Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

sabato 26 novembre 2016

Armi di "distrazione" di massa


I DOM. AVV.



     “Non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti” (Mt 24,39).
Il compimento della storia, con il “ritorno” definitivo di Gesù, non avverrà con segni certi, non perlomeno quelli che immaginiamo noi: guerre, terremoti, alluvioni ecc … Infatti da quanto tempo si susseguono tutte queste cose? Piuttosto, dice Gesù stesso:
Questo vangelo del Regno sarà annunciato in tutto il mondo, perché ne sia data testimonianza a tutti i popoli; e allora verrà la fine” (Mt 24,14) e san Paolo specifica ulteriormente: “Riguardo poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. E quando la gente dirà: «C’è pace e sicurezza!», allora d’improvviso la rovina li colpirà, come le doglie una donna incinta; e non potranno sfuggire” (1Ts 5,1ss). Il fine di Dio è salvare la sua creazione, non distruggerla; Egli è il Dio dell’amore crocifisso, non dimentichiamolo: “Il Signore non ritarda nel compiere la sua promessa, anche se alcuni parlano di lentezza. Egli invece è magnanimo con voi, perché non vuole che alcuno si perda, ma che tutti abbiano modo di pentirsi” (2Pt 3,9).

     C’è pero un particolare molto importante che, dobbiamo prendere in seria considerazione: il diluvio (con quello che rappresenta) e, in modo particolare, la costruzione dell’arca, sono sfuggiti all’attenzione degli uomini a causa della distrazione. Sembra una cosa da niente, dire così, in realtà la distrazione è qualcosa di profondamente serio.

     Quando qualcuno mi parla e io mi lascio portare via da altri pensieri, questa è distrazione; quando maneggio il cellulare e così non mi accorgo che ho già superato la strada dove devo svoltare, anche  questa è distrazione. Ogni volta che qualcosa o qualcuno mi porta via da ciò che sta accadendo, questa è distrazione.

     C’è la distrazione “naturale”, per esempio l’autodifesa nei confronti di un relatore noioso o frutto di qualcosa di interessante che, all’improvviso si para davanti (il passaggio di un conoscente, di una persona originale; un rumore particolare ecc …), ma c’è anche una distrazione voluta, provocata, affinché l’attenzione passi da un fatto importante a un diversivo. Quest’ultima è pericolosa, perché è fatta per spingere a non vedere, a non accorgersi e a non prendere posizione. I poteri forti usano abitualmente le “armi di distrazione di massa” - i mezzi di comunicazione sono, da questo punto di vista, strumenti molto utili -. C’è poi una distrazione provocata da un’esistenza vissuta senza discernimento, nella quale ci si lascia dominare dagli eventi, invece di dominarli.

     Alla distrazione, qualunque sia la sua causa, il Signore ci chiede di rispondere con la vigilanza.

     Perché?

     Perché altrimenti rischiamo, non solo di lasciarci sfuggire la verità, le realtà importanti, ma anche il passaggio stesso di Dio. E’ vero che, con Dio, non vale il detto: “Ogni lasciata è persa”, ma potrebbe giungere il giorno sarebbe troppo tardi. 

     Noi dobbiamo attenderci tre venute del Signore:

-          alla fine dei giorni, quando tutto sarà trasformato e il progetto di Dio raggiungerà finalmente la sua pienezza;

-          alla morte personale , quando i nostri occhi vedranno faccia a faccia il nostro Creatore;

-          ogni giorno, quando Egli bussa alla porta della nostra casa.

     Seppur ci interessino tutti e tre questi eventi, è indubbio che, il secondo e il terzo sono certamente più imminenti. Non vegliare, significa, spendere l’esistenza senza centrare il bersaglio; senza percorrere le vie che ci conducono verso il nostro compimento, e “la nostra vita, già breve di per sé, si consumerà in questo andare errabondo, anche se c'impegniamo giorno e notte, animati dalle migliori intenzioni” (Seneca). Non vegliare ci impedisce di spalancare la porta a quella Bellezza che desideriamo profondamente, ma che cerchiamo dove non la si può trovare.

     Vedete, allora che, questo tempo di Avvento, non è inutile; è lotta contro la distrazione esistenziale;  è riportare lo sguardo su Gesù Cristo, via, vera della vita; è, come ci invita san Pietro: resistere al diavolo che, “come leone ruggente va in giro cercando chi divorare” (1Pt 5,8) e che fa della distrazione, una delle sue armi preferite. Guardate come sono state rese innocue le grandi feste cristiane: è bastato distrarre l’attenzione verso qualcosa d’altro, più piacevole agli occhi.
















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