Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

sabato 14 dicembre 2019

Il Tuo profumo

III DOM. AVV.

Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. ... colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile» (Mt 3,7;10;12).
La predicazione di Giovanni Battista è dura, mette paura, perché mostra il volto di un Dio che viene a fare pulizia con il fuoco e la scure.

Il Battista deve essere profondamente confuso, perché le notizie che gli giungono su Gesù non confermano affatto le sue previsioni - “Avendo sentito parlare delle opere di Cristo” (Mt 11,2) -, anzi: non fa che accogliere, perdonare, curare. Forse per questo manda a chiederGli: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?” (Mt 11,2). Gesù però afferma: “Beato chi non trova in me motivo di scandalo”, beato chi si lascia provocare da Me e cambia logica, prospettiva.
Noi comunichiamo di Dio, ciò che pensiamo di Lui o ciò che crediamo di avere scoperto. Dobbiamo stare attenti però, perché potremmo mostrare un volto che non è il Suo. Quante volte Gesù ha chiesto ai Suoi di stare zitti, di non raccontare i fatti che lo riguardavano, perché non avevano ancora capito molto di Lui. Vale proprio il proverbio “il bel tacer non fu mai scritto”. Scrive Isacco di Ninive: “L’assenza di misericordia ... non sa avere pietà per nessuno, né dolersi per l’afflizione, né soffrire, pur vedendola, per la rovina del suo prossimo, né rattristarsi per coloro che cadono nei peccati; ... e accade che uno sia mosso da stupido zelo, come se volesse far vendetta al posto di Dio, e nella sua anima non c’è spazio per la compassione. Sii un perseguitato, ma non uno che perseguita. Sii un crocifisso, ma non uno che crocifigge. Sii pacifico e non zelante… Non sei un servo della pace? Almeno non essere un agitatore! Sappi che se da te uscirà un fuoco che brucerà gli altri, alle tue mani sarà chiesto conto delle anime di tutti coloro che quel fuoco avrà toccato. E se non sei tu a soffiare su quel fuoco, ma sei d’accordo con colui che vi soffia sopra e ti compiaci della sua azione, sarai suo compagno nel giudizio. … Come non può essere fermata una fonte ricca di acque con un pugno di polvere, così non può essere vinta la misericordia del Creatore dal male delle creature… Neppure colui che è immerso nei peccati è escluso dalla speranza. È possibile, infatti, che trovi la vita. Perché, o uomo, tratti con insolenza il peccatore? La speranza di colui sul quale tu ti innalzi non è stata ancora rigettata da Dio. È infatti possibile che lui tra poco ti passi avanti nella virtù, e sia accolto da Dio più facilmente di te. Infatti, non è ancora giunta la morte a concludere la sua condotta; e anche la tua! Tu non sei stato stabilito per pronunciare la vendetta contro le azioni e contro coloro che le hanno fatte, ma per invocare la misericordia, per vegliare per la salvezza di tutto e per unirti alla sofferenza di ogni persona, dei giusti e dei peccatori”.
Quando preghiamo il “Padre nostro”, diciamo: “Sia santificato il tuo nome”. Cosa significa? Chiediamo aiuto al cardinal Newman: “Stai con me, e io inizierò a risplendere come tu risplendi, a risplendere fino a essere luce per gli altri. La luce, o Gesù, verrà tutta da te: nulla sarà merito mio. Sarai tu a risplendere, attraverso di me, sugli altri. Fa' che io ti lodi così nel modo che tu più gradisci, risplendendo sopra tutti coloro che sono intorno a me. Dà luce a loro e dà luce a me; illumina loro insieme a me, attraverso di me. Insegnami a diffondere la tua lode, la tua verità, la tua volontà. Fa' che io ti annunci non con le parole, ma con l'esempio, con quella forza attraente, quella influenza solidale che proviene da ciò che faccio, con la mia visibile somiglianza ai tuoi santi, e con la chiara pienezza dell'amore che il mio cuore nutre per te”.
Il nome di Dio, cioè Dio stesso, viene riconosciuto nella Sua bellezza, anche attraverso di noi. Non so se vi è mai capitato, di abbracciare qualcuno che ha su di sé un profumo intenso: quel profumo, in qualche modo, grazie a quel contatto, si trasferisce a noi, sui vestiti o sulla pelle. Inconsapevolmente si diventa portatori del profumo di qualcun altro. Il nostro contatto con Dio, quando è personale, reale, concreto, ci rende profumati, luminosi e chi ci incontra percepisce profumo e luce. Dice Gesù: “Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5,16). Da noi a Dio, ecco il passaggio della santificazione del Suo nome.
I Santi che tanto amiamo sono belli proprio perché riflesso di una luce che non viene da se stessi, ma che ricevono dall’unione con Dio. Guardando loro, ascoltando le loro parole, contemplando i loro gesti, riconosciamo in trasparenza la bellezza di Colui che agisce in loro e attraverso di loro.
Fa' o Padre che la nostra vita, sia una parola chiara per coloro che ci guardano. Chi vede noi, tuo popolo, si senta attratto da Te, portatore di vita.





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