mossi noi, così tanti altri uomini e donne, potranno camminare verso la bellezza se voi li attirerete con la vostra parola e la vostra vita. Non tenete la vostra fede per voi, donatela, vivetela pubblicamente”.
     I Cristiani fanno luce quando accettano di vivere una fede incarnata,  non teorica; quando grazie al contatto con Dio si lasciano crescere le mani e i piedi, non le ali; quando si fanno casa accogliente e compassionevole; quando dicono agli altri uomini, non le loro parole, ma quelle di Dio; quando non accettano di togliere l’essere umano dal centro della storia dove l’ha posto il Signore, per accantonarlo o per usarlo.
     Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese” (Mt 2,12); quando si incontra Cristo, non è più possibile che tutto resti come prima, soprattutto non più concepibile il compromesso con il male e con chi serve il male. I Magi non hanno ripercorso la stessa strada, perché con Cristo si scoprono strade nuove che mai si sarebbe pensato di poter percorrere.
    Prendo nuovamente in prestito le bellissime parole di una preghiera del beato J. H. Newman:

“Conducimi tu, luce gentile, conducimi nel buio che mi stringe, la notte è scura la casa è lontana, conducimi tu, luce gentile. Tu guida i miei passi, luce gentile, non chiedo di vedere assai lontano mi basta un passo, solo il primo passo, conducimi avanti, luce gentile”. 

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