XIII DOM. T.O.
“Strada
facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite
gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i
demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”
(Mt 10,7s).
Il
regno dei cieli è presente, dove uomini e donne aiutano altre
creature
a vivere
pienamente, a non
rimanere paralizzate;
a non attraversare la storia come vivi, morti dentro; emarginati e
incapaci di essere liberi. Gesù
invia per portare vita, dove manca.
Per
fare questo, costoro sono
chiamati a lasciare le strade conosciute,
per entrare nel Suo straordinario progetto di salvezza. Egli
non
nasconde loro
niente;
non li illude con false speranze o con mezze verità. Gesù
li sta coinvolgendo in qualcosa di grande, ma che richiede una scelta
consapevole, perché
la
strada che stanno per intraprendere con
Lui,
li porterà dove nemmeno immaginano.
“Dov’è
il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore”
(Mt
6,21). Mi pare che queste brevissime parole di Gesù siano
la sintesi più chiara e incisiva di quanto il Signore ha appena
detto ai suoi apostoli.
Ciò
che occupa il nostro cuore, determina le nostre scelte più
importanti. Scegliere
deriva da ex-eligere.
Ex
= da
+ eligere
= selezionare,
preferire.
Infatti scegliere significa decidere cosa o chi va selezionato e
preferito rispetto ad altro che,
inevitabilmente va messo da parte o lasciato indietro.
Gesù
non sta per niente chiedendo di non amare gli affetti più cari;
sarebbe assurdo e andrebbe contro tutto il Suo messaggio. Egli ci sta
dicendo che, ci sono dei momenti in cui bisogna inevitabilmente
scegliere e ciò
che domina il nostro cuore ci orienterà in un modo piuttosto che in
un altro. Vi faccio un esempio molto semplice: un giovane si sente
chiamato ad accogliere la chiamata alla vita consacrata, ma il papà
ha già pensato per lui una carriera nell’azienda di famiglia: se
il giovane
preferisce non deludere il padre tanto amato,
si lascerà deviare. Una ragazza rimane incinta e i familiari o
l’incosciente compagno, non vogliono saperne di farle portare a
termine la gravidanza: se questa sente
di non potere deludere questi affetti, aderirà
alle richieste familiari, pagandone poi
le
conseguenze. Una
persona subisce pressioni sul luogo di lavoro, affinché compia una
qualche azione illecita, pena conseguenze per l’impiego: se il
Vangelo non ha radici profonde e
il lavoro occupa un posto preponderante della vita di costui, seppur
a malincuore, opterà per assecondare il datore di lavoro.
Quindi
vale sempre il principio che le persone vanno amate e in modo
particolare color che ci sono più vicini per i legami di sangue,
fino a quando ciò non entra in conflitto col Vangelo. In
quel momento ciò che scegliamo, ci dice cosa amiamo di più.
Gesù
non ha bisogno di persone che si guardano continuamente indietro, ma
di uomini e donne che si fidano di Lui e, seppur con tutte le fatiche
del caso, Lo seguono.
Lo
stesso discorso vale per la croce. Essa non va amata, perché amare
la sofferenza, in qualche modo è contro natura; ma possiamo
scegliere di lasciarci dominare dalla croce, maledicendola e
facendoci bloccare, oppure, continuare a camminare dietro
a Gesù, caricandocela
sulla schiena e
perseverando
nella realizzazione del progetto di Dio.
In
questi giorni le pagine dei nostri giornali sono occupate dalla
vicenda di Alex Zanardi, pilota che ha perso entrambe le gambe in un
gravissimo incidente e
che ora rischia definitivamente la vita:
avrebbe potuto considerare finita la sua vita, invece l’ha
reinventata.
“Chi
avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà
perduto la propria vita per causa mia, la troverà” (Mt
10,39).
Ora
comprendiamo il senso di queste parole di Gesù che, non ci chiede di
disprezzare la nostra esistenza, ma di spenderla con Lui, per salvare
il mondo, non lasciandoci bloccare o rallentare dai nostri progetti o
dai condizionamenti esterni, nemmeno
dagli affetti più cari.
Come
si fa a perdere la propria vita? Lo dicevamo prima: rinunciando a
entrare in convento, pur essendo chiamati; ad abortire, pur volendo
tenere il proprio bimbo; aderendo alle proposte corrotte, pur non
essendo d’accordo; optando per scelte di vita, che piacciono al
mondo, ma che non sono fatte per noi, ecc … La
vita si perde, quando non la si sceglie, ma la si lascia scegliere.
Come
si fa a non cadere in questi tranelli? Imparando dalla Sunamita e
accogliendo in casa propria
l’inviato
del Signore. Grazie a quell’accoglienza una donna sterile è
diventata madre; capace di generare una vita nuova.
Padre,
più che San Francesco che ha saputo dire “Finora
ho chiamato Pietro di Bernardone padre mio. Ma dal momento che ho
deciso di servire Dio, gli rendo il denaro che tanto lo tormenta e
tutti gl'indumenti avuti da lui. D'ora in poi voglio dire: “Padre
nostro, che sei nei cieli”, non più “padre mio Pietro di
Bernardone”,
siamo
come Pietro
al quale Gesù ha dovuto dire: “vai
dietro a me satana, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli
uomini”.
Occupa il nostro cuore, come ospite
dolce dell’anima e
aiutaci
a sceglierTi.
Nessun commento:
Posta un commento