DOMENICA DELLE PALME
Gesù afferma che "è l'ora delle tenebre"; Lui sta vivendo una situazione in cui il male si sta indubbiamente esprimendo. Giuda, uno degli Apostoli, scelto per andare e accomopagnare gli uomini verso Dio, sta invece accompagnando la folla per catturare e uccidere Dio. Un uomo tradisce Dio, sporcando ulteriormente il tutto con un bacio.
Un altro apostolo, Pietro, nasconde la sua amicizia con il Signore, dietro stizzite parole. Egli è traditore per paura.
Un potente come Pilato, padrone della vita e della morte degli uomini, non ha il coraggio di difendere la verità fino in fondo e si piega alla volontaà popolare. Anche questa è tenebra: una maaggioranza che decide cosa è giusto e cosa è sbagliato a forza di numeri. Un referendum popolare ha deciso la sorte di Dio.
In mezzo a tutto questo male, cominciano già a germogliare i frutti della redenzione; la morte di Gesù non è inutile, non è una sconfitta, ma la cura necessaria per sanare l'umanità ferita e per vincere la tenebra.
Pietro, dopo avere incontrato lo sguardo di Gesù, piange. E' vero, ha tradito, ma sta già convertendosi. Quelle lacrime dicono chiaramente che ha capito; Gesù è riuscito a spaccargli il cuoremostrandogli la gravità di ciò che ha fatto. Forse era uno sguardo così pieno di amore che, mentre Pietro piangeva di dolore, già sentiva la possibilità di redimersi. Giuda invece non ha voluto guardare Gesù e non si è lasciato guardare da Lui, altrimenti anche lui oggi sarebbe annoverato tra gli santi Apotoli.
Un condannato a morte si sente dire parole di salvezza. Un uomo ucciso barabaramente sa che entrerà in Paradiso.
Un altro uomo, Giuseppe di Arimatea, ha il coraggio di andare a dichairarsi amico di Gesù, per farsi consegnare il Suo corpo.
Tutta la storia non è che una guerra tra la tenebra che, attraverso le scelte degli uomini, vuole invadere ogni cosa e l'azione di Dio che, sempre attraverso le scelte degli uomini, vuole portare la luce vittoriosa.
Noi vogliamo stare dalla parte della luce, anche se abbiamo paura come Pietro.
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