XI DOM. T.O
Il regno di Dio “è come un uomo che getta il seme sul terreno” ed “è come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più
piccolo di tutti i semi” (Mc 4,26;31).
Nel XV secolo i frati francescani
hanno ideato e diffuso i Monte di Pietà (il primo è a Perugia nel 1462). Bernardino da Feltre, Marco da Bologna, Bernardino da Siena e altri, hanno voluto un istituto che operasse con fini di solidarietà e senza scopo di lucro (gli ebrei già prestavano denaro a tassi di interesse esorbitanti). Chi si rivolgeva al Monte i Pietà, doveva versare un contributo per la conservazione dei beni dati in pegno e per le spese del sistema. Il prestito era rivolto a persone residenti nel territorio in cui si trovava il Monte e venivano erogavate solo somme di entità piuttosto modesta che i clienti dovevano giurare di prendere per propria necessità e per usi moralmente ineccepibili. Per raccogliere il capitale iniziale venivano promosse con predicazioni nelle piazze e nelle chiese, suggestive processioni alla fine delle quali tutti venivano chiamati a contribuire alla iniziativa. Questi frati hanno ideato il microcredito e hanno permesso a Dio di regnare, attraverso di loro, nell’economia.
hanno ideato e diffuso i Monte di Pietà (il primo è a Perugia nel 1462). Bernardino da Feltre, Marco da Bologna, Bernardino da Siena e altri, hanno voluto un istituto che operasse con fini di solidarietà e senza scopo di lucro (gli ebrei già prestavano denaro a tassi di interesse esorbitanti). Chi si rivolgeva al Monte i Pietà, doveva versare un contributo per la conservazione dei beni dati in pegno e per le spese del sistema. Il prestito era rivolto a persone residenti nel territorio in cui si trovava il Monte e venivano erogavate solo somme di entità piuttosto modesta che i clienti dovevano giurare di prendere per propria necessità e per usi moralmente ineccepibili. Per raccogliere il capitale iniziale venivano promosse con predicazioni nelle piazze e nelle chiese, suggestive processioni alla fine delle quali tutti venivano chiamati a contribuire alla iniziativa. Questi frati hanno ideato il microcredito e hanno permesso a Dio di regnare, attraverso di loro, nell’economia.
Il professor san Giuseppe Moscati
(1880-1927) prima di iniziare un'autopsia, si faceva il segno della Croce davanti
al cadavere che gli portavano; rendeva così onore a quel corpo che Dio aveva
amato e fatto vivere. Per le visite in casa, l'onorario era regolato da un
cestino con una scritta: “Chi può metta qualcosa,
chi ha bisogno prenda”. Celebre e ricercatissimo il professor
Moscati conquistò ben presto una fama di portata nazionale e internazionale per
le sue ricerche originali, i risultati delle quali vennero da lui pubblicati in
varie riviste scientifiche italiane ed estere che, gli assicurarono un posto
d'onore fra i medici ricercatori della prima metà del nostro Novecento.
Moscati vedeva nei suoi pazienti il Cristo sofferente, lo amava e lo
serviva in essi. È questo slancio di amore generoso che lo spingeva a
prodigarsi senza sosta per chi soffriva, a non attendere che i malati andassero
a lui, ma a cercarli nei quartieri più poveri e abbandonati della città, a
curarli gratuitamente, anzi, a soccorrerli con i suoi propri guadagni. Senza
mai predicare, annunciava, con la sua carità e con il modo in cui vive la sua
professione di medico, il Divino Pastore. Il santo dottore ha permesso a Dio di
regnare, attraverso di lui, nell’università e nell’ospedale.
Nel 1978 è stato ucciso insieme agli uomini della sua scorta, il
presidente del Consiglio, Aldo Moro (1916-1978). Quest’uomo politico, già
Segretario della Democrazia Cristiana, scrive: “Legati come siamo alle
tradizioni, per quel che esse hanno di essenziale e di umano, noi non vogliamo
essere gli uomini del passato, ma quelli dell’avvenire. Il domani non appartiene ai conservatori e
ai tiranni; è degli innovatori attenti, seri, senza retorica. E
quel domani nella civile società appartiene, anche per questo, largamente, alla
forza rivoluzionaria e salvatrice del cristianesimo. Lasciamo dunque che i
morti seppelliscano i morti. Noi siamo diversi, noi vogliamo essere diversi dagli stanchi e rari sostenitori di un
mondo ormai superato” (Dal
Discorso di Aldo Moro al Supercinema di Roma, 24 marzo 1963); “Ebbene, siamo qui … nella
salvaguardia dei valori permanenti ed essenziali della nostra tradizione e
della nostra civiltà, per lavorare con tutte le nostre forze per un nuovo,
più giusto, più umano assetto della
nostra società. Siamo qui insomma per l’avvenire” (Dal Discorso di Aldo Moro al Consiglio
nazionale della Democrazia Cristiana, 29 luglio 1963).
Quest’uomo ha cercato, attraverso la sua
povera persona, di permettere a Dio di regnare nella politica e, ha pagato con
la vita le sue scelte.
Perché questi riferimenti? Perché il Regno
di Dio cresce laddove trova un terreno fertile, cioè un cuore umano disponibile
ad accoglierlo e a coltivarlo. Infatti “come
… la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere
irrigato la terra, senza averla
fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme a chi semina e il pane a chi
mangia, così sarà della mia parola
uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato
ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata” (Is
55,10s); “Darò
loro un cuore nuovo, uno spirito
nuovo metterò dentro di loro. Toglierò dal loro petto il cuore di pietra, darò
loro un cuore di carne, perché seguano le mie leggi, osservino le mie norme e
le mettano in pratica: saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio” (Ez 11,19s). E’
evidente che se il regno è di Dio, solo Lui può generarlo. Come? Agendo nel
cuore dell’uomo, togliendo il cuore di pietra, per innestarvene uno di carne.
Non per niente il primo uomo Adam,
prende il suo nome dalla terra (adama), di cui è impastato e dentro la quale
Dio ha soffiato il Suo alito.
Ecco
allora che ci è chiaro in cosa consiste il Regno di Dio; esso non si trova da qualche
parte sulla carta geografica; non è un regno alla maniera dei regni del mondo;
il suo luogo è l’interiorità dell’uomo. Lì cresce e da lì opera. Laddove Gesù
il Cristo trova un terreno accogliente, come un seme si lascia sotterrare nella
terra e cresce, producendo frutti straordinari.
“Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò
le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò
entrare in voi il mio spirito e rivivrete” (Ez 37,13s). Quando ci lasciamo
portare fuori dai nostri luoghi di morte, dai nostri egoismi, dalla mancanza
d’amore e ci lasciamo toccare in profondità, Dio può abitare nel mondo e
continuare la Sua opera di salvezza.
Signore, mio Dio, sai bene che sono un
terreno arido e pieno di sassi, però so che niente è impossibile a Te: cerca di
raggiungermi, non arrenderti. Fa che la mia vita, grazie a Te, possa diventare
un albero rigoglioso dove tutti possano trovare ombra; un giardino lussureggiante,
dove ci si possa ristorarsi; un campo pieno di frutti abbondanti, dove chi ha
bisogno possa trovare il cibo necessario.
Signore, tutti sappiano che, non grazie a me, ma grazie a Te, questo è
reso possibile.
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