PENTECOSTE
“Il presente, anche … faticoso,
può essere vissuto e accettato se conduce verso una mèta e se di questa mèta
noi possiamo essere sicuri, se questa mèta è così grande da giustificare la
fatica del cammino” (Benedetto XVI, Spe salvi,
Introduzione). Ha senso
ed è possibile portare
certi pesi solo se siamo certi che, prima o poi ne verremo sgravati e se,
seppur con quei pesi, andiamo vero qualcosa di bello. Perché faticare per
scalare una montagna, se alla fine non ci attende un panorama mozzafiato e un
silenzio capace di riempirci il cuore? La notte piena di fantasmi, non ci fa
disperare, se siamo certi dell’arrivo dell’aurora. La vita è così, un cammino,
a volte faticoso o estremamente faticoso, fino al dramma, ma sappiamo che
conduce a una pienezza e bellezza senza limite.
“Il
Vangelo non è soltanto una comunicazione di cose che si possono sapere, ma è
una comunicazione che produce fatti e cambia la vita. La porta oscura del
tempo, del futuro, è stata spalancata. Chi ha speranza vive diversamente; gli è
stata donata una vita nuova” (Ibid.).
Benedetto XVI il Grande ci ricorda che la vita dei cristiani, se non è una
semplice pratica esteriore che non riesce a toccare le radici delle nostre
storie, produce un’esistenza diversa: “Le
cose vecchie sono passate, ne sono nate di nuove” (2Cor 5,17).
Abbiamo un bisogno assoluto di qualcuno che ci indichi la bellezza che
ci attende: “Ora,
come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? Come crederanno in colui
del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza qualcuno
che lo annunci? E come lo annunceranno, se non sono stati inviati? Come sta
scritto: Quanto sono belli i piedi di
coloro che recano un lieto annuncio di bene” (Rm 10,14ss).
A me e a te, adesso, Gesù ripete: “Andate
in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura” (Mc 16,15);
fatti portatore del Vangelo; dona la speranza ai tuoi fratelli! Non stupiamoci,
e non spaventiamoci, la bellezza porta in sé il bisogno naturale dell’annuncio.
Ognuno di noi è spontaneamente “missionario” di ciò che incontra e
l’appassiona: pensiamo solo a quanti parlano di calcio e dei calciatori come se
fossero qualcosa di davvero importante. Per quale ragione proprio la vera
bellezza, l’unica capace di salvare il mondo, non dovrebbe sottostare a questa
legge? San Paolo lo dice chiaramente: “Annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è
una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo!” (1Cor 9,16).
Il Vangelo si annuncia con le parole, ma soprattutto con una vita che
parla che, profuma di Buona Notizia: “Fa
che io predichi Te senza predicare – non con le parole, ma con l’esempio, con
la forza che trascina irresistibilmente e col benefico influsso delle mie
azioni e la visibile somiglianza con i Tuoi santi e l’evidente pienezza
dell’amore che ilo mio cuore ha per Te” (Beato Cardinal John Henry Newman).
Come potremmo fare tu e io di fronte a questo mandato così alto? I limiti umani e i
peccati che ci abitano, ci rendono talmente inadeguati da farci quasi tirare
indietro: io Signore non posso esserti utile, non sono all’altezza.
Proprio per questa consapevolezza abbiamo appena pregato con le parole
della Sequenza: “Senza la tua forza, nulla è
nell'uomo, nulla senza colpa. Lava ciò che è sórdido, bagna ciò che è árido, sana ciò che sánguina. Piega ciò che è
rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato. Dona ai tuoi fedeli, che solo in te confidano i tuoi santi doni”. Il Padre ci sona lo
Spirito Santo, perché da soli non possiamo fare nulla. Come una barca a vela
non va da nessuna parte, se non soffia il vento, così noi, se non ci lasciamo
investire dalla forza dello Spirito.
Per capire se c’è il vento non ci sono che due possibilità: si esce di
casa e lo si sente sulla pelle, oppure, si guarda attraverso il vetro della
finestra, se i panni stesi svolazzano e le foglie volano, non c’è dubbio.
La presenza dello Spirito lo puoi riconoscere dagli effetti:
quando i drammi della vita non ci
schiacciano: lo Spirito sta agendo;
quando accogliamo come evidenti le
verità delle fede che la ragione non riesce a comprendere: lo Spirito sta agendo;
quando perdoniamo, nonostante ancora
sanguinino le nostre ferite: lo Spirito
sta agendo;
quando amiamo, seppur traditi e non
amati: lo Spirito sta agendo;
quando annunciamo coraggiosamente il
Vangelo in un mondo che non vuole essere
disturbato: lo Spirito sta agendo;
quando chi è lontano da Dio, ritorna
gioiosamente a Lui: lo Spirito sta agendo;
quando si genera la pace, dove c’erano
solo le macerie delle guerre: lo Spirito sta agendo;
dove la verità si manifesta, nonostante
la menzogna faccia di tutto per ostacolarla: lo Spirito sta agendo;
quando del semplice pane e vino
diventano il corpo e il sangue di Cristo: lo Spirito sta agendo;
quando i deboli diventano forti: lo
Spirito sta agendo;
dove la morte non fa più paura: lo Spirito
sta agendo;
dove dei semplici uomini diventano
amministratori della Grazia di Dio attraverso i sacramenti: lo Spirito sta
agendo.
Vieni o Spirito creatore, Tu che sei Dio
on il Padre e il Figlio, accompagnaci con la tua forza così che, possiamo percorrere solleciti le
strade pensate per noi, verso la gioia piena e la dolcezza senza fine.
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