La mensa della Parola
Proviamo allora a riprendere lo schema fondamentale della Messa, sottolineando alcuni elementi di partecipazione a questo evento fondamentale. La prima parte introduttiva ci prepara, poi c’è la mensa della Parola. Su questo mi sono già dilungato in un incontro precedente. Nella
Liturgia della Parola ascoltiamo il profeta, l’apostolo, il Vangelo, ascoltiamo il ministro della Chiesa che ci propone una sua riflessione, professiamo la nostra fede, innalziamo al Signore la nostra preghiera. Fine della prima parte, inizia il secondo tempo; è un film a due tempi, due mense, due modi di mangiare; abbiamo ascoltato una parola che produce qualche cosa dentro di noi e questo è un discorso molto importante. Guardate che non è semplicemente sensazione, emozione. Se ascoltiamo veramente il Signore che parla allora qualcosa in noi succede, perché la sua presenza è potente e operante. Attraverso la parola il Signore Gesù è entrato nella nostra vita, può e vuole operare e qualcosa tocca. Di tutto quello che abbiamo ascoltato, se lo abbiamo fatto con partecipazione attiva, qualcosa c’è stato, è avvenuto qualcosa, il Signore mi ha detto qualcosa; non solo con la testa ho capito, ma mi ha toccato. Magari mi ha fatto i complimenti dicendo che vado bene così come faccio, oppure mi ha detto: "Guarda che così non va tanto bene". Mi ha incoraggiato, mi ha turbato, mi ha rallegrato, mi ha rattristato: qualcosa ha fatto. Se io ho ascoltato, qualcosa in me è avvenuto.
La seconda parte è la celebrazione di questo evento e il ricordare tutto quello che il Signore ha fatto nella storia significa dire: "Guarda che tu adesso ci sei dentro e sei parte di questa storia". Il Signore continua a operare e lavora anche in te, adesso sta producendo in te qualcosa di nuovo; se tu partecipi attivamente esci diverso da come sei entrato.
"Fare concentrazione" La seconda parte della Messa comincia con l’offertorio, vengono portate le offerte all’altare, vengono portati i doni per la celebrazione. È un gesto che mostra come dalla nostra vita portiamo all’altare quello che siamo. È un momento importante, simbolico. Noi portiamo all’altare la nostra vita, ecco il culmine. Non è che sia importante quella concreta processione con quegli oggetti, ma è il ricordo di questo movimento dall’assemblea verso l’altare. Tutto quello che siamo, tutto quello che facciamo, i nostri problemi, la nostra famiglia, i bambini, gli anziani, noi li portiamo al Signore. Questa è l’idea dalla concentrazione, pregare significa infatti concentrarsi, fare concentrazione. Attenzione, perché concentrarsi vuol dire mettere tutto al centro e non si può lasciare fuori il mondo. Qualcuno dice che per pregare bisogna lasciare perdere tutte le cose abituali e riservarsi solo per il Signore. In realtà questo non è possibile e difatti la gente continua a dire che nelle preghiere si distrae. Se è così normale che tutti si distraggano nelle preghiere vuol dire che non è una vera e propria distrazione, ma che quello che ci fa ritenere distrazione è il modo sbagliato di pregare. Se durante la Messa mi viene in mente qualcosa della mia vita, io non sono distratto, perché è normale che la mia vita mi interessi. Il mio lavoro di attiva partecipazione consiste proprio nel mettere al centro tutto quello che fa parte della mia vita, cioè tutte le cose che mi stanno a cuore, che mi vengono in mente, che mi piacciono, che mi interessano, che mi preoccupano: tutto questo io lo metto in Cristo che è il centro. Concentrare vuol dire raccogliere tutto, fare raccoglimento. "Raccogliamoci per la preghiera", cioè raccogliete tutto quello che vi interessa, tutta quella che è la vostra vita, tutte le cose che vi stanno a cuore, raccoglietele e concentratele, il centro è Cristo. Raccogliete tutto e mettete tutto lì. Alla luce di Cristo rivedete i vostri problemi, alla luce di quello che avete ascoltato rivedete la vostra situazione, la vostra famiglia, le vostre grane, i vostri dispiaceri, le vostre soddisfazioni, le gioie, le cose belle; rivedetele, lasciate che quella luce illumini la vostra vita. Allora avviene qualcosa, allora capita che io esco diverso da come sono entrato. Magari ero entrato arrabbiato, poi ho partecipato attivamente, adesso esco sereno; mi è passata quella rabbia che avevo all’inizio. Se io ho portato la mia rabbia davanti al Signore quella rabbia si scioglie come neve al sole. Io sono entrato preoccupato, spaventato, con una grossa paura per un problema che mi affligge e l’ho concentrato davanti al Signore. Se ho partecipato alla sua dinamica allora capita che esco fuori con il problema che avevo prima, ma con meno paura, con il coraggio per affrontarlo sapendo di non essere solo di fronte a quella difficoltà. Perché andare a Messa? Per partecipare alla storia della salvezza, per essere parte di questa storia, per lasciare che il Signore operi nella mia vita, per permettergli di darmi quella forza, quell’aiuto, quell’insegnamento di cui ho bisogno per vivere, perché avvenga in me qualche cosa che mi aiuti a vivere, per incontrare una persona e l’incontro con una persona amata è un evento importante, significativo. Perché andare a Messa? Per incontrare una persona che amo, per incontrare con le altre persone il Cristo che è il centro della mia vita.
