Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 29 gennaio 2017

I numeri non contano. O sì?


IV DOM. T.O



     “Il Signore disse a Gedeone:
«La gente che è con te è troppo numerosa, perché io consegni (il nemico) nelle sue mani; Israele potrebbe vantarsi dinanzi a me e dire: “La mia mano mi ha salvato”. Ora annuncia alla gente: “Chiunque ha paura e trema, torni indietro e …”». Tornarono indietro ventiduemila uomini … e ne rimasero diecimila. Il Signore disse a Gedeone: «La gente è ancora troppo numerosa; falli scendere all’acqua e te li metterò alla prova … Gedeone fece dunque scendere la gente all’acqua e il Signore gli disse: «Quanti lambiranno l’acqua con la lingua, … li porrai da una parte; quanti, invece, per bere, si metteranno in ginocchio, li porrai dall’altra». Il numero di quelli che lambirono l’acqua portandosela alla bocca con la mano, fu di trecento uomini; … Allora il Signore disse a Gedeone: «Con questi trecento uomini che hanno lambito l’acqua, io vi salverò” (Gdc 7,2ss).

     “Il Filisteo scrutava Davide e, quando lo vide bene, ne ebbe disprezzo, perché era un ragazzo, fulvo di capelli e di bell’aspetto. Il Filisteo disse a Davide: «Sono io forse un cane, perché tu venga a me con un bastone?». … Poi il Filisteo disse a Davide: «Fatti avanti e darò le tue carni agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche». Davide rispose al Filisteo: «Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l’asta. Io vengo a te nel nome del Signore …, che tu hai sfidato. In questo stesso giorno, il Signore ti farà cadere nelle mie mani. Io ti abbatterò e ti staccherò la testa e getterò i cadaveri dell’esercito filisteo agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche; tutta la terra saprà che vi è un Dio in Israele” (1Sam17,42ss).

     “Il re disse … al capo dell’esercito …: «… fate il censimento del popolo, perché io conosca il numero della popolazione». … Percorsero così tutto il territorio e dopo nove mesi e venti giorni tornarono a Gerusalemme … c’erano in Israele ottocentomila uomini abili in grado di maneggiare la spada; in Giuda cinquecentomila. Ma dopo che ebbe contato il popolo, il cuore di Davide gli fece sentire il rimorso ed egli disse al Signore: «Ho peccato molto per quanto ho fatto; ti prego, Signore, togli la colpa del tuo servo, poiché io ho commesso una grande stoltezza» (2Sam 24,2ss).

     Il re Davide ammette di avere peccato. Perché mai la scelta di un sovrano di fare il censimento del popolo dovrebbe essere considerato un peccato? Perché egli pensa di fondare il suo potere, la sua grandezza, sulle forze umane, rappresentate da un popolo numeroso e ben armato.

     Ho scelto questi testi, perché, mi pare, ci possono aiutare a comprendere una realtà fondamentale: non sono i numeri né la potenza che portano alla realizzazione del Regno di Dio; non sono le forze umane da sole a compiere ciò che è necessario all’uomo né nella sua vita personale né in quella sociale. Da soli, per quanto apparentemente potenti, siamo destinati al fallimento. Ascoltiamo il Salmista: “Essi confidano nella loro forza, si vantano della loro grande ricchezza.
Certo, l’uomo non può riscattare se stesso né pagare a Dio il proprio prezzo. Troppo caro sarebbe il riscatto di una vita: non sarà mai sufficiente per vivere senza fine e non vedere la fossa. Vedrai infatti morire i sapienti; periranno insieme lo stolto e l’insensato e lasceranno ad altri le loro ricchezze. Il sepolcro sarà loro eterna dimora”
(Salmo 49,7,ss).

     E’ importante, come comunità cristiana che, riconosciamo questa verità, così non ci spaventerà eccessivamente quel calo numerico enorme di vocazioni e di fedeli  che ci sta avvolgendo; ora che si sta puntualmente realizzando la profezia fatta il 24.XII.1969 dall’allora semplice sacerdote Ratzinger: “Dalla crisi odierna emergerà una Chiesa che avrà perso molto. Diverrà piccola e dovrà ripartire più o meno dagli inizi. Non sarà più in grado di abitare gli edifici che ha costruito in tempi di prosperità. … Ripartirà da piccoli gruppi, da movimenti e da una minoranza che rimetterà la Fede al centro dell’esperienza. Sarà una Chiesa più spirituale … Allora la gente vedrà quel piccolo gregge di credenti come qualcosa di totalmente nuovo: lo scopriranno come una speranza per se stessi, la risposta che avevano sempre cercato in segreto. A me sembra certo che si stanno preparando per la Chiesa tempi molto difficili. La sua vera crisi è appena incominciata. … Ma io sono certissimo di ciò che rimarrà alla fine: … la Chiesa della fede. …  la chiesa conoscerà una nuova fioritura e apparirà agli uomini come la patria, che ad essi dà vita e speranza oltre la morte”. E se fosse proprio il Signore a volere questo? Se fosse Lui a renderci deboli, per farci forti della sua presenza. Eh sì, il problema è proprio questo: più si è umanamente forti e più ci si sente autonomi da Dio, capaci di farcela da sé.

     Comprendiamo allora il senso delle parole di Paolo ai Corinti: “non ci sono fra voi molti sapienti dal punto di vista umano, né molti potenti, né molti nobili. Ma quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono, perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio” (1Cor 1,26ss).

     Dio non ha bisogno di numeri, ma di uomini e donne che hanno rinunciato alla loro illusoria autonomia, per essere accoglienti della Sua volontà e della Sua grazia onnipotente. Ha bisogno di poveri di spirito, ossia gente che, come la Vergine Maria, pur riconoscendo la propria inadeguatezza, mette a disposizione del Signore tutto ciò che possiede. In questi uomini e in queste donne, Dio compie i suoi miracoli e, attraversi di loro, feconda di nuova vita la storia.

     Aiutaci signore a non avere paura della crisi; a non lavorare per accrescere i numeri che, soddisfano solo gli occhi umani, ma a formarci e a formare cuori nuovi, disponibili alla Ta volontà.

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