XXVIII DOM. T.O.
“Che cosa devo fare per avere in
eredità la vita eterna?” (Mc 10,17). Questa è la domanda che ogni pastore
vorrebbe sentirsi fare.
Chi chiede una cosa del genere, infatti, ha dentro di sé un desiderio prezioso; non sa
accontentarsi; non ha uno sguardo centrato solo sul presente; sa che la vita è
eterna, non destinata a una scomparsa nel nulla, a un salto in un buco nero. Un
desiderio come questo può diventare il motore di un’esistenza completamente
nuova, fin da subito, perché non dimentichiamo la vita eterna si costruisce già
qui e adesso.
Il vero problema per un pastore, non sono coloro che sono pieni di
desiderio, ma quelli senza passione, nei quali Dio non riesce più ad accendere
una scintilla di stupore.
Pensate cosa è stato capace di generare in Francesco di Assisi, il
desiderio della vita piena. Un giovane partito da un piccolo centro dell’Umbria,
è diventato una luce sfolgorante, capace di illuminare il suo tempo e il cui
riflesso continua a raggiungerci ancora oggi.
Oggi il Signore mi chiede: “Tu hai desiderio di vita eterna?”
Come faccio a capire se sto desiderando? Il giovane di cui stiamo
parlando, corre e si getta ai piedi di Gesù e domanda; egli agisce, fa delle
cose, chiede. Quando il desiderio è autentico e non solo speculazione mentale,
porta sempre a muoversi, agire.
Io sto agendo? Cosa sto facendo?
Tornando al nostro amico, riconosciamo che è anche un uomo per bene,
perché la sua esistenza è improntata sul rispetto degli altri. Egli da quanto
ci risulta, cerca di vivere le relazioni in maniera giusta. Per vivere in questo
modo, però, sostanzialmente non serve la fede. E’ indubbio che chi ha una
relazione con Dio può vivere in maniera più piena i Comandamenti legati al
rapporto con il prossimo, ma è altrettanto indubbio che, atei, agnostici e
credenti in altre divinità, possono vivere gli stessi atteggiamenti con
intensità.
Quest’uomo sente che il proprio atteggiamento, in realtà, non gli basta.
Grazie a questa consapevolezza, Gesù può proporre il di più: “Seguimi!”.
Il Signore chiede al giovane di fidarsi, di percorrere la stessa strada,
di fare le stesse cose, di imparare a pensare come pensa Lui.
Ecco allora che emerge la grande novità, ciò che rende i Cristiani
diversi e unici; non persone per bene, ma imitatori di Cristo.
Cristo Gesù è la via per la vita eterna; certamente una vita che raggiungerà
il suo zenit, dopo la morte, quando vedremo Dio faccia a faccia, ma che già
oggi è piena, sana, bella, compiuta. Gesù ci vuole così già adesso.
Inconsapevolmente la vita dei Santi ci affascina, proprio perché loro
esistenza, non priva di fatiche, profuma di pienezza e di bellezza.
Quando seguiamo Cristo non ci accontentiamo più di non uccidere, abbiamo
bisogno di donare la nostra vita, fino
anche a morire; non solo non rubiamo, ma ci è urgente arricchire gli altri; non
diciamo il falso, ma diciamo bene, diciamo la verità, anche quando per noi ha
un costo; non tradiamo, ma abbiamo l’esigenza di una fedeltà radicale, anche
nella prova.
Seguire Cristo Gesù, però, ha una precondizione: la libertà. Sappiamo
che, chi partecipa alla maratona porta con sé esclusivamente ciò che è
indispensabile, altrimenti sarebbe rallentato dalla pesantezza; così Gesù ci
chiede di saper discernere nella nostra esistenza cosa può rallentare o
addirittura fermare il nostro cammino: persone – “Chi ama il padre o la madre più di me non è degno
di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me” (Mt 10,37) -; cose – “Non
potete servire Dio e mammona” -; progetti personali formulati senza richiedere
al Signore – “Gli si
avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: «Maestro,
vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che
cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella
tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra» (Mc 10,35-37) -;
eccessivo amore per se stessi (philautia); il peccato; troppe sicurezze ecc …
Spirito Santo manda a noi dal cielo un raggio della Tua luce, perché
riconosciamo quali ricchezze ci bloccando e spengono il nostro desiderio,
facendoci vivere apparentemente più ricchi, ma certamente più tristi.
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