“Figlio, se ti presenti per servire il
Signore, prepàrati alla tentazione. Abbi un cuore retto e sii costante, non ti
smarrire nel tempo della prova. Stai unito a lui senza separartene,
perché tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorni” (Sir 2,1ss); se siamo qui perché
vogliamo
seguire e servire Dio Padre, percorrendo la via del Vangelo, dobbiamo essere
coscienti che, non saremo lasciati in pace. perché tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorni” (Sir 2,1ss); se siamo qui perché
La prima domanda che dobbiamo porci – ognuno di noi personalmente e con spietata sincerità -, è:
realmente voglio seguire il Signore o sono qui perché i miei familiari mi hanno
messo in questo percorso; perché sono abituato ecc …?
Come faccio a capire, per darmi una risposta? Chiediamo soccorso ancora
una volta alla Parola di Dio: “dov’è il
tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore” (Mt 6,21). Ciò che è importante, ci attrae,
quindi ci fa fare dei passi concreti per raggiungerlo e ottenerlo. Guardiamo
allora i fatti concreti della nostra vita spirituale: preghiamo; partecipiamo all’Eucaristia
con assiduità; ci nutriamo della Parola di Dio; viviamo il sacramento della
Riconciliazione; andiamo a cercare nel prezioso tesoro della Tradizione della
Chiesa o ci accontentiamo sempre del minimo possibile? Ciò che amiamo ha
inevitabilmente un primato, mentre ciò che non ci interessa particolarmente,
finisce per essere relegato negli angoli delle nostre giornate.
Superata questa prima questione fondamentale, chiediamoci cosa è la
tentazione e chi ci tenta.
La tentazione è una chiamata a deviare dal proprio fine, a prendere una
strada diversa e il tentatore non è che il maligno, colui che vuole
disorientarci, sapendo che, più ci allontaneremo da Dio e dalla Sua via, più
saremo rovinati. Il fine della tentazione non è che questo: sporcare, rovinare,
distruggere il progetto di Dio.
Gesù ha subito la tentazione di
scegliere una via alternativa a quella della croce: davvero è necessario
percorre la strada dell’amore spinto fino al limite della sofferenza morale e
fisica, dell’umiliazione e della solitudine? Non è meglio compiere gesti forti,
eclatanti, straordinari, inequivocabili così tutti ti seguiranno? Fino
all’ultimo istante Gesù ha dovuto fare i conti con questa tentazione: “Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci
in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla
croce!». Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo
schernivano: «Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. È il re
d'Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo. Ha confidato in Dio; lo liberi lui
ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: Sono Figlio di Dio!» (Mt 27,40ss).
Per qualcuno la tentazione è grossolana, sfacciata, diretta, ma per la
maggioranza è subdola, astuta, intelligente.
La tentazione è subdola; ci
raggiunge sempre al momento opportuno, quando
siamo meno vigili – per questo Gesù ha detto: “Vegliate” -; quando siamo fragili, perché la vita ci
affatica con le sue delusioni, fallimenti, il dolore, la malattia, i tradimenti;
non per niente Gesù è stato raggiunto dopo quaranta giorni di digiuno “quando ebbe fame” e sulla croce, quando
il dolore e l’umiliazione avevano raggiunto lo zenit. Quando siamo in crisi per qualcosa, stanchi e delusi, ecco che
dobbiamo attenderci una chiamata a scappare dalla strada che abbiamo
intrapresa, dalla nostra vocazione. E’ come si ci venisse sussurrato: perché ti
ostini a fare tutta questa fatica?
La tentazione è intelligente,
perché passa attraverso i nostri punti deboli. Il nemico cerca nelle mura
difensive della città il punto più facile da superare, così il maligno cerca di
conoscere le nostre debolezze e lì si attacca. Cercherà sempre di passare per
la stessa fenditura, a meno che, diventiamo astuti anche noi e cominciamo a
difenderci.
La tentazione è intelligente, perché
si ammanta sempre di bene, di luce. Non per niente uno dei nomi del diavolo è
Lucifero, ossia portatore di luce. Non aspettiamoci che la tentazione ci venga
proposta da un mostro, bensì da un angelo, seppur camuffato.
Molto spesso, quando aderiamo alla tentazione, quando diciamo Sì, è
perché crediamo di non fare qualcosa di male, bensì qualcosa di giusto. Noi non
aderiremmo mai a una chiamata al male. È anche per questo che, è stata
inventata l’antilingua, ossia parole che invece di manifestare la verità, la
nascondono: aborto, dolce morte ecc …
Padre nostro, che sei nei cieli, non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal maligno. Amen
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