Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 15 maggio 2016

Vieni SPirito creatore



PENTECOSTE

     Quando vediamo una barca a vela muoversi sull’acqua del mare o un aquilone volare nel cielo, immediatamente sappiamo che il vento sta soffiando:
il vento c’è, ma non lo vediamo se non dagli effetti che produce. Uso queste immagini, perché lo Spirito Santo, terza Persona della SS. Trinità, non è descrivile se non per immagini. Così fa anche l’evangelista Luca quando dice che “venne … quasi un vento” (At 2,2) e “lingue come di fuoco” (2,3). Altrove il Battista dice di avere visto scendere lo Spirito “come una colomba” (Mc 1,0); Gesù lo paragona all’”acqua viva” (Gv 7,38-39).
     Tornando all’esempio precedente, possiamo dire che la presenza e l’azione dello Spirito si riconosce dai risultati. Dove lo Spirito agisce, fioriscono i segni; questo è evidente fin dal giorno in cui Egli è stato donato alla Chiesa: “Cominciarono a parlare in altre lingue … ciascuno li udiva parlare nella propria lingua” (At 2,4;6ss).
     Dal giorno della morte di Gesù la storia della Chiesa è tutta mossa e condotta dallo Spirito Santo. Ascoltiamo alcune brevi parole di san Paolo: “costretto dallo Spirito, io vado a Gerusalemme, senza sapere ciò che là mi accadrà. So soltanto che lo Spirito Santo, di città in città, mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni” (At 20,22s).
     Un proverbio cinese dice: “In principio non c’erano strade. Fu quando gli uomini cominciarono a camminare in una stessa direzione che si formò la strada”. Lo Spirito Santo apre strade nuove e impensate laddove sembra non esserci nulla; chiama gli uomini  a uscire dal cerchio chiuso delle proprie idee, per portarli verso spazi ed esperienze nuove. Egli crea dove trova disponibilità e accoglienza. Ebbene sì, come una scintilla se entra in contatto con la sterpaglia secca, la incendia e, se invece cade nell’acqua, muore, così la potenza dello Spirito diventa feconda se trova uno spazio, altrimenti rimane tristemente sterile. Alcuni anni fa a Bologna ci arrivò una enorme bolletta dell’acqua, dovuta a una perdita delle tubature; quell’acqua per mesi si disperse inutilmente; nello stesso modo la sovrabbondanza del dono dello Spirito, può essere da noi vanificata, sia come singoli che come comunità. Basta che ci nascondiamo dietro alle nostre paure e stanchezze; che ci lasciamo bloccare dalle nostre idee rese impermeabili alla  originalità di Dio; che ci tracciamo la strada non consentendo al Signore di indicarci la via vera della vita (dopo l’approvazione della legge sulle unioni civili, il Presidente del Consiglio, ha detto di essere cattolico, ma di  avere giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo: questa è una contraddizione in termini); quando non lasciamo ammorbidire le nostre durezze; di fatto interponiamo delle barriere all’azione trasformante e vivificante dello Spirito.
     Senza l’azione dello Spirito nessun passo sarebbe stato possibile nella Chiesa: Paolo non avrebbe portato il Vangelo per mezzo mondo; Francesco d’Assisi sarebbe rimasto un piccolo commerciante, amante del divertimento; Jacques Fesch sarebbe morto disperato, invece, quel giovane assassino rinchiuso in isolamento, descrive l’incontro con lo Spirito di Dio in un momento di particolare dolore: “Era una sera, nella mia cella …. Nonostante tutte le catastrofi che da alcuni mesi s'erano abbattute sulla mia testa, io restavo ateo convinto … Ora, quella sera, ero a letto con gli occhi aperti e soffrivo realmente per la prima volta nella mia vita con una intensità rara, per ciò che mi era stato rivelato riguardo a certe cose di famiglia. Ed è allora che un grido mi scaturì dal petto, un appello al soccorso: Mio Dio, e istantaneamente, come un vento violento, che passa senza che si sappia donde viene, lo Spirito del Signore mi prese alla gola … È un'impressione di forza infinita e di dolcezza che non si potrebbe sopportare troppo a lungo. E a partire da quel momento ho creduto con una convinzione incrollabile che da allora non mi ha più abbandonato. Ho cominciato a pregare e a dirigere i miei passi verso il Signore con una volontà sostenuta da grazie onnipotenti” (J. Fesch, Giornale intimo). Madeleine Delbrel sarebbe rimasta a ripetere come un mantra: “Dio è morto … viva la morte”, invece di diventare una appassionata cercatrice di Dio. Teresa di Calcutta sarebbe rimasta a insegnare in una scuola per alunni benestanti, invece di aprire una strada di dignità per i più poveri del mondo. Molti missionari avrebbero scelto di salvarsi la pelle invece di rimanere al fianco dei loro fedeli a condividere i rischi.
     Lo Spirito non agisce solo nei grandi fatti della storia, ma anche nell’ordinaria quotidianità di ciascuno di noi. La conversione progressiva e continua; la consolazione nonostante tutto; la creatività è opera  Sua. Egli è ospite dolce dell’anima, ma anche scomodo, perché spinge ad andare anche quando non se ne avrebbe voglia o la forza. Egli ci impedisce un’esistenza passiva e ripetitiva.

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