V DOM. QUAR.
“La posero in mezzo” (Gv 8,3),
come una cosa, un oggetto su cui discutere.
Proviamo a immaginare che adesso,
uno/a di noi venga preso e spinto qui, davanti a tutti, mentre qualcun altro
dal microfono spiattella i nostri peccati segreti, per processarci, avendo però
già deciso la condanna. Possiamo solo immaginare l’umiliazione, la vergogna e
la paura delle conseguenze. Ci viene alla mente la Regina, in “Alice nel paese
delle meraviglie”, quando grida: “Prima la sentenza – poi
il verdetto”. “Che sciocchezza! disse
forte Alice. “L’idea di cominciare dalla sentenza!”. “Tieni a freno la lingua!”
disse la Regina, facendosi paonazza. “Neanche per sogno!” disse
Alice. “Tagliatele la testa!”.
La vicenda drammatica di questa donna avviene nel Tempio - luogo sacro,
dimora di Dio tra gli uomini -, nella convinzione profonda che chi pecca, come
un cancro, debba essere estirpato dal corpo. Dio lo vuole! Questa è la certezza
di queste persone religiose.
Perché Dio dovrebbe volere questo? Per evitare che il male si diffonda e
contagi anche le parte “sana” del “corpo” e tutto vada in malora.
In un certo senso, è davvero così. Dio sa che il male è contagioso,
anche solo perché chi vede certi comportamenti, li impara e, per questo va
ostacolato. Molto diverso però è il modo di agire del Signore. Laddove noi
lapidiamo, Lui cura e difende; dove condanniamo senza appello, Lui ripete: “Provaci,
ce la puoi fare”. Sono Sue le parole: “
Io non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva”. Il che
significa che il Signore desidera la guarigione, non l’eliminazione di chi
pecca.
Siamo sicuri che Gesù manifesti davvero la volontà del Padre; non è che
hanno ragione gli scribi e i farisei che, del resto stanno citando Mosè? Ascoltiamo
Lui stesso mentre parla di sé il terza persona: “In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare
nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio
lo fa allo stesso modo. … Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così
anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole” (Gv 5,19ss).
In realtà la conversione è morte. La grazia di Dio, “uccide” quella
parte di noi che è malata e la risana: “In
verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti
udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. …
Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei
sepolcri udranno la sua voce e usciranno” (Gv 5,25ss). A volte viviamo chiusi
dentro a sepolcri di morte e, anche se soffochiamo, non riusciamo a uscirne:
Dio vuole tirarci fuori da lì.
“Chi è senza peccato scagli per
primo la pietra”; Gesù può tirare la pietra, perché Lui è la “pietra
angolare”, ma invece di colpire la carne dell’uomo, vuole prima raggiungere il
coperchio del sepolcro e raggiungere il suo peccato.
Gesù non fa sconti al peccato; Egli non scusa la donna, non le dice di
stare tranquilla, tanto lo fanno tutti e poi, forse deve cercare la causa del
suo tradimento, nel fatto che il marito la trascura, quindi è più colpa di lui
che di lei … . No, le dice: “Va’ e non
peccare più!”.
Il Signore poi fa un gesto misterioso, scrive per terra, nella polvere,
perché? Ascoltiamo il profeta Geremia: “O
… Signore, quanti ti abbandonano resteranno confusi; quanti si allontanano da
te saranno scritti nella polvere, perché hanno abbandonato il Signore, fonte di
acqua viva. Guariscimi, Signore, e guarirò, salvami e sarò salvato, poiché tu
sei il mio vanto” (Ger 17,13). Gesù sta forse scrivendo i nomi di coloro
che hanno abbandonato il Signore? La donna? No, quegli scribi e farisei che
hanno lasciato diventare i loro cuori talmente duri, da trasformarli in pietre
adatte a lapidare.
Scrive sant’Ambrogio: “poiché
Cristo ti ha redento, la grazia corregga ciò che la pena non potrebbe aggiustare,
ma solo piegare” (Lettera 26,20).
Padre, aiutami a fare mie le parole di Paolo: “Fratelli, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità
della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte
queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato
in lui”; che io non guardi tanto se gli altri corrono e, come corrono, ma
dica: “Non ho certo raggiunto la mèta,
non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla,
perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo
ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta
alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al
premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù” (Fil 3,8ss).
Dio di bontà,
che rinnovi in Cristo tutte le cose,
davanti a te sta la nostra miseria:
tu che hai mandato il tuo Figlio unigenito
non per condannare, ma per salvare il mondo,
perdona ogni nostra colpa
e fa' che rifiorisca nel nostro cuore
il canto della gratitudine e della gioia.
davanti a te sta la nostra miseria:
tu che hai mandato il tuo Figlio unigenito
non per condannare, ma per salvare il mondo,
perdona ogni nostra colpa
e fa' che rifiorisca nel nostro cuore
il canto della gratitudine e della gioia.
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