XII DOM. T.O.
“Non
abbiate dunque paura” (Mt
10,31). Gesù
sta parlando ai suoi Dodici apostoli, ai quali ha appena annunciato:
“Ecco: io vi
mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i
serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché
vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro
sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa
mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani”
(10,16ss). Sembra
facile! come se bastasse una decisione della volontà, per non avere
mal di stomaco, cominciare a sudare, a
tremare, a perdere
il sonno e l’appetito davanti
alla prospettiva di essere sottoposti a qualche forma di violenza o
di fronte a qualche rischio concreto.
Credo
che il vero problema non stia tanto
nell’avere
o non avere paura (questo
spesso non
dipende da noi),
ma in
quanto potere si concede alla paura.
Gesù, nell’orto degli ulivi, prima di essere catturato per essere
processato, ha sudato sangue - dell’ematoidrosi
non
si conoscono ancora bene le cause, anche se tutto lascia pensare che
sia legata a eventi
traumatici
a seguito dei quali si produce un forte stress in grado di causare un
restringimento
e poi una rottura dei capillari che circondano le ghiandole
sudoripare.
Ciò fa sì che il sangue si mescoli al sudore -, ma questo non gli
ha impedito di accogliere quanto stava vivendo, per realizzare il
progetto di Dio: “Cadde
in ginocchio e pregava dicendo: «Padre, se vuoi, allontana da me
questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà»
(Lc
22,41s).
Cosa
consente di non dare alla paura le briglie
della propria vita, autorizzandola a renderci come statue di marmo?
La fede.
Domenica
scorsa ho accesso un piccolo fuoco e il piccolo Davide ha cominciato
a scappare spaventato, finché suo padre non lo ha preso in spalla e
con delicatezza gli
ha spiegato
che non doveva temere. Chi ha fatto e fa questa esperienza con Dio;
chi
si sente sollevato tra le braccia divine,
pur continuando ad avere paura, si lascia condurre in avanti dalla
vita; affronta, seppur con cautela e discernimento, i fatti che
inevitabilmente lo preoccupano:
“Quanto
profondi per me i tuoi pensieri, quanto grande il loro numero, o Dio!
Se volessi contarli, sono più della sabbia. Mi risveglio e sono
ancora con te” (Slamo
139,17s).
Vi
leggo il salmo 121:
“...
da dove mi verrà l’aiuto?
Il mio aiuto viene dal Signore:
...
Non lascerà vacillare il tuo piede,
non si addormenterà il tuo custode.
Non si addormenterà, non prenderà sonno
il custode d’Israele.
Il Signore è il tuo custode,
il Signore è la tua ombra
e sta alla tua destra.
Di giorno non ti colpirà il sole,
né la luna di notte.
da dove mi verrà l’aiuto?
Il mio aiuto viene dal Signore:
...
Non lascerà vacillare il tuo piede,
non si addormenterà il tuo custode.
Non si addormenterà, non prenderà sonno
il custode d’Israele.
Il Signore è il tuo custode,
il Signore è la tua ombra
e sta alla tua destra.
Di giorno non ti colpirà il sole,
né la luna di notte.
Il
Signore ti custodirà da ogni male:
egli custodirà la tua vita.
Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri,
da ora e per sempre”.
egli custodirà la tua vita.
Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri,
da ora e per sempre”.
Proprio
i momenti della paura ci svelano lo spessore della nostra fiducia in
Dio, perché lì non bastano più le parole e i pii pensieri: o resti
o scappi.
Parlare
di paura, significa affrontare il tema della libertà, perché
“l’uomo …
è schiavo di ciò che lo domina”
(2Pt 2,19b). La
paura,
se ci domina, ci impedisce di fare ciò che dobbiamo fare. Il maligno
gioca molta con la essa,
perché sa che per causa sua, taceremo la verità, non ci metteremo
dalla parte della giustizia; sceglieremo le strade che percorrono
tutti e, quindi, andremo “non
dove dobbiamo andare, ma dove vanno tutti”
(Seneca, La
felicità).
I
martiri sono testimoni straordinari di questa libertà, perché pur
rischiando concretamente la vita, scelgono di non rinunciare a
lottare per il bene.
“Padre,
porta la mia anima nell sua noncuranza fin dove tu vuoi ed essa dorma
nella Tua mano, senza chiedere il senso e il termine del viaggio. …
Distogli da essa l’inquieta diffidenza che misura davanti a Te il
fino dell’avvenire e pesa la speranza con il ricordo. … Farò ciò
che Tu vorrai, con fiducia, spero tutto, mio Dio: Tu regni sul Bene,
Tu regni sul male e io non ho paura di nulla”
(M. Noel, I
canti e le ore).
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