Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 17 giugno 2018

Io sono quel terreno e Tu sei il seme


XI DOM. T.O
     Il regno di Dio “è come un uomo che getta il seme sul terreno” ed “è come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi” (Mc 4,26;31).
     Nel XV secolo i frati francescani
hanno ideato e diffuso i Monte di Pietà (il primo è a Perugia nel 1462). Bernardino da Feltre, Marco da Bologna, Bernardino da Siena e altri, hanno voluto un istituto che operasse con fini di solidarietà e senza scopo di lucro (gli ebrei già prestavano denaro a tassi di interesse esorbitanti). Chi si rivolgeva al Monte i Pietà, doveva versare un contributo per la conservazione dei beni dati in pegno e per le spese del sistema. Il prestito era rivolto a persone residenti nel territorio in cui si trovava il Monte e venivano erogavate solo somme di entità piuttosto modesta che i clienti dovevano giurare di prendere per propria necessità e per usi moralmente ineccepibili. Per raccogliere il capitale iniziale venivano promosse con predicazioni nelle piazze e nelle chiese, suggestive processioni alla fine delle quali tutti venivano chiamati a contribuire alla iniziativa. Questi frati hanno ideato il microcredito e hanno permesso a Dio di regnare, attraverso di loro, nell’economia.
    Il professor san Giuseppe Moscati (1880-1927) prima di iniziare un'autopsia, si faceva il segno della Croce da­vanti al cadavere che gli portavano; rendeva così onore a quel corpo che Dio aveva ama­to e fatto vivere. Per le visite in casa, l'onorario era regolato da un cestino con una scritta: “Chi può metta qualcosa, chi ha bisogno prenda”. Celebre e ricercatissimo il professor Moscati conquistò ben presto una fama di portata nazionale e internazionale per le sue ricerche originali, i risultati delle quali vennero da lui pubblicati in varie riviste scientifiche italiane ed estere che, gli assicurarono un posto d'onore fra i medici ricercatori della prima metà del nostro Novecento.
     Moscati vedeva nei suoi pazienti il Cristo sofferente, lo amava e lo serviva in essi. È questo slancio di amore generoso che lo spingeva a prodigarsi senza sosta per chi soffriva, a non attendere che i malati andassero a lui, ma a cercarli nei quartieri più poveri e abbandonati della città, a curarli gratuitamente, anzi, a soccorrerli con i suoi propri guadagni. Senza mai predicare, annunciava, con la sua carità e con il modo in cui vive la sua professione di medico, il Divino Pastore. Il santo dottore ha permesso a Dio di regnare, attraverso di lui, nell’università e nell’ospedale.
     Nel 1978 è stato ucciso insieme agli uomini della sua scorta, il presidente del Consiglio, Aldo Moro (1916-1978). Quest’uomo politico, già Segretario della Democrazia Cristiana, scrive: “Legati come siamo alle tradizioni, per quel che esse hanno di essenziale e di umano, noi non vogliamo essere gli uomini del passato, ma quelli dell’avvenire. Il domani non appartiene ai conservatori e ai tiranni; è degli innovatori attenti, seri, senza retorica. E quel domani nella civile società appartiene, anche per questo, largamente, alla forza rivoluzionaria e salvatrice del cristianesimo. Lasciamo dunque che i morti seppelliscano i morti. Noi siamo diversi, noi vogliamo essere diversi dagli stanchi e rari sostenitori di un mondo ormai superato” (Dal Discorso di Aldo Moro al Supercinema di Roma, 24 marzo 1963); “Ebbene, siamo qui … nella salvaguardia dei valori permanenti ed essenziali della nostra tradizione e della nostra civiltà, per lavorare con tutte le nostre forze per un nuovo, più giusto, più umano assetto della nostra società. Siamo qui insomma per l’avvenire” (Dal Discorso di Aldo Moro al Consiglio nazionale della Democrazia Cristiana, 29 luglio 1963). Quest’uomo ha  cercato, attraverso la sua povera persona, di permettere a Dio di regnare nella politica e, ha pagato con la vita le sue scelte.
    Perché questi riferimenti? Perché il Regno di Dio cresce laddove trova un terreno fertile, cioè un cuore umano disponibile ad accoglierlo e a coltivarlo. Infatti come … la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la  terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme a chi semina e il pane a chi mangia, così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata” (Is 55,10s); Darò loro un cuore nuovo, uno spirito nuovo metterò dentro di loro. Toglierò dal loro petto il cuore di pietra, darò loro un cuore di carne, perché seguano le mie leggi, osservino le mie norme e le mettano in pratica: saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio” (Ez 11,19s). E’ evidente che se il regno è di Dio, solo Lui può generarlo. Come? Agendo nel cuore dell’uomo, togliendo il cuore di pietra, per innestarvene uno di carne. Non per  niente il primo uomo Adam, prende il suo nome dalla terra (adama), di cui è impastato e dentro la quale Dio ha soffiato il Suo alito.
      Ecco allora che ci è chiaro in cosa consiste il Regno di Dio; esso non si trova da qualche parte sulla carta geografica; non è un regno alla maniera dei regni del mondo; il suo luogo è l’interiorità dell’uomo. Lì cresce e da lì opera. Laddove Gesù il Cristo trova un terreno accogliente, come un seme si lascia sotterrare nella terra e cresce, producendo frutti straordinari.
     Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete” (Ez 37,13s). Quando ci lasciamo portare fuori dai nostri luoghi di morte, dai nostri egoismi, dalla mancanza d’amore e ci lasciamo toccare in profondità, Dio può abitare nel mondo e continuare la Sua opera di salvezza.
     Signore, mio Dio, sai bene che sono un terreno arido e pieno di sassi, però so che niente è impossibile a Te: cerca di raggiungermi, non arrenderti. Fa che la mia vita, grazie a Te, possa diventare un albero rigoglioso dove tutti possano trovare ombra; un giardino lussureggiante, dove ci si possa ristorarsi; un campo pieno di frutti abbondanti, dove chi ha bisogno possa trovare il cibo necessario.  Signore, tutti sappiano che, non grazie a me, ma grazie a Te, questo è reso possibile.


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