Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 23 dicembre 2018

Vivi in me


IV DOM AVV.

     In queste ultime settimane ci siamo sentiti invitati a spalancare le porte a Cristo, a colmare le valli, ad abbassare i monti e a raddrizzare le strade che Lo conducono a noi. Egli chiede il permesso di raggiungerci, perché se si imponesse, certamente sbarreremmo la porta, come chi si sente in pericolo. Egli come un mendicante si presenta, non per chiederci qualcosa, ma per offrirci la salvezza, il bene, la bellezza:
Dio, che ti ha creato senza di te, non può salvarti senza di te”.[1] Anche a me e a te dice: “Non temere”. Siamo diventati un po’ folli; apriamo la porta a tutti, ma Lui lo teniamo fuori. Scrive Giovanni Papini: “Anche se Cristo nascesse mille e diecimila volte a Betlemme a nulla ti gioverà se non nasce almeno una volta nel tuo cuore. … Ma come potrà accadere questa nascita interiore? La nostra anima è spesso simile a una stalla, tanto è stretta e buia e così ingombra di lerciume, che pare non ci possa essere posto per un Dio, anche se fanciullo. Eppure questo miracolo nuovo non è impossibile purché sia desiderato e aspettato”.[2]

     Ci sono dei segni che ci dicono  concretamente se il Signore è riuscito a raggiungerci e sta lavorando in noi.
-     La religione d’Israele prevedeva diversi tipi di sacrifici animali da presentare al tempio. Ascoltiamo cosa dice il Signore: “Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici, i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti. Non prenderò vitelli dalla tua casa né capri dai tuoi ovili.  Sono mie tutte le bestie della foresta, animali a migliaia sui monti. Conosco tutti gli uccelli del cielo, è mio ciò che si muove nella campagna.  Se avessi fame, non te lo direi: “ (Salmo 50,8ss).
     Ascoltiamo ancora: «Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. … . Allora ho detto: “Ecco, io vengo … per fare, o Dio, la tua volontà”» (Eb 10,5). Dio non vuole qualcosa che sta fuori di noi, ma chiede la disponibilità della nostra vita. San Francesco diceva: “Signore cosa vuoi che io faccia”, ecco qual è il sacrificio gradito a Dio. Quando non vuoi più piegare Dio alle tue esigenze e  progetti, ma desideri che sia Lui a mostrarti i Suoi e a realizzarli, ecco che puoi cominciare a dire che Cristo sta crescendo in te .
-     In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda” (Lc 1,39). Quando incontri Cristo, diventa impossibile contenerLo. Chi è stato toccato anche solo una volta dalla Sua mano e ha sentito la Sua voce, sa bene cosa intendo dire. E’ evidente, quando si incontra la Bellezza, questa va condivisa. Quando ci chiedono di vivere il Vangelo e la nostra fede solo nell’intimo e dentro le nostre chiese, non sanno di chiederci qualcosa di impossibile. Solo chi conosce Cristo per sentito dire, può rinunciare ad annunciarLo, ma chi si sente amato e guardato con una tenerezza tutta speciale, non può tacerLo.
-     Maria resta alcuni mesi con Elisabetta a servirla. Allora non era come oggi che, se hai bisogno devi un po’ arrangiarti; la famiglia era una realtà molto forte e i legami sociali erano solidissimi, per cui Elisabetta, tra l’altro moglie di un sacerdote, aveva certamente gli aiuti necessari. Maria però non fa ragionamenti di questo tipo, ma parte, perché la carità è l’espressione visibile della fede. La carità è passione per l’altro e non la puoi contenere.
     Padre nostro, che sei nei cieli, abita in me con Tuo Figlio Gesù e lo Spirito Santo, così che io possa diventare un segno della Tua presenza in questa umanità che, crede di non avere bisogno di Te, ma alla quale sei più indispensabile dell’aria.


[1] Sant'Agostino, Sermo CLXIX, 13
[2] Giovanni Papini, La vera nascita, in: La felicità dell'infelice,  Firenze, Vallecchi, 1956 pp. 243-44

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