Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

sabato 18 novembre 2017

Grazie della Tua fiducia, Signore


XXXIII DOM. T.O.



     Poi il Signore Dio piantò un giardino … e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare … Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse” (Gen 2,8-9;15). Credo che, abbiamo bisogno di partire da qui per comprendere la parabola del Talenti.  


     Perché?

     Riascoltiamo con attenzione le parole di Gesù: “Un uomo … partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. … secondo le capacità di ciascuno” (Mt 25,14s). E’ chiaro che qui i talenti non sono, come crediamo normalmente, le capacità di ciascuno, bensì i beni che Dio affida all’uomo. Questo significa che il Signore si fida di ognuno di noi, al di là delle capacità personali che, variano inevitabilmente, dall’uno all’altro. Nessuno di noi può sentirsi escluso, perché inadeguato. Non esiste inadeguatezza per Dio.

     Noi siamo custodi e coltivatori del creato.  Custodire, significa vigilare responsabilmente, affinché i beni affidati non subiscano danni. Coltivare, invece significa fare tutto ciò che è necessario affinché un terreno produca frutti abbondanti. In ebraico questi verbi hanno relazione con Dio: «coltivare, lavorare» ʿāvad, indica anche il servizio che il popolo è chiamato a rendere a Dio come conseguenza della liberazione dall’Egitto; «custodire» šāmar oltre al senso di «guardare», «tenere sotto osservazione», è comunemente usato per indicare l’osservanza e la custodia gelosa della Torah, specialmente dei comandamenti. Il compito dell’umanità è custodire qualcosa che non gli appartiene come proprietà privata. Siamo chiamati a contribuire alla stessa bellezza e delizia del giardino.

     Ognuno di noi questa sera può andare a casa dicendosi: “io sono corresponsabile della creazione”. Cosa vuol dire?

     Sappiamo che san Francesco è patrono, oltre che dell’Italia, anche degli ecologisti. In realtà il suo rapporto con il creato non è comprensibile al di fuori della relazione con Dio. Egli non è un ecologista, bensì un innamorato del creato, perché riflesso della bellezza di Dio. Francesco sa bene che tutto ciò che esiste è uscito dalle Sue mani e che a Lui va restituito. Quando, in qualsiasi modo, contribuiamo a sfregiare il creato, andiamo contro questa nostra vocazione.

     San Francesco poi, ha chiaro un aspetto fondamentale: il cuore, il vertice del creato è l’uomo. Solo quando appare Adamo e la donna, tutto divenne “cosa molto buona”.

    Dopo che Caino ha ucciso suo fratello, Dio gli chiede: “Dov’è tuo fratello?” ed egli risponde: “Sono forse io il custode di mio fratello?” (Gen 4,9s). Ebbene nessuno di noi può sentirsi autorizzato a una tale risposta, perché inevitabilmente ci sentiremmo dire: “Certo che sei custode di tuo fratello”.

     Anche dopo il tradimento di Adamo e di sua moglie, quando Dio li spinge fuori da Eden, Egli da’ il nome alla donna che, solo in quel momento, diventa Eva (dall'ebraico hawāh, dalla radice ḥāyāh ‘vivere’). Dio non vuole la fine dell’umanità, ma che si rigeneri. Caino, spaventato dice: “Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e dovrò nascondermi lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi ucciderà». Ma il Signore gli disse: «Ebbene, chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!». Il Signore impose a Caino un segno, perché nessuno, incontrandolo, lo colpisse” (Gen 4,14s). Caino rimane prezioso e intoccabile.

     Siamo custodi di noi stessi e delle persone che ci sono affidate: parenti, amici, colleghi, dipendenti, superiori, destinatari dei nostri servizi ecc …

     C’è una frase splendida di Martin Luther King che merita di risuonare questa sera: “Se vi toccasse di fare gli spazzini, dovreste andare e spazzare le strade nello stesso modo in cui Michelangelo dipingeva le sue figure; dovreste spazzare le strade come Handel e Beethoven componevano la loro musica. Dovreste spazzarle nello stesso modo in cui Shakespeare scriveva le sue poesie. Dovreste insomma spazzarle talmente bene da far fermare tutti gli abitanti del cielo e della terra per dire: "Qui ha vissuto un grande spazzino che ha svolto bene il suo compito" (M. L. King, Discorso 09/04/1967).

    


Nessun commento:

Posta un commento