MARIA SS. MADRE DI DIO
Quando si bussa a una porta, quanto è importante che venga aperta da una
persona accogliente, capace di fare sentire a proprio agio. Oggi attraversiamo
la “porta” nel nuovo anno
e, subito, ci viene incontro Maria; da Lei sentiamo
ripetere le parole dell’antica benedizione: “Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere
per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e
ti conceda pace» (Nm 6,24ss).
Abbiamo bisogno che in questo anno, il Signore continui a custodirci,
che non distolga nemmeno per un istante il Suo sguardo da noi, come un Padre
attento, così che non ci facciamo del male; che faccia risplendere il Suo volto
e lo rivolga verso di noi, affinché possiamo riconoscerLo laddove Egli intende
mostrarsi, anche se sotto mentite spoglie; che ci conceda la pace, non intesa
come assenza di problemi - forse impossibile -, ma come capacità di affrontare
e attraversare le fatiche della vita, senza soccombere, grazie alla Sua
presenza fedele.
Abbiamo bisogno che Maria, ci insegni a non nasconderci, a non impedire
che la benedizione di Dio ci raggiunga; come Lei, anche se non ci è tutto
chiaro, dobbiamo “meditare” nel cuore ciò che il Signore ci propone, ma non
chiudere la porta ai suoi messaggeri, quando ci mostrano la Sua volontà per
noi.
Oggi è la festa di Maria, ma in realtà, solo indirettamente, perché,
come deve essere sempre, il protagonista è Gesù, Dio che si è fatto carne. Il
Concilio di Efeso che ha coniato il prezioso titolo della Vergine, chiamandola Madre
di Dio, non intendeva tanto parlare di Lei, quanto di Suo Figlio: è Lui che è
Dio e Lei è Sua Madre.[1]
Ecco allora, che ancora una volta Maria, ci
indica Suo Figlio. Forse è un particolare irrilevante, ma mi piace pensare che,
fin dall’inizio, Dio abbia voluto mostrarsi con chiarezza. Poteva nascere
ovunque, ma ha voluto venire alla luce a Betlemme (Casa del pane), ed è stato posto in una mangiatoia.
Non
solo Dio ha scelto la fragilità, ma lascia intendere che, vuole lasciarsi
“mangiare”. Dobbiamo certamente pensare all’Eucaristia, dove Dio, presente
realmente sotto le specie del pane e del vino, entra in una profondissima
comunione con noi. Soprattutto dobbiamo guardare alla croce che, è la piena
realizzazione di quella prima mangiatoia. Dio ha scelto di lasciarsi macinare
sotto i denti del maligno, affinché ognuno di noi avesse la possibilità di
vivere. La croce è, infatti, l’amore realizzato.
L’apostolo Giovanni scrive nella sua
splendida lettera: “Da questo
sappiamo di averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: «Lo
conosco», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c’è la
verità. Chi invece osserva la sua parola, in lui l’amore di Dio è veramente perfetto.
Da questo conosciamo di essere in lui. Chi dice di rimanere in lui, deve
anch’egli comportarsi come lui si è comportato” (1Gv 2,3ss).
Assistiamo di continuo allo straziante fenomeno dell’homo homini lupus
(letteralmente "l'uomo è lupo per l'altro uomo"), a uomini che “mangiano”
altri uomini, non perché cannibali, ma perché fanno violenza, in molti modi, ai
propri simili; Dio ci rinnova il Suo grido: non mangiare gli altri, ma lasciati
mangiare dagli altri (il tempo, le cose, gli spazi, le idee, i progetti, forse
la vita stessa). E’ un appello all’amore, l’unico atteggiamento possibile che
può salvare l’umanità.
Signore, quando ci viene la tentazione di far prevalere il nostro
egoismo, ricordaci che Tu sei il Dio della mangiatoia e noi siamo Tuoi; quando
i morsi di coloro che amiamo, ci fanno male e, ci viene voglia di difenderci,
di sfuggire, mettici nel cuore la forza di rimanere, così che Tu, possa edificare
il Tuo Regno.
[1]
“Noi quindi confessiamo che
il nostro signore Gesù figlio unigenito di Dio, è perfetto Dio e perfetto uomo,
(composto) di anima razionale e di corpo; generato dal Padre prima dei secoli
secondo la divinità, nato, per noi e per la nostra salvezza, alla fine dei
tempi dalla vergine Maria secondo l'umanità; che è consostanziale al Padre
secondo la divinità, e consostanziale a noi secondo l'umanità, essendo avvenuta
l'unione delle due nature. Perciò noi confessiamo un solo Cristo, un solo
Figlio, un solo Signore» (Formula di
unione).
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