Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

sabato 7 maggio 2016

Con grande gioia



ASCENSIONE

     Con grande gioia (i discepoli) … stavano sempre nel tempio lodando Dio” (Lc 24,53). Questa gioia ci sembra strana,
perché “Gesù si staccò da loro e veniva portato in cielo”; o questa è una separazione bella e buona e, questa gioia è fuori luogo, oppure non è una separazione e c’è qualcosa per cui val la pena gioire grandemente.
     Visto che nessun adulto si rappresenta Dio come un’entità esistente in cielo; come possiamo intendere questa ascensione?
     Dobbiamo rifarci alla cultura dell’epoca e a com’era concepito il rapporto tra il cielo e la terra. Dio, infatti, era considerato lontano dagli uomini, totalmente separato e inavvicinabile - il cielo rappresentava bene questa distanza -. Ricordiamo quanto fosse ritenuto pericoloso, avvicinarsi alla divinità. Ecco allora che, tutto ciò che proveniva da Dio scendeva dall’alto,  dal cielo, attraverso delle mediazioni che impedivano il contatto con l’uomo, mentre tutto quel che andava verso Dio saliva verso il cielo, sempre attraverso delle mediazioni (incenso, il fuoco, il profumo dei sacrifici ecc …). Per questo l’Evangelista, con l’Ascensione, non vuole indicarci una separazione di Gesù dagli uomini, ma un’unione ancora più intensa tra Dio e l’uomo. Infatti Gesù “torna” al Padre con la Sua umanità, con il Suo corpo. Dio che in Cristo ha percorso le strade degli uomini, li ha toccati e si è lasciato toccare, ora ha aperto il varco in maniera definitiva. Come quando il velo del tempio, che separava il Santo dei Santi, fu squarciato con la morte di Gesù, ora la nostra umanità ha trovato spazio alla presenza di Dio. Nulla più ci separa da Dio, se non la nostra libertà. Nel Prefazio troviamo: “(Egli) non si è separato dalla nostra condizione umana, ma ci ha preceduti nella dimora eterna, per darci la serena fiducia che dove è Lui, saremo anche noi”.
     Luca scrive: “Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture”. Per comprendere le scritture non basta leggerle, bisogna che venga aperta la mente, cioè aprirsi verso il nuovo. Chi si rifà a schemi, modelli e formule del passato e non apre la mente per comprendere il nuovo può leggere le scritture, ma non le può comprendere.
     Qui si rende evidente una verità sempre più messa in discussione: la natura umana ha una dignità insuperabile, tanto che Dio stesso ci fa spazio in sé.
      Il professor Umberto Veronesi, oncologo di fama internazionale, già Ministro della sanità, ha accusato la Chiesa di avere una visione antropocentrica. Quella che per lui è un’accusa, per noi è una splendida verità. Non è vero che solo l’uomo conta, ma è vero che l’essere umano è il vertice di tutta la storia e tutto deve essere riferito al suo bene. Questo ha delle conseguenze pratiche importantissime. L’essere umano deve essere il fine di ogni scelta, non il mezzo per raggiungere altri fini. La politica, l’economia, la sanità ecc … devono essere finalizzate al bene integrale dell’uomo, mentre non è lecito che l’uomo venga usato per realizzare fini politici, economici e sanitari. Non dimentichiamo che la crisi che sta attanagliando il mondo, è dovuta proprio al fatto che l’uomo non è considerato il centro di tutto. Grazie a Gesù, Dio che si è fatto carne, è morto per gli uomini e ha portato la Sua umanità in Dio, noi riconosciamo l’inviolabile dignità di ogni uomo.
     Scrive Rosa Alberoni: “Io ho appreso dalla storia che là dove si caccia Dio si sterminano gli uomini. E questo è un fatto inconfutabile, perché là dove hanno regnato le ideologie atee come il giacobinismo, il comunismo e il nazismo, milioni di esseri umani sono stati annientati. …
Il perché l’abbiano fatto è talmente semplice che lo capisce anche un bambino: se non c’è Dio a cui rendere conto delle proprie azioni, se si esclude Dio dalla mente e dalle azioni, svanisce la sacralità della vita e la coscienza morale, e le leggi vengono emanate da pochi  per soddisfare la sete di dominio di pochi. Senza Dio l’uomo diventa un oggetto come lo è una bicicletta o un colapasta”. Così come il Nazi-Fascismo e il Marxismo si sono serviti degli uomini, così il nostro tempo, anche se con formule differenti, più accattivanti, invece di servire l’uomo, se ne serve.
     Per questo ai discepoli, quindi anche a noi, Gesù affida il ministero di andare ad annunciare al mondo il Suo messaggio. Non ci chiede solo di parlare – fatto comunque importantissimo in questo tempo così confuso -, ma ci chiede di fare anche scelte concrete a favore dell’uomo.

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