Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

lunedì 12 dicembre 2016

Non taglia, ma risana

III DOM. AVV.


   Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Il Battista è confuso, perché,
forse, si aspettava un Messia che “bruciasse e tagliasse” i peccatori e, invece, si ritrova con questo Gesù che, li accoglie, li tocca e si lascia toccare. “Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo” (Mt 11,2ss). Gesù dice queste cose a Giovanni, perché entrambi conoscono le promesse di Dio: “Ecco il vostro Dio, … Egli viene a salvarvi …». (Is 35 4,s). Questi fatti, descritti da Isaia, sono i segni evidenti della venuta di Dio in mezzo agli uomini. Perché dove Dio giunge, nulla rimane più come prima. Dove passa Gesù, le persone vedono ciò che prima non vedevano, cominciano a percorrere strade che prima evitavano o non conoscevano; percorsi di peccato, lasciano spazio e esistenze rinnovate. Dio non è venuto per distruggere, ma per risanare.
     La cosa strana e che, mentre Gesù fa raccontare al profeta ciò che sta avvenendo, in altri casi pretende il silenzio: “Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, …, gli pose le dita negli orecchi … E subito gli si aprirono gli orecchi, …. E comandò loro di non dirlo a nessuno”  (Mc 7,32ss); “Venne da lui un lebbroso … lo toccò … E subito la lebbra scomparve …. E, ammonendolo severamente, … gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno”  (Mc 1,40ss).
     Perché quest’atteggiamento così strano? Non aveva tutto l’interesse che  si sapesse ovunque del Suo potere; della forza dei Suoi gesti?
     Il rischio sarebbe stato  troppo grande;  forse non l’avrebbero cercato  per il messaggio che aveva da portare, ma per i miracoli, per le guarigioni. Una volta, a Simon Pietro che, gli ricordava il fatto che tutti lo stavano cercando, rispose:  «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!» ! (Mc 1,35ss) e, a coloro che avevano condiviso il pane e i pesci moltiplicati da Lui: “voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati” (Gv 6,26). Infatti appena cominciò a parlare di morte, di croce e di resurrezione, lo stesso Simon Pietro lo prese da parte per redarguirlo, per dirgli che questi discorsi non erano nemmeno da pensare.  
     Gesù non è venuto per rendere la storia totalmente priva di problemi, malattie e morte, questo avverrà solamente quando la storia raggiungerà il suo fine, il suo compimento. Gesù non può illuderci. E’ vero che ha guarito lebbrosi, a ridato vista e udito ai sordi e ai ciechi, che ha risuscitato morti, ma come segno di un qualcosa di diverso. Quando ha fatto camminare il paralitico, è stato perché non credevano nel Suo potere di concedere la remissione dei peccati, allora ha fatto una cosa forte, visibile, per dimostrare che, a maggior ragione, poteva farne una ancor più forte, seppur invisibile.
     Il maligno invece ci propone un mondo illusorio, senza limiti, difetti, fatiche; guardiamoci attorno! Non è forse questo il senso dell’eliminazione sistematica, attraverso l’aborto, di tutti coloro che sembrano avere un difetto, una malattia? Pensate che in Danimarca dal 2004 è stata avviata una campagna che prevede l’accesso gratuito ai test prenatali per l’individuazione della sindrome di Down e che in 25 anni dovrebbe rendere quel paese la prima nazione al mondo “Down Free”. Che dire poi del costante lavoro per impedire al corpo di mostrare i segni del tempo che, comunque, scorre? Anche il rifiuto di ogni sofferenza fisica e psicologica, vanno in questo senso. Vedete, un mondo che vuole essere “perfetto”, cerca una spiritualità che sia a servizio di questa perfezione, ma Dio non può concedercela.
     Gesù è venuto per restaurare l’uomo che si è autodanneggiato con un uso errato della libertà; invece di servirsene per seguire la Verità, non ha fatto altro che voltarle le spalle, diventando cieco , sordo, zoppo e malato.
     Gesù ha ridato la vista, l’udito, la parola, il passo, per toccare l’uomo intero. Il segno della venuta di Dio è che l’uomo, finalmente può essere pienamente ciò per cui è stato creato.    
     I veri miracoli stanno nel cambiamento del cuore degli uomini. Il vero segno della presenza di Dio, non è tanto la guarigione fisica di malati, ma l’acquisto della vista di Saulo, divenuto Paolo; la liberazione della peccatrice, pentita e rinnovata dalla sua lebbra; la vittoria sulla paura della morte del ladrone crocifisso.

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