Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 23 aprile 2017

Non spaventarti se senti il bisogno di capire


II DOM. PASQUA



     Non spaventarti se senti il bisogno di capire, di vedere: Gesù non si irrita,
anzi ritorna apposta per te. Del resto, Gesù sapeva benissimo che, dopo la morte dei testimoni oculari, tutti si sarebbero trovati nella condizione di Tommaso e nella necessità di essere accompagnati nella loro ricerca della Verità.

     Il caso dell'apostolo Tommaso è importante, perché ci dimostra che ogni dubbio può approdare a un esito luminoso oltre ogni incertezza e, ci incoraggia a proseguire, nonostante la difficoltà, sul nostro cammino di adesione a Lui. “Mio Signore e mio Dio” sono le parole di uno che ha detto: “Non credo se non vedo”. Al contrario, bisogna avere paura dell’immobilismo, di una fede senza domande che, non cerca nulla e si accontenta di poche e confuse nozioni apprese in un lontano passato.

     Gesù dice ai suoi, ma anche a me e a te, una cosa straordinaria: “Come il Padre ha mandato me, così io mando voi”. C’è una svolta storica: Dio affida a una comunità umana, alla Chiesa, di continuare a realizzare nel mondo il Suo progetto. Chiesa deriva da [ek-kaléo], composto dal verbo  [kaléo] (chiamare,  invitare, convocare) e dal prefisso  [ek]  (da, fuori, con senso di moto da luogo): quindi  chiamar fuori qualcuno da qualche luogo. Questa  assemblea non è una riunione casuale, ma l'incontrarsi di persone chiamate da Dio appositamente a farne parte e con una missione preziosissima.

     La Chiesa è la comunione dei convocati da Dio per collaborare nella storia a edificare il Suo Regno. La Chiesa ha ancora come modello da realizzare le caratteristiche che aveva duemila anni fa: la perseveranza nell’insegnamento degli Apostoli, nella comunione, nello spezzare il pane (l’Eucaristia) e nelle preghiere. La Chiesa è il Cristo capo e i battezzati Sue membra.

      In modo particolare oggi Gesù ci affida un compito: perdonare. Egli ha donato alla Sua Chiesa ciò che è caratteristico della divinità.Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?” (Mc 2,7) dissero alcuni quando il Signore perdonò i peccati al paralitico. Cristo consegna alla Chiesa questa possibilità di dare un respiro nuovo, una vita nuova. “Beato l’uomo a cui è rimessa la colpa e perdonato il peccato”.

     Gesù è venuto a guarire con la misericordia di Dio il nostro cuore ferito dal male che abbiamo compiuto, perché talvolta il male che più pesa sul nostro animo non è quello che abbiamo ricevuto, ma quello che abbiamo inferto ad altri.

    Il pensiero moderno pensa di guarire l’uomo convincendolo che egli non commette mai alcun male, che le sue scelte sono in fondo  determinate dalle circostanze e, quindi non ne ha nessuna responsabilità.

     La parola “peccato” è come scomparsa dal linguaggio comune: le si preferiscono termini come “difetto”, “errore”. “Peccare” è, invece, la scelta che avremmo potuto evitare e che pure abbiamo compiuto, come ben sappiamo nella nostra coscienza.

     Chi conosce l’animo umano,  sa bene che il ricordo di un grave peccato commesso, è come un tarlo nella memoria. Talvolta il penitente che si è già confessato è come spinto a chiedere ancora perdono, tornando sul male commesso, nonostante tante rassicurazioni, nonostante tante parole di consolazione già ricevute.

     C’è una seconda esperienza che ci ricorda che il male è male: ci appare evidente ogni volta che qualcuno lo commette contro di noi. Se anche scusassimo eternamente noi, ci accorgeremmo con evidenza sempre che la persona che ci ha ferito avrebbe potuto fare diversamente, avrebbe potuto evitare, nonostante le scusanti che talvolta invoca e che pure ha.

     Paradossalmente ogni volta che si nasconde il peccato, piuttosto che aiutare la persona che ha sbagliato la inchiodiamo alla tristezza, impedendole di misurarsi con il vero motivo del proprio dolore. Come insegna la psicologia, ciò che viene nascosto nell’inconscio non scompare, ma riemerge sotto forma diversa.

     Solo il peccato confessato e il conseguente perdono hanno il potere di guarire l’animo umano. Gesù è venuto per il perdono. È venuto fra gli uomini perché il suo perdono ha il potere di cambiare anche ciò che è apparentemente impossibile cambiare: il passato. Solo cambiare il passato  apre la strada a scelte nuove. Con Cristo, attraverso la Sua Chiesa, il presente può fiorire nuovamente.

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