II AVVENTO
“Una voce grida: “Nel deserto
preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio”
(Is 40,3). Il profeta Isaia parla a un popolo in esilio e gli annuncia che
è giunto il tempo della consolazione; è ora di tornare a casa, di riacquistare
la libertà perduta da tanto tempo. Come Dio aveva guidato Israele dall’Egitto
alla terra promessa, così ora lo accompagna nuovamente.
Facciamo un passo indietro
: perché questo popolo si trova in esilio? E’
il Signore stesso che risponde: “(Ho allevato
e fatto crescere figli, ma essi si sono ribellati contro di me” (Is 1,2).
Conosciamo tutti la parabola del “Padre misericordioso”, dove simbolicamente si
racconta di quel figlio che cerca la libertà lontano da suo padre, quasi che
suo padre sia un ostacolo; in realtà finisce per perdere la propria dignità
nella più piena solitudine, visto che nessuno ha compassione della sua miseria.
Che tragica illusione, pensare di svincolarsi dal Signore per trovare il
proprio bene!
Ecco allora che, ancora una volta Dio stesso ci richiama alla realtà: “Se
vuoi essere nella vita vera; se vuoi essere libero, torna a me o consentimi di
raggiungerti”. Questo significa “preparate
la via al Signore … spianate la strada; i monti e i colli siano abbassati; il
terreno accidentato si trasformi in piano”.
Chiediamoci onestamente dove sei, se il
Signore abita saldamente nella nostra vita o vale anche per questo richiamo: “Dice il Signore:
«… questo popolo si avvicina a me solo a parole e mi onora con le labbra, mentre
il suo cuore è lontano da me” (Is 29,13)? Non dobbiamo avere paura, perché non
vi è vera conoscenza senza il coraggio di lasciarci sfidare dalla verità. Solo
dopo di ciò avremo la capacità di riconoscere quali sono i monti e le strade
scoscese che ostacolano il Signore e, quindi, provare lentamente a spianarli. C’è
chi ha troppo altro da fare; chi è troppo immerso nei suoi peccati; chi si
lascia guidare dagli idoli; chi ha paura di Dio e della sua volontà; chi è
troppo frastornato dai rumori del mondo ecc …
Anche se scopriamo di avere
monti alti davanti a noi, oggi il Signore ci ripete con chiarezza che, è sempre
pronto a entrare in casa nostra, perché “Egli non continua a contestare e non conserva
per sempre il suo sdegno” (Salmo 102,9), tra l’altro per Lui “mille anni sono come il giorno di ieri che
è passato” (Salmo 89,4). Ciò che importa al Signore è che, siamo noi ad
attenderlo e a chiamarlo.
Proprio per questo sono importantissimi coloro
che ci dicono: “Preparate le strade al Signore”…”;
essi sono gli inviati di Dio per noi che, ci fanno riflettere, anche se ci
infastidiscono, perché preferiremmo restarcene tranquilli. Il Signore continua
a mandarceli, perché sa quanto son vere le parole di sant’Agostino: “Fecisti
nos ad te et inquietum est cor nostrum donec requiescat in te. Ci hai fatti per te, o Signore, e il
nostro cuore non ha posa finché non riposa in te” (Confess. 1,
1, 1).
Proprio oggi nel tempo della crisi che,
non è economica, ma molto più profonda, abbiamo bisogno di ascoltare i profeti
che non pesano le parole col bilancino del politicamente corretto – quelle parole
che accarezzano, ma non guariscono -.
In questo momento abbiamo la voce molto
forte di papa Francesco, tanto amato, ma, temo, ascoltato con superficialità e
spesso frainteso. Il suo fare è
misericordioso, ma le sue parole sono di fuoco. Ascoltiamolo, perché ogni sua
predica o discorso, prende di mira uno di quei monti che impediscono l’avvicinarsi
di Dio. Ricordiamoci poi che, quando il Papa parla, ci invita a spianare i
nostri monti, non quelli degli altri.
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