III DOM. AVV.
“Vedendo
molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza
di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira
imminente? …
Già la
scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non
dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. ... colui che
viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli
i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in
mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel
granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile» (Mt
3,7;10;12).
La
predicazione di Giovanni Battista è dura, mette paura, perché
mostra il volto di un Dio che viene a fare pulizia con
il fuoco e la scure.
Il
Battista deve essere
profondamente confuso, perché
le
notizie che gli giungono su Gesù non confermano affatto le sue
previsioni - “Avendo
sentito parlare delle opere di Cristo” (Mt
11,2) -,
anzi: non
fa che accogliere, perdonare, curare.
Forse
per
questo manda a chiederGli: “Sei
tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”
(Mt 11,2). Gesù
però afferma: “Beato
chi non trova in me motivo di scandalo”,
beato chi si lascia provocare da Me e cambia logica, prospettiva.
Noi
comunichiamo di Dio, ciò che pensiamo di Lui
o ciò che crediamo di avere scoperto.
Dobbiamo stare attenti però,
perché potremmo mostrare un volto che non è il Suo. Quante volte
Gesù ha chiesto ai Suoi di stare zitti, di non raccontare i fatti
che lo riguardavano, perché non avevano ancora capito molto di Lui.
Vale
proprio
il
proverbio “il
bel tacer non fu mai scritto”.
Scrive
Isacco di Ninive: “L’assenza
di misericordia ... non sa avere pietà per nessuno, né dolersi per
l’afflizione, né soffrire, pur vedendola, per la rovina del suo
prossimo, né rattristarsi per coloro che cadono nei peccati; ... e
accade che uno sia mosso da stupido zelo, come se volesse far
vendetta al posto di Dio, e nella sua anima non c’è spazio per la
compassione. Sii un perseguitato, ma non uno che perseguita. Sii un
crocifisso, ma non uno che crocifigge. Sii pacifico e non zelante…
Non sei un servo della pace? Almeno non essere un agitatore! Sappi
che se da te uscirà un fuoco che brucerà gli altri, alle tue mani
sarà chiesto conto delle anime di tutti coloro che quel fuoco avrà
toccato. E se non sei tu a soffiare su quel fuoco, ma sei d’accordo
con colui che vi soffia sopra e ti compiaci della sua azione, sarai
suo compagno nel giudizio. … Come non può essere fermata una fonte
ricca di acque con un pugno di polvere, così non può essere vinta
la misericordia del Creatore dal male delle creature… Neppure
colui che è immerso nei peccati è escluso dalla speranza. È
possibile, infatti, che trovi la vita. Perché, o uomo, tratti con
insolenza il peccatore? La speranza di colui sul quale tu ti innalzi
non è stata ancora rigettata da Dio. È infatti possibile che lui
tra poco ti passi avanti nella virtù, e sia accolto da Dio più
facilmente di te. Infatti, non è ancora giunta la morte a concludere
la sua condotta; e anche la tua!
Tu
non sei stato stabilito per pronunciare la vendetta contro le azioni
e contro coloro che le hanno fatte, ma per invocare la misericordia,
per vegliare per la salvezza di tutto e per unirti alla sofferenza di
ogni persona, dei giusti e dei peccatori”.
Quando
preghiamo il “Padre
nostro”,
diciamo: “Sia
santificato il tuo nome”.
Cosa significa? Chiediamo aiuto al cardinal
Newman: “Stai
con me, e io inizierò a risplendere come tu risplendi, a risplendere
fino a essere luce per gli altri. La luce, o Gesù, verrà tutta da
te: nulla sarà merito mio. Sarai tu a risplendere, attraverso di me,
sugli altri. Fa' che io ti lodi così nel modo che tu più gradisci,
risplendendo sopra tutti coloro che sono intorno a me. Dà luce a
loro e dà luce a me; illumina loro insieme a me, attraverso di me.
Insegnami a diffondere la tua lode, la tua verità, la tua volontà.
Fa' che io ti annunci non con le parole, ma con l'esempio, con quella
forza attraente, quella influenza solidale che proviene da ciò che
faccio, con la mia visibile somiglianza ai tuoi santi, e con la
chiara pienezza dell'amore che il mio cuore nutre per te”.
Il
nome di Dio, cioè Dio stesso, viene riconosciuto nella Sua bellezza,
anche attraverso di noi. Non so se vi è mai capitato, di abbracciare
qualcuno che ha su di sé un profumo intenso: quel profumo, in
qualche modo, grazie
a quel contatto,
si trasferisce a noi, sui vestiti o sulla pelle. Inconsapevolmente
si diventa portatori del profumo di qualcun altro. Il nostro contatto
con Dio, quando è personale, reale, concreto, ci rende profumati,
luminosi e chi ci incontra percepisce profumo e luce. Dice Gesù:
“Risplenda la
vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone
e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli”
(Mt 5,16). Da noi a Dio, ecco il passaggio della santificazione del
Suo nome.
I
Santi che tanto amiamo sono belli proprio perché riflesso di una
luce che non viene da se stessi, ma che ricevono dall’unione con
Dio. Guardando loro, ascoltando le loro parole, contemplando i loro
gesti, riconosciamo in trasparenza la bellezza di Colui che agisce in
loro e attraverso di loro.
Fa' o Padre che la nostra vita,
sia una parola chiara per coloro che ci guardano. Chi vede noi, tuo
popolo, si senta attratto da Te, portatore di vita.
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