Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

sabato 8 luglio 2017

Con Te ovunque Tu andrai



XIV DOM. T.O.

    Prendete  il mio giogo sopra di voi” (Mt 11,29). Il giogo è un pezzo di legno,
molto pesante e solido che si attacca a due animali in modo che, unendo le loro forze, il più potente dia il passo. In senso figurato, “prendere il giogo”, suggerisce l’idea di unirsi a qualcuno per camminare alla stessa velocità, per raggiungere lo stesso fine.   
     Per gli antichi ebrei questa espressione indicava l’Alleanza tra Dio e il Suo popolo:  quando si prometteva di “prendere il giogo della Torah”, ci si impegnava a seguire la legge di Dio. Per un ebreo l’obbedienza alla Legge non è dunque un fardello troppo pesante, ma il cammino della vera gioia: “Avvicìnati a essa con tutta l’anima e con tutta la tua forza osserva le sue vie. Segui le sue orme, ricercala e ti si manifesterà, e quando l’hai raggiunta, non lasciarla. Alla fine in essa troverai riposo ed essa si cambierà per te in gioia” (Sir 6,26ss).
     Alcuni Farisei avevano trasformato la pratica della Legge di Dio in una serie infinita d’obbligazioni minuziose, ben difficili da osservare. Ecco allora che Gesù propone ai Suoi discepoli di deporre questo peso – “Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini” (Mc 7,8) - , più umano che divino, per portare il Suo giogo, quello che ha al centro la legge dell’amore e che Lui stesso condivide con noi. Il “giogo” è il Suo, perché Lui stesso lo ha portato e lo porta. Gesù ci chiede di camminare con Lui lungo le strade del mondo, per ararle e seminarvi la Sua parola e il seme del Regno.
     A Gesù non basta un’osservanza formale ed esteriore di una legge divina, ci chiama ad amare la Sua via e a percorrerla con grande libertà e passione.
     Oggi il Signore chiede a me e a te: “Sei disponibile a stare con me e con me a far germogliare il Regno della giustizia, della libertà, dell’amore?”. Non bastano le risposte emotive o disimpegnate: ci chiede dei fatti. Non gli basta che gli diciamo che il Suo giogo è leggero, vuole che lo portiamo insieme a Lui e che stando con Lui, impariamo ad avanzare.
     e/kruyaj tauta -  apekaluyaj auta\ nhpi/oij”; “hai nascosto – hai rivelato”. Gesù ha appena finito di dire ai suoi ascoltatori che, sono persone chiuse alla verità; li paragona a bambini capricciosi e incontentabili - “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”  (Mt 11,16s) -, incapaci di riconoscere la presenza di Dio e di lasciarsi provocare da Lui – “«Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone  fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertiti” (11,21).
     A chi pensa che la conoscenza richieda doti umane particolari, Gesù risponde che queste non sono sufficienti, anzi, talvolta possono diventare ostacolo. Non stiamo certamente dicendo che l’intelligenza naturale, lo studio, la ricerca ecc … non siano utili, tutt’altro, ma non bastano, se non diventano strumenti che aprono un varco a Dio. Quando la “sapienza” umana insuperbisce, allora diventa muro di granito che impedisce alla verità di raggiungerci. Quando crediamo che sia vero solamente ciò che è percepibile con l’intelligenza e la ragione, allora diventiamo ciechi e illusi. San Paolo scrive ai Corinti: “La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio”(1Cor 2,4s) e “Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano. Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio. Chi infatti conosce i segreti dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai conosciuti se non lo Spirito di Dio. … Di queste cose noi parliamo, con parole non suggerite dalla sapienza umana, bensì insegnate dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. Ma l’uomo lasciato alle sue forze non comprende le cose dello Spirito di Dio: esse sono follia per lui e non è capace di intenderle, perché di esse si può giudicare per mezzo dello Spirito” (2,9ss).
     Gesù ci dice che la conoscenza di Dio passa attraverso la rivelazione, ossia è Lui stesso che si mostra che, si incammina verso di noi per parlarci e mostrarci il Suo volto.
     Quante volte Signore ci lasciamo aggiogare da coloro che vogliono solo usarci e rifiutiamo Te e il Tuo Vangelo, nella convinzione che ci tolga la libertà. Aiutaci a riconoscere che Tu sei la Libertà e chi segue Te, non avrà più fame né sete in eterno, ma in Te troverà ristoro.







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