CRISTO RE DELL’UNIVERSO
“Dopo
avere esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino
al momento fissato”
(Lc 4,13). Siamo
nel deserto, dopo i quaranta giorni di digiuno: “quando
furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei
Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane»
(Lc 4,2s). Il momento della debolezza e della fragilità
è il tempo
opportuno per il diavolo; la
nostra fragilità gli apre un varco.
Così fa come quei predatori che s’avvicinano all’animale
morente, quando non può più difendersi, per nutrirsi della sua
carne. Dio
ci affianca per soccorrerci, il diavolo per rovinarci.
Nella
vicenda terrena di Gesù, egli ritorna
all’attacco nel momento che gli è propizio: “Quando
giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i
malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra”
(Lc 23,33). E’
il momento della massima debolezza per
il
Signore,
dopo essere stato umiliato e torturato barbaramente, è
inchiodato alla croce.
Coloro
che stanno sotto la croce, prestano la loro voce al maligno,
diventando una sua incarnazione: DERIDONO e
INSULTANO degli uomini che stanno soffrendo atrocemente: la pietà è
morta.
Ecco
allora la tentazione: “Salva
te stesso!”
(Lc 23,35;37;39). Da una parte c’è il progetto di Dio: DONA TE
STESSO, dall’altra quello del maligno: SALVA TE STESSO. Gesù
è chiamato a fare una scelta e, scegliere, significa pagare
personalmente un prezzo
enorme. Non
crediamo che, per il fatto che Egli è Dio, in quei momenti non abbia
fatto tutta la fatica di ogni uomo. Non dimentichiamo le parole del
Salmo pronunciate proprio dal Signore: “Mio
Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?”.
Chissà
quanti pensieri sono passati nella Sua mente in quegli istanti: Se ti
lasci uccidere, chi combatterà per loro? - Penseranno tutti che Dio
è debole? - Puoi fare molto più bene se rimani sulla terra? - Così
deludi i tuoi che ti hanno seguito e si perderanno? - Pensa a Tua
Madre e al dolore che le stai dando? - Se ti lasci uccidere, tutto è
perduto, ecc …
Un
mondo così disumano, dove c’è chi va a vedere la morte di uomini
e, altri ridono e deridono, non lo si può accettare, va curato.
Scrive
san Giovanni Crisostomo: “Il
giusto preferisce la salvezza degli altri alla propria; quando gli
altri soffrono, non si cura della sua felicità”.
Se
Gesù avesse scelto di salvare se stesso, avrebbe canonizzato la
disumanità
e non ci sarebbe più speranza: il mondo malato e disumanizzato
dall’indifferenza non avrebbe cura. Invece
Gesù dice: “Adesso
l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da
quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora!”
(Gv 12,27). Gesù
accetta la morte, per
salvare me e te, perché non sia più possibile considerare normale
la leggerezza davanti al dolore dell’uomo; per
mostrare l’unico anticorpo contro la violenza del male: l’amore
che si dona.
Solo
l’amore vince il male e, noi siamo qui, solo per sentirci ripetere
fino allo sfinimento che, se vogliamo essere di Cristo, dobbiamo
lasciarci
trasformare in amore.
Non
nascondiamoci dietro nessuna scusa, ma collaboriamo con la grazia di
Dio.
Gesù
ci mostra che l’amore non si dice, si fa; Egli
ci mostra che l’amore ha un costo, quando è autentico e, se non
siamo disponibili a pagarlo, rinunciamo all’amore.
SS.
Trinità che sei Dio amore, il nostro povero mondo ha un bisogno
estremo di tenerezza,
compassione,
presenza:
fa di noi mediazione della Tua bontà; fa che, chiunque ci avvicina
senta il profumo della Tua presenza e la dolcezza del Tuo sguardo;
nessuno mai intravveda in noi il Tuo nemico, l’Anticristo, colui
che, gode quando l’essere umano è umiliato e ferito. Perdona le
nostre mancanze d’amore.
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