Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 17 dicembre 2017

Pregiudizio



III DOM. AVV.

     Secondo il vocabolario Treccani il pregiudizio è un’”idea, opinione concepita sulla base di convinzioni personali e prevenzioni generali, senza una conoscenza diretta dei fatti, delle persone, delle cose, tale da condizionare fortemente la valutazione, e da indurre quindi in errore”. Il pregiudizio è frutto di una non conoscenza diretta.

     Quanto soffriamo quando ne siamo vittime!
     Ebbene, Dio è oggetto di pregiudizio. Quanti Lo rifiutano, perché pensano di conoscerLo, ma, in realtà, rifiutano solamente l’immagine distorta che di Lui si son fatta. Eppure non si può amare realmente né rifiutare, se non ciò che si conosce.
     A cosa è dovuto il pregiudizio?
     Come abbiamo già detto, all’ignoranza più o meno colpevole, ma anche all’errata o parziale informazione da parte di altri.
     Giobbe nella sua malattia, si trova a dover combattere con gli amici, i quali continuano a ripetergli che la sua condizione è certamente dovuta a qualche colpa, perché Dio premia i buoni, ma punisce i peccatori. Elifaz il Temanita gli dice: “Ricordalo: quale innocente è mai perito e quando mai uomini retti furono distrutti? Per quanto io ho visto, chi ara iniquità e semina affanni, li raccoglie. A un soffio di Dio periscono e dallo sfogo della sua ira sono annientati” (Gb 4,7ss). Giobbe stesso arriva a dire a Dio: “Tu sei un duro avversario verso di me e con la forza delle tue mani mi perseguiti; mi sollevi e mi poni a cavallo del vento e mi fai sballottare dalla bufera” (Gb 30,21s) alla fine, però, con grande onestà afferma: “Davvero ho esposto cose che non capisco, cose troppo meravigliose per me, che non comprendo. … Io ti conoscevo solo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti hanno veduto. Perciò mi ricredo e mi pento sopra polvere e cenere» (Gb 42,3ss).      
     Gli amici di Giobbe hanno chiara l’idea di un Dio che retribuisce ciascuno secondo le sue opere e, questa immagine, la diffondono intorno a sé, come l’eco che moltiplica e  porta lontano la voce di uno.
    Io sto aiutando gli altri a conoscere Dio o sto solo confermando il loro pregiudizio e aiutandoli ad allontanarsi da Lui?
     Non è una cosa da niente, perché in un mondo che cerca senso, libertà, gioia, si rifiuta Dio, nell’errata convinzione che