Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

venerdì 24 giugno 2011

Il vangelo secondo Veronesi

di Costanza Miriano - La Bussola quotidiana
24-06-2011


Non farò battute poco eleganti sui brutti scherzi che può giocare il caldo e sull'età che galoppa. E non le farò non perché io sia una signora, ma perché purtroppo la serietà della situazione non lo consente. Il fatto è che le scemenze dette ieri da Veronesi – l'amore più puro è quello omosessuale, l'altro no perché è strumentale alla riproduzione - inducono a pensare che sia ormai da un pezzo superato il famoso momento in cui “spade verranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate”. Che ottimista è stato, Chesterton. Qui siamo oltre, e da un pezzo. E come dicevo la serietà della situazione non consente di liquidare il tutto con la pernacchia che dal cuore sgorga spontanea.

Perché dichiarazioni come queste abbassano progressivamente il livello di ragionevolezza del dibattito pubblico, alzando contemporaneamente il tasso di tolleranza a quello che in casa mia, in codice, chiamiamo l'ognunismo imperante.  Dicesi ognunismo la corrente di pensiero che ritiene non solo legittimo ma doveroso che ognuno la mattina alzandosi cominci a rilasciare dichiarazioni completamente a caso, e che ogni affermazione debba avere esattamente la stessa dignità di tutte le altre, a prescindere dalla Verità e anche dalla semplice realtà. In base all'ognunismo chi si permette di dire che esiste una sola Verità è un oscurantista.
La realtà invece parla da sola, e dice questo: la specie umana si riproduce grazie a un rapporto sessuale tra un uomo e una donna. Da qui potremmo cominciare a parlare per ore di sesso con o senza amore, di maternità e paternità responsabili o meno, di tutto quello che vogliamo. Ma la realtà è questa: ognuno di noi è nato grazie all'incontro tra un uomo e una donna (neanche il laboratorio può ancora prescindere totalmente da due esemplari dei due sessi). Allora? Siamo tutti impuri? Anche i genitori di Umberto Veronesi, dunque?

In realtà nella vita le nostre azioni producono risultati e frutti. Un affresco può essere un buon risultato ma non produce a sua volta niente altro. Un frutto invece è qualcosa che si autoriproduce. La natura, nel disegno di Dio, produce frutti, che portano a loro volta frutto. I figli sono il frutto che l'uomo produce, e manda avanti la specie umana. Dio è il Dio della vita, lo Spirito Santo è vita, perciò Dio starà sempre dalla parte di chi è disposto a mettersi al servizio della vita: generando figli, aiutando quelli degli altri, servendo i deboli e la vita minacciata in tutte le sue fasi e in ogni difficoltà.

L'amore omosessuale invece è sterile, anche Elton John ha avuto bisogno di una donna, mi dispiace. Senza l'unione tra un uomo e una donna la specie umana muore. C'è un altro che la vuole morta, oltre a Veronesi, ed è satana. E' lui il vero padre spirituale di tutti quelli che propagano simili teorie. E' lui che vuole la morte della specie umana, mentre lo Spirito è vita. E' satana che, però, essendo l'ingannatore per eccellenza, ammanta le sue teorie di morte con parole nobili: “l'amore omosessuale è il più puro”.
Non vorrei soffermarmi sul fatto che non tutti i rapporti eterosessuali sono aperti alla vita, altrimenti non saremmo il paese con la più bassa natalità al mondo, pur dichiarandoci cattolici. Ma un rapporto d'amore aperto alla possibilità di concepire un bambino è esattamente il gesto meno egoista che mi venga in mente, in assoluto.

I figli convertono, ci liberano dall'egoismo, anche quando inizialmente li abbiamo desiderati, può succedere, in modo “impuro”, direbbe l'oncologo cataro, cioè magari in un modo lievemente mescolato a un desiderio di realizzazione, all'egoismo. Siamo uomini, e a causa del peccato originale nessun nostro gesto è totalmente puro, perché la nostra concezione, a differenza di quella della Vergine, non è stata immacolata (fa bene ogni tanto ricordare i fondamentali). Ma poi state tranquilli, ci penseranno loro, i figli, a prenderlo a pugnalate il nostro egoismo. Ci costringeranno ad alzarci quando vogliamo dormire, ad ascoltare quando vogliamo leggere, allattare quando vorremmo mangiare, sedare una rissa quando vorremmo fare una doccia. I genitori di svariati figli non potranno essere egoisti neanche se lo vorranno, a meno che non dispongano di una tata per ogni figlio, più cameriere e autisti. I figli rimarranno in eterno, anche se le emozioni che li hanno generati dovessero diventare un pallido ricordo, e ci costringeranno a essere costanti, a mantenere gli impegni presi, o almeno a fare i conti con la nostra superficialità, se non abbiamo intenzione di tenervi fede.

Insomma, negare che la trasmissione della vita sia lo stesso che dire amore è negare i fondamenti naturali della nostra stessa specie, non c'è neanche bisogno di scomodare la teologia. Qui manca l'uomo, neanche il cristiano.

Vorrei anche, a volo d'uccello, ricordare l'origine della polemica. Il sindaco di Bologna è stato veementemente attaccato da più parti, prima tra tutte dall'intoccabile comunità omosessuale, perché ha osato dire un'altra verità talmente evidente che per difenderla occorre anche qui sguainare la spada di Chesterton. Le famiglie andrebbero aiutate perché attualmente quello che accade nel nostro sistema è esattamente il contrario, da molti punti di vista. Le famiglie sono gravemente penalizzate. Le tasse e gli assegni familiari favoriscono di gran lunga le coppie conviventi rispetto alle sposate (dove i due coniugi sommano i redditi).

In certi comuni, non a Roma, a dire il vero, mi riferiscono che anche i posti all'asilo vanno prima ai conviventi, perché le mamme risultano “ragazze madri”. Conosco moltissime coppie separate in modo fittizio per motivi di convenienza fiscale. Quando le famiglie chiedono “aiuti” in realtà stanno solo chiedendo di non essere più svantaggiate, e non pretendendo l'aiuto che pure sarebbe legittimo aspettarsi. In un mondo ragionevole, a occhio e croce, andrebbe incoraggiato chi prende un impegno stabile e definitivo volto a generare figli che, checché  ne dica Veronesi, sono il futuro di tutto il paese, e il bene comune.
Infine, l'ultima della serie di assurdità di questa ridicola vicenda: non mi spiego come mai uno, perché è stato un bravo medico, debba poter sentenziare su tutto. Sul piano morale per me personalmente ha la stessa autorità dell'omino al mercato dal quale compro il melone. Gli chiedo quale sarà maturo questa sera, non come comportarmi in camera da letto. Per lo stesso motivo non chiederei un parere sulla politica energetica tedesca al mio dentista, né a un ingegnere di delinearmi i tratti dello sviluppo del romanzo russo. Se volete un parere sull'astrofisica, comunque, io sono qui.

Nessun commento:

Posta un commento