Dichiarazione
dell’Arcivescovo Giampaolo Crepaldi
Giovedì scorso14 dicembre il Parlamento italiano ha approvato la
legge cosiddetta sulle DAT
che apre all’eutanasia, persino in forme più
accentuate che in altri Paesi. Durante la fase della discussione in Parlamento
e nel Paese anche io, come vescovo e come presidente dell’Osservatorio
Cardinale Van Thuân, ero intervenuto, insieme ad altri, come per esempio il
Centro Studi Rosario Livatino, per mettere in evidenza la gravità del contenuto
di questo testo di legge. Purtroppo ha prevalso un’ideologia libertaria e, in
definitiva, nichilista, espressa in coscienza da tanti parlamentari. Così
l’Italia va incontro ad un futuro buio fondato su una libertà estenuata e priva
di speranza. Questa legge si aggiunge ad altre approvate in questa triste
legislatura che hanno allontanato la nostra legislazione sulla vita e sulla
famiglia dalla norma oggettiva della legge morale naturale che è inscritta nei
nostri cuori, ma che spesso i piccoli o grandi interessi di parte e le
deformazioni dell’intelligenza nascondono agli uomini. Coloro che con grande
impegno stanno smantellando per via legislativa i principi della legge morale
naturale, che per il credente è il linguaggio del Creatore, non sono però in
grado di dirci con cosa intendano sostituirne gli effetti di coesione sociale
in vista di fini comuni. La libertà intesa come autodeterminazione, che questa
legge afferma ed assolutizza, non è in grado di tenere insieme niente e
nessuno, nemmeno l’individuo con se stesso.
Preoccupa molto che in questa legislatura leggi così negative
siano state approvate in un contesto di notevole indifferenza. Esprimo il mio
compiacimento e sostegno per tutti coloro che si sono mobilitati, con la
parola, gli scritti ed anche con le manifestazioni esterne, per condurre questa
lotta per il bene dell’uomo. Devo però anche constatare che molti altri
avrebbero dovuto e potuto farlo. Questa mia osservazione vale anche per il
mondo cattolico. Ampie sue componenti si sono sottratte all’impegno a difesa di
valori così fondamentali per la dignità della persona, timorose, forse, di
creare in questo modo muri piuttosto che ponti. Ma i ponti non fondati sulla
verità non reggono.
In momenti come questo può prevalere un sentimento di
scoraggiamento. E’ comprensibile. Tutto si paga in questa vita e le pessime
leggi approvate produrranno sofferenza e ingiustizia sulla carne delle persone.
Si ha l’impressione di doversi ormai impegnare per ricostruire dalle basi un
alfabeto che è stato disarticolato. Nel contempo, occorre anche ricordare che
la storia rimane sempre aperta a nuovi percorsi e soluzioni e che nella storia
ci si offrono sempre nuove possibilità di recupero e di riscatto. Recupero e
riscatto che non ripagheranno, umanamente parlando, le ingiustizie provocate e
subite, ma che permetteranno di non consentirne di nuove. Non dimentichiamo che
c’è la storia, ma anche il Signore della storia. In Lui confidiamo per essere
pronti alle nuove occasioni che Egli ci metterà davanti.
+ Giampaolo Crepaldi
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