Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

sabato 17 febbraio 2018

Non è tutto oro quello che luccica



I DOM Q.

     Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò” (Gen 3,6). Fino a quando il serpente non si è avvicinato alla donna, insinuandole il pensiero della bellezza del frutto, ella non ci aveva pensato.

     Dietro a ogni messaggio pubblicitario, ci sono strategie, tattiche, metodi e uno studio molto approfondito per attirare l'attenzione e manipolare i comportamenti, incidendo sui bisogni, le necessità. Non necessariamente la pubblicità è ingannevole, ma è sempre uno strumento di persuasione finalizzato a vincere le resistenze dell'interlocutore.  Chi di noi può negare di essere stato condizionato almeno una volta nei suoi acquisti? Non guardando più la televisione da molti anni, oggi sono avvantaggiato, ma non nego di ricordare perfettamente pubblicità del lontano passato che, sono entrate addirittura nel mio modo di parlare – la mia generazione ha imparato a rispondere: “No, lavato con Perlana” a chi chiede se un dato prodotto è nuovo -.
     Il diavolo oggi sarebbe un eccellente pubblicitario, perché la tentazione non è altro che questo, un subdolo tentativo di manipolare e condizionare, senza che ce ne accorgiamo, i nostri comportamenti. Come dicevamo, la pubblicità non è sempre menzognera, veramente i prodotti che ci presenta possono essere di qualità, mentre nel caso della tentazione diabolica, il frutto che ci  vuole far mangiare contiene sempre almeno un po’ di veleno.  Il fine di ogni proposta diabolica, infatti,  non è altro che la morte dell’uomo. Satana vuole separarci da Dio, perché sa bene che, come tagliando la radice a una pianta, non può che seccare, così l’uomo senza Dio non può che perdere lentamente la sua vita.
     Oh, sia chiaro, la tentazione non sarà quasi mai sfacciata e volgare, altrimenti non vi aderiremmo; anzi, più saremo in un serio cammino spirituale, più la tentazione sarà raffinata. Ripeto, il fine è fare aderire la nostra volontà alla proposta, facendoci credere di stare compiendo una cosa buona.
     La tentazione non proporrà mai a una donna di tradire il marito, ma agirà sulla sua insoddisfazione, sul diritto a essere amata e considerata; poi, le presenterà l’occasione con il collega gentile e disponibile;
non dirà a nessuno di noi di rubare, ma sottolineerà che, prendere un piccola cosa in ufficio non è poi così grave, e poi quante volte il titolare non è stato corretto nei nostri confronti!;
non chiederà a un sacerdote o a un frate di vivere una doppia vita con una donna, ma comincerà col presentargli un caso umano da accompagnare e che ha bisogno di tanta attenzione e misericordia, poi farà percepire le ingiustizie subite dai superiori, le delusioni da parte della comunità, ecc …
     Gesù è stato sottoposto a tentazione, perché è “Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero”, ma “pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo  e divenendo simile agli uomini.  Apparso in forma umana,  umiliò se stesso facendosi obbediente  fino alla morte e alla morte di croce” (Fil 2,6s). Gesù è anche vero uomo, per cui nulla della nostra umanità gli è stato evitato. La tentazione non lo ha raggiunto solo nei quaranta giorni di deserto, ma per tutta la Sua esistenza terrena. Ascoltiamo, per esempio, cosa Gli dice il tentatore, mentre Gesù è sulla croce: “Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. È il re d'Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo.  Ha confidato in Dio; lo liberi lui ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: Sono Figlio di Dio!»  (Mt 27,42s).
     Con i Suoi No al tentatore, Egli ci dice che è possibile vincere; noi siamo più forti di lui, se risuona in noi la parola che salva. Il monaco Evagrio Pontico (345 – 399) ha raccolto tutta una serie di testi della Scrittura, per vincere i Vizi capitali. La "contraddizione" (in greco antirrhesis) infatti è un concreto ed efficace metodo di combattimento spirituale usato dai Padri per contrastare le insinuazioni e le suggestioni del maligno, ossia si contraddice la voce che tenta, con la Parola del Signore. Il Salmista ci dice che, è “beato l’uomo che …  nella legge del Signore trova la sua gioia, la sua legge medita giorno e notte.  È come albero piantato lungo corsi d’acqua, che dà frutto a suo tempo: le sue foglie non appassiscono e tutto quello che fa, riesce bene” (Salmo 1,1ss). Pulò sembrarci inefficace la Parola che ascoltiamo ogni Domenica che, a volte ci può apparire scontata, in realtà al momento opportuno, proprio quella Parola che per anni è sembrata sterile, può emergere dal profondo della nostra anima e diventare un incredibile antidoto.
     Prima di ascoltare il Tuo Vangelo, Signore Gesù, ci segniamo la fronte, la bocca e il petto, affinché quella Parola si scolpisca nella mente, nel cuore e si rigeneri attraverso la nostra bocca: aiutaci a non fare banalmente questo gesto, ma segnaci davvero la vita.

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