Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

mercoledì 23 dicembre 2015

Condivido le belle parole di un caro amico

In questi mesi non penso ad altro. Lo percepisco nella mia vita, tutti i giorni: questo mondo ha un disperato bisogno di qualcuno disposto a prendersi cura degli altri. E' un grido incessante che sale a DIO. E' un grido di aiuto che nasce dai poveri ..., dagli uomini disumanizzati che questa società asfittica produce quotidianamente, ma anche sopratutto da uomini e donne  soli e senza meta.
Questo mondo di disperati ha un bisogno estremo di essere preso a cuore e di qualcuno che sia capace di custodirlo. E' spiazzante. Fa male da morire. A vote ho la tentazione di mandare tutto a rotoli e di mandarlo proprio a quel paese questo mondo. A volte non ne voglio proprio sapere. Del resto il mondo non cambierà mai, mi dico, ma subito una profonda tristezza mi prende il cuore e penso: ma se non siamo disposti noi cristiani ad ascoltarlo questo grido, chi può farlo? Se io per primo perdo la speranza chi potrà averne?
Temo proprio che il mondo non cambierà mai e, probabilmente, cambiare non è la sua missione. 
Sono anche abbastanza sicuro che, farlo cambiare non sia per niente la nostra chiamata, ma qualcosa mi dice che non esiste regno di Dio senza questa zavorra che è il mondo. Come può esserci  regno di Dio, se non siamo disposti ad ascoltare, toccare, guardare? Così, anche se fa male, credo che il nostro compito sia semplicemente quello di accompagnarlo, custodirlo, prenderci cura di lui, senza stancarci di ascoltarne il grido.

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