Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 2 luglio 2017

“Chi ama padre o madre più di me non è degno di me …”



XIII DOM. T.O.

     Chi ama padre o madre più di me non è degno di me …” (Mt 10,37); come sembrano in contrasto con i comandamenti di Dio le parole del Signore Gesù:
Onora tuo padre e tua madre, perché i tuoi giorni siano lunghi sulla terra …” (Es 20,12), ma anche: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”. Ascoltiamo ancora: «Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia, non contristarlo durante la sua vita. Anche se perdesse il senno, compatiscilo e non disprezzarlo mentre sei nel pieno del vigore. [...] Chi abbandona il padre è come un bestemmiatore, chi insulta la madre è maledetto dal Signore» (Sir 3,12-13.16).
     Dobbiamo leggere però le parole del Signore dentro il discorso che sta facendo e che è iniziato con la chiamata dei Dodici apostoli e l’invio “come pecore in mezzo ai lupi” (Mt 10,16). Egli annuncia loro che non li attende l’accoglienza tranquilla, gli onori e una posizione di potere, bensì: “Vi consegneranno ai sinedri e vi flagelleranno … sarete trascinati davanti ai governatori e re a causa mia … Il fratello consegnerà a morte il fratello, il padre il proprio figlio; i figli sorgeranno contro i  genitori e li faranno morire. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome … Sono venuto a separare l’uomo da suo padre, la figlia da sua madre, la nuora da sua suocera sì i nemici dell’uomo saranno quelli di casa sua” (10,17s; 21s; 35s).
     Cosa vuole dire Gesù?
     Mai e in nessun caso Gesù ci chiede di non amare - figuriamoci i familiari -; noi saremo giudicati sull’amore, perché, come scrive l’apostolo Giovanni: “Chi non ama il fratello che vede, non può amare Dio che non vede” (1Gv 4,20). Egli ci chiede di amarLo di un amore di predilezione. Gesù ci chiede di preferire la morte, anche se provocata dai familiari, piuttosto che rinnegare Dio e la fede in Lui.
     Come intendere questa parola per noi che, ben difficilmente saremo messi a morte dai nostri familiari per la nostra fede?
    Chiunque ama qualcuno o qualcosa, sa bene che le scelte sono condizionate, se non addirittura determinate da quell’amore.  Chi ama il proprio lavoro e la propria carriera, spesso sacrifica gli affetti per essa; chi ama i propri figli, rinuncia ai propri interessi, al proprio tempo, alla propria salute per essi, ecc … L’amore vero ha sempre un potere decisionale straordinario. Quando partii da casa per entrare in convento, mia madre rimase sola; invece di mettere davanti se stessa e i suoi bisogni, mi disse: “la vita è tua, parti tranquillo e se non troverai ciò che cerchi, ritorna, la porta sarà aperta” quando poi si ammalò di un tumore che la portò alla morte, disse: “Meno male che è venuto a me e non ai miei figli”. Questi piccoli esempi dicono quale forza ha l’amore umano. Dio ci chiede di viere con Lui la stessa predilezione.
     Gesù dice che chi ama di più i propri familiari o se stesso non è “degno” di Lui, ossia non potrà seguirLo con libertà, perché quando dovrà scegliere se ascoltare e seguire il Signore o ciò che ama di più, non potrà che scegliere quest’ultimo.
    Cito nuovamente a mo’ di esempio le parole pronunciate dall’ex Presidente del Consiglio, a proposito della legge sulle unioni civili, perché ci aiutano a comprendere il senso del discorso di Gesù: “Io sono cattolico, ma faccio politica da laico: ho giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo" (Intervista a “Porta a Porta”, maggio 2016). E’ evidente che Renzi ama la Costituzione italiana più del Vangelo, quindi quando si è trattato di fare una scelta, non ha avuto dubbi.
     Diventa facilmente comprensibile anche il discorso che Gesù fa sul prendere la croce; se l’amore per Dio non sarà forte e di predilezione, ovviamente, di fronte a un qualsiasi rischio, si rinuncerà a seguire il Signore. La vita la si spende e la si mette a rischio solo  per un valore assoluto.
     Ti chiediamo perdono Signore, perché tante volte Ti abbiamo messo da parte e abbiamo scelto vie alternative alla Tua, perché non abbiamo voluto scontentare qualcuno o perché il timore ha prevalso. Il nostro amore per Te, pur essendo sincero, non è ancora così forte da renderci come il servo sofferente che attraverso Isaia dice: “Il Signore Dio mi ha aperto l'orecchio
e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro. Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso”
(Is 50,5ss).  

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