"Pregate, fratelli e sorelle, perché il mio e il vostro sacrificio sia gradito a Dio Padre onnipotente". E noi rispondiamo: "Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la santa Chiesa". Il mio e il vostro. Pregate fratelli, perché il Signore riceva, riceva tutto quello che siamo, il Signore riceva dalle tue mani – c’è la mediazione della Chiesa – per la lode e le gloria sua e per il bene nostro. Provate a ripeterlo, pensateci bene: "Per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa". Nostra ma mia; nostra di noi che siamo qui e anche di tutta la Chiesa. Questa azione fa bene a me, a noi, a tutta la Chiesa. Questa offerta serva per il nostro bene. Perché andare a Messa? Per farmi del bene, per partecipare a un evento che mi fa bene, fa bene a me, a noi, a tutta la Chiesa, a tutto il mondo. Io partecipo attivamente alla Messa per essere parte attiva di questa azione che fa bene, che produce un benessere, cioè un essere-bene, cioè che mi mette in una relazione buona con il Signore e cambia qualcosa in me. A questo punto… "a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la santa Chiesa" e ci si alza. L’assemblea in quel momento si alza in piedi e il celebrante da solo dice una preghiera. Qui bisogna imparare ad ascoltare ripetendo mentalmente, non con la bocca. È l’orazione che il celebrante ha raccolto dalle intenzioni di tutti e ogni Messa cambia, ogni celebrazione ha una sua preghiera; come la colletta iniziale, questa è la preghiera sopra le offerte che introduce la seconda mensa
Proviamo allora a riprendere lo schema fondamentale della Messa, sottolineando alcuni elementi di partecipazione a questo evento fondamentale. La prima parte introduttiva ci prepara, poi c’è la mensa della Parola. Su questo mi sono già dilungato in un incontro precedente. Nella
Liturgia della Parola ascoltiamo il profeta, l’apostolo, il Vangelo, ascoltiamo il ministro della Chiesa che ci propone una sua riflessione, professiamo la nostra fede, innalziamo al Signore la nostra preghiera. Fine della prima parte, inizia il secondo tempo; è un film a due tempi, due mense, due modi di mangiare; abbiamo ascoltato una parola che produce qualche cosa dentro di noi e questo è un discorso molto importante. Guardate che non è semplicemente sensazione, emozione. Se ascoltiamo veramente il Signore che parla allora qualcosa in noi succede, perché la sua presenza è potente e operante. Attraverso la parola il Signore Gesù è entrato nella nostra vita, può e vuole operare e qualcosa tocca. Di tutto quello che abbiamo ascoltato, se lo abbiamo fatto con partecipazione attiva, qualcosa c’è stato, è avvenuto qualcosa, il Signore mi ha detto qualcosa; non solo con la testa ho capito, ma mi ha toccato. Magari mi ha fatto i complimenti dicendo che vado bene così come faccio, oppure mi ha detto: "Guarda che così non va tanto bene". Mi ha incoraggiato, mi ha turbato, mi ha rallegrato, mi ha rattristato: qualcosa ha fatto. Se io ho ascoltato, qualcosa in me è avvenuto.
La seconda parte è la celebrazione di questo evento e il ricordare tutto quello che il Signore ha fatto nella storia significa dire: "Guarda che tu adesso ci sei dentro e sei parte di questa storia". Il Signore continua a operare e lavora anche in te, adesso sta producendo in te qualcosa di nuovo; se tu partecipi attivamente esci diverso da come sei entrato.
