III DOM. AVV.
“Sei tu colui che deve venire o
dobbiamo aspettare un altro?». Il Battista è confuso, perché,
forse, si
aspettava un Messia che “bruciasse e tagliasse” i peccatori e, invece, si
ritrova con questo Gesù che, li accoglie, li tocca e si lascia toccare. “Gesù rispose loro: «Andate e riferite a
Giovanni ciò che udite e vedete: i
ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i
lebbrosi sono purificati, i sordi
odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo” (Mt
11,2ss). Gesù dice queste cose a Giovanni, perché entrambi conoscono le
promesse di Dio: “Ecco il vostro Dio, … Egli
viene a salvarvi …». (Is 35 4,s). Questi fatti, descritti da Isaia, sono i
segni evidenti della venuta di Dio in mezzo agli uomini. Perché dove Dio
giunge, nulla rimane più come prima. Dove passa Gesù, le persone vedono ciò che
prima non vedevano, cominciano a percorrere strade che prima evitavano o non
conoscevano; percorsi di peccato, lasciano spazio e esistenze rinnovate. Dio
non è venuto per distruggere, ma per risanare.
La cosa strana e che, mentre Gesù fa raccontare al profeta ciò che sta
avvenendo, in altri casi pretende il silenzio: “Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese
in disparte, …, gli pose le dita negli orecchi … E subito gli si aprirono gli
orecchi, …. E comandò loro di non dirlo a nessuno” (Mc 7,32ss); “Venne da lui un lebbroso … lo toccò … E subito la lebbra scomparve ….
E, ammonendolo severamente, … gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno” (Mc 1,40ss).
Perché quest’atteggiamento così strano? Non aveva tutto l’interesse che si sapesse ovunque del Suo potere; della
forza dei Suoi gesti?
Il rischio sarebbe stato troppo
grande; forse non l’avrebbero
cercato per il messaggio che aveva da
portare, ma per i miracoli, per le guarigioni. Una volta, a Simon Pietro che,
gli ricordava il fatto che tutti lo stavano cercando, rispose: «Andiamocene
altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti
sono venuto!» ! (Mc 1,35ss) e, a
coloro che avevano condiviso il pane e i pesci moltiplicati da Lui: “voi mi cercate non perché avete visto dei
segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati” (Gv 6,26).
Infatti appena cominciò a parlare di morte, di croce e di resurrezione, lo
stesso Simon Pietro lo prese da parte per redarguirlo, per dirgli che questi
discorsi non erano nemmeno da pensare.
Gesù non è venuto per rendere la storia totalmente priva di problemi,
malattie e morte, questo avverrà solamente quando la storia raggiungerà il suo
fine, il suo compimento. Gesù non può illuderci. E’ vero che ha guarito
lebbrosi, a ridato vista e udito ai sordi e ai ciechi, che ha risuscitato
morti, ma come segno di un qualcosa di diverso. Quando ha fatto camminare il
paralitico, è stato perché non credevano nel Suo potere di concedere la
remissione dei peccati, allora ha fatto una cosa forte, visibile, per
dimostrare che, a maggior ragione, poteva farne una ancor più forte, seppur
invisibile.
Il maligno invece ci propone un mondo illusorio, senza limiti, difetti,
fatiche; guardiamoci attorno! Non è forse questo il senso dell’eliminazione
sistematica, attraverso l’aborto, di tutti coloro che sembrano avere un
difetto, una malattia? Pensate che in Danimarca dal 2004 è stata avviata una
campagna che prevede l’accesso gratuito ai test prenatali per l’individuazione
della sindrome di Down e che in 25 anni dovrebbe rendere quel paese la prima
nazione al mondo “Down Free”. Che dire poi del costante lavoro per impedire al
corpo di mostrare i segni del tempo che, comunque, scorre? Anche il rifiuto di
ogni sofferenza fisica e psicologica, vanno in questo senso. Vedete, un mondo
che vuole essere “perfetto”, cerca una spiritualità che sia a servizio di
questa perfezione, ma Dio non può concedercela.
Gesù è venuto per restaurare l’uomo che si è autodanneggiato con un uso
errato della libertà; invece di servirsene per seguire la Verità, non ha fatto
altro che voltarle le spalle, diventando cieco , sordo, zoppo e malato.
Gesù ha ridato la vista, l’udito,
la parola, il passo, per toccare l’uomo intero. Il segno della venuta di Dio è
che l’uomo, finalmente può essere pienamente ciò per cui è stato creato.
I veri miracoli stanno nel cambiamento del cuore degli uomini. Il vero
segno della presenza di Dio, non è tanto la guarigione fisica di malati, ma
l’acquisto della vista di Saulo, divenuto Paolo; la liberazione della
peccatrice, pentita e rinnovata dalla sua lebbra; la vittoria sulla paura della
morte del ladrone crocifisso.
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