XXV DOM. T.O.
Ascoltando la Parola che Dio ci ha detta, riconosciamo tre voci: quella
di Gesù, quella dei discepoli e quella dei nemici. Sono voci antiche, eppure
sempre nuove.
I nemici confabulano tra loro; vogliono tendere un’insidia, un agguato a
u
na persona di cui non conosciamo né il nome né l’origine; sappiamo però che è
uomo giusto, mite e paziente. Sono parole pronunciate molto tempo prima di
Gesù, ma sono facilmente applicabili a Lui, come anche a tanti uomini e donne che
in questi duemila anni sono stati fedeli al Vangelo e hanno pagato con la
libertà e la vita la loro coerenza.
Gesù è il Giusto per eccellenza, l’Agnello senza difetti e senza macchia;
con la Sua vita e la Sua parola ha messo
in discussione abitudini, tradizioni, stili di vita, privilegi e, soprattutto,
l’immagine di Dio. Egli è la Luce che rischiara le tenebre e, dove giunge il
Signore, la tenebra non può coesistere; per si difende: “per noi è d'incomodo e si oppone
alle nostre azioni; ci rimprovera le
colpe contro la legge e ci rinfaccia le
trasgressioni contro l'educazione ricevuta” (Sap 2,12).
Il male vuole essere lasciato libero di agire, non accetta critiche.
Gesù invece, Luce del mondo, addita il male e lo chiama per nome. E’ Lui stesso che ha detto: “Il vostro parlare sia sì sì; no no” (Mt 5,37). Cristo non è certamente uno politicamente corretto, che
cerca di nascondersi dietro le parole, Egli sa essere profondamente dolce, ma
anche urticante; del resto nell’Apocalisse, quando, con immagini strane si
descrive Gesù Cristo, si dice che: “Indossava
una tunica lunga … i capelli della sua testa erano bianchi … i suoi occhi erano
come fiamma ardente … dalla sua bocca usciva una spada affilata, a doppio
taglio” (Ap 1,13ss). La spada a doppio taglio è per l’appunto uno strumento
estremamente tagliente, che può entrare in profondità nella carne dell’uomo,
per risanarla, ma nel far questo, può essere molto dolorosa.
Gesù avrebbe potuto scegliere di stare zitto, di non dare fastidio ai
suoi ascoltatori, forse sarebbe morto di morte naturale, ma avrebbe tradito la
Verità e la volontà del Padre.
Anche i discepoli sono stati pieni di paura e intimiditi, ma a un certo
punto, nonostante fosse stato loro imposto di non parlare più di Gesù, con
grande libertà e coraggio, dissero: “Se
sia giusto dinanzi a Dio obbedire a voi invece che a Dio, giudicatelo voi. Noi
non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato” (At 4,19s). Questo è quanto siamo
chiamati a rispondere anche noi a un mondo che non vuole essere messo in
discussione e che cerca con tutti i mezzi di metterci a tacere, sia con la
violenza che con la derisione e la menzogna.
Mettiamo in conto quanto ci ha detto Gesù: “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste
del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; … Ricordatevi della parola che io
vi ho detto: … Se hanno
perseguitato me, perseguiteranno anche voi” (Gv 15 18ss) e “Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo
infatti agivano i loro padri con i falsi profeti guai a voi, quando tutti
diranno bene di voi” (Lc 6,26).
Abbiamo sentito anche la voce dei Discepoli: nemmeno loro fanno una gran
figura. Invece di ascoltare Gesù, si preoccupano dei ruoli. Gesù parla di una
strada lunga e faticosa che deve percorrere e che, inevitabilmente anche i suoi
discepoli dovranno fare, dove la
sofferenza estrema regnerà sovrana, ma costoro vogliono solo il potere, non per
servire, ma per dominare.
Gesù non è un imbonitore, come i tanti politici che, da troppi anni, ci
fanno credere cose mirabolanti, salvo lasciare tutto come prima, quando non
peggio; Egli non nasconde cosa significa essere Suoi. Gesù propone la via del
bello, del bene e del vero, ma sa che il brutto, il male e il falso, non Lo
lasceranno agire facilmente. Gesù dice di essere venuto a portare la guerra,
non la pace; una guerra senza sosta.
Signore Gesù, aiutaci a far sì che la nostra stessa vita sia una parola
che provoca. Non lasciare che diventiamo esperti di parole, alle quali manca la
carne. Nessuno debba mai dire di noi: “Fate
quello che vi dicono, ma non quello che fanno”. Aiutaci a provocare, non
perché violenti, ma in quanto evangelici, uomini e donne che, come Te, non si
piegano alle mode, a ciò che è più comodo e che amano appassionatamente Dio.
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