"Fare concentrazione" La seconda parte della Messa comincia con l’offertorio, vengono portate le offerte all’altare, vengono portati i doni per la celebrazione. È un gesto che mostra come dalla nostra vita portiamo all’altare quello che siamo. È un momento importante, simbolico. Noi portiamo all’altare la nostra vita, ecco il culmine. Non è che sia importante quella concreta processione con quegli oggetti, ma è il ricordo di questo movimento dall’assemblea verso l’altare. Tutto quello che siamo, tutto quello che facciamo, i nostri problemi, la nostra famiglia, i bambini, gli anziani, noi li portiamo al Signore. Questa è l’idea dalla concentrazione, pregare significa infatti concentrarsi, fare concentrazione. Attenzione, perché concentrarsi vuol dire mettere tutto al centro e non si può lasciare fuori il mondo. Qualcuno dice che per pregare bisogna lasciare perdere tutte le cose abituali e riservarsi solo per il Signore. In realtà questo non è possibile e difatti la gente continua a dire che nelle preghiere si distrae. Se è così normale che tutti si distraggano nelle preghiere vuol dire che non è una vera e propria distrazione, ma che quello che ci fa ritenere distrazione è il modo sbagliato di pregare. Se durante la Messa mi viene in mente qualcosa della mia vita, io non sono distratto, perché è normale che la mia vita mi interessi. Il mio lavoro di attiva partecipazione consiste proprio nel mettere al centro tutto quello che fa parte della mia vita, cioè tutte le cose che mi stanno a cuore, che mi vengono in mente, che mi piacciono, che mi interessano, che mi preoccupano: tutto questo io lo metto in Cristo che è il centro. Concentrare vuol dire raccogliere tutto, fare raccoglimento. "Raccogliamoci per la preghiera", cioè raccogliete tutto quello che vi interessa, tutta quella che è la vostra vita, tutte le cose che vi stanno a cuore, raccoglietele e concentratele, il centro è Cristo. Raccogliete tutto e mettete tutto lì. Alla luce di Cristo rivedete i vostri problemi, alla luce di quello che avete ascoltato rivedete la vostra situazione, la vostra famiglia, le vostre grane, i vostri dispiaceri, le vostre soddisfazioni, le gioie, le cose belle; rivedetele, lasciate che quella luce illumini la vostra vita. Allora avviene qualcosa, allora capita che io esco diverso da come sono entrato. Magari ero entrato arrabbiato, poi ho partecipato attivamente, adesso esco sereno; mi è passata quella rabbia che avevo all’inizio. Se io ho portato la mia rabbia davanti al Signore quella rabbia si scioglie come neve al sole. Io sono entrato preoccupato, spaventato, con una grossa paura per un problema che mi affligge e l’ho concentrato davanti al Signore. Se ho partecipato alla sua dinamica allora capita che esco fuori con il problema che avevo prima, ma con meno paura, con il coraggio per affrontarlo sapendo di non essere solo di fronte a quella difficoltà. Perché andare a Messa? Per partecipare alla storia della salvezza, per essere parte di questa storia, per lasciare che il Signore operi nella mia vita, per permettergli di darmi quella forza, quell’aiuto, quell’insegnamento di cui ho bisogno per vivere, perché avvenga in me qualche cosa che mi aiuti a vivere, per incontrare una persona e l’incontro con una persona amata è un evento importante, significativo. Perché andare a Messa? Per incontrare una persona che amo, per incontrare con le altre persone il Cristo che è il centro della mia vita.
"Pregate, fratelli e sorelle, perché il mio e il vostro sacrificio sia gradito a Dio Padre onnipotente". E noi rispondiamo: "Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la santa Chiesa". Il mio e il vostro. Pregate fratelli, perché il Signore riceva, riceva tutto quello che siamo, il Signore riceva dalle tue mani – c’è la mediazione della Chiesa – per la lode e le gloria sua e per il bene nostro. Provate a ripeterlo, pensateci bene: "Per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa". Nostra ma mia; nostra di noi che siamo qui e anche di tutta la Chiesa. Questa azione fa bene a me, a noi, a tutta la Chiesa. Questa offerta serva per il nostro bene. Perché andare a Messa? Per farmi del bene, per partecipare a un evento che mi fa bene, fa bene a me, a noi, a tutta la Chiesa, a tutto il mondo. Io partecipo attivamente alla Messa per essere parte attiva di questa azione che fa bene, che produce un benessere, cioè un essere-bene, cioè che mi mette in una relazione buona con il Signore e cambia qualcosa in me. A questo punto… "a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la santa Chiesa" e ci si alza. L’assemblea in quel momento si alza in piedi e il celebrante da solo dice una preghiera. Qui bisogna imparare ad ascoltare ripetendo mentalmente, non con la bocca. È l’orazione che il celebrante ha raccolto dalle intenzioni di tutti e ogni Messa cambia, ogni celebrazione ha una sua preghiera; come la colletta iniziale, questa è la preghiera sopra le offerte che introduce la seconda mensa
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