IV DOM. PASQ.
“Allora Paolo e Bàrnaba con franchezza dichiararono: «Era
necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma
poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci
rivolgiamo ai pagani”
(At 13,46).
Il popolo d’Israele viveva il suo rapporto con Dio con un senso di
esclusività e si sentiva sicuro, in quanto popolo eletto, figlio primogenito.
Dava per scontato che nulla sarebbe cambiato che, Dio sarebbe stato sempre
dalla sua parte, nonostante l’infedeltà e la durezza di cuore. Oggi invece Dio “scuote
la polvere dai Suoi calzari”. Il Signore, quando è rifiutato, va in cerca di
chi è disponibile ad accoglierLo. “Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo
tempo per ogni faccenda sotto il cielo. C'è un tempo per nascere e
un tempo per morire,” (Qo 3,1s), per questo dobbiamo accogliere il Signore quando
passa, oggi e non rimandando sempre a domani: “Non aspettare il tempo, perché il tempo non aspetta voi” (Caterina
da Siena, Lettera III).
“Le
mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono”
(Gv 10,27). Quando san Francesco d’Assisi
incontra
Cristo e si lascia trasformare da Lui, il Vangelo diventa la sua regola di
vita, da vivere sine glossa[1],
alla lettera, senza addolcimenti. Francesco non vuole troppe spiegazioni perché
sa che finiscono spesso per annacquare la forza del Vangelo. Ripresento le
parole di M. Delbrel, donna innamorata di Cristo e del Vangelo: “Il Vangelo … è fatto per diventare il libro
della nostra vita. Non è fatto per essere compreso … ma per essere accolto
dentro di noi. … la parole del vangelo ci plasmano, ci trasformano, ci
assimilano a sé. … Quando Gesù dice: “Non richiedere ciò che hai prestato”, oppure
“Si, si, no, no: tutto il resto viene dal maligno”, non ci è domandato che
di obbedire … e non sono i ragionamenti che ci aiuteranno a farlo”.[2] A questo proposito argomenta ironicamente
anche il pastore Bonhoeffer: “Gesù dice:
se uno ti colpisce sulla guancia destra, offrigli anche l’altra - e noi
comprenderemmo: proprio nella lotta, proprio nel restituire il colpo il vero
amore per il fratello diventerà grande. Gesù direbbe: cercate prima di tutto il
Regno di Dio - e noi comprendiamo: naturalmente dobbiamo prima occuparci di
tante altre cose. Come potremmo vivere altrimenti? …. Si tratta sempre dello
stesso atteggiamento, cioè del cosciente annullamento dell’obbedienza semplice,
letterale”[3].
Ecco ancora le sue parole: “Com’è
possibile un simile rovesciamento? Che è accaduto, che ci si possa prendere
gioco in questo modo della Parola di Gesù? che essa possa essere esposta allo
scherno del mondo?”.
Ho fatto questa lunga premessa, perché il Signore Gesù ci ha appena
detto che, Sue pecore sono coloro che “ascoltano
la Sua voce” e “Lo seguono”,
ossia chi sa riconoscere la Sua voce, in mezzo a tante voci più forti e la Sua
Parola in mezzo a tante parole. Non coloro che ascoltano e commentano,
valutano, interpretano, ecc …, ma chi accoglie la Sua proposta e concretamente
si mete in cammino. Gesù non è un
maestro di sapienza, ma di vita. Egli offre vita a chi cammina con Lui,
mettendo i piedi nelle Sue impronte: “Da
questo sappiamo di averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi
dice: «Lo conosco», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non
c'è la verità. Chi invece osserva la sua parola, in lui l'amore di Dio è
veramente perfetto. Da questo conosciamo di essere in lui. Chi dice di
rimanere in lui, deve anch'egli comportarsi come lui si è comportato” (1Gv
2,3ss).
Quanta strada dobbiamo ancora fare Signore. A pensarci quasi ci viene da
piangere, ma poi ci ricordiamo che Tu sei il Buon Pastore, colui che ha “dato
la Sua vita per le pecore” e allora, invece di demoralizzarci, scegliamo di provarci,
di ripartire. Soccorrici con la Tua grazia.
[1] Glossa:
Ciascuna delle annotazioni interlineari o
marginali che accompagnano i testi giuridici medievali.
[2] M.
Delbrel, La gioia di credere, Gribaudi
29-30
[3] D.
Bonoheffer, Sequela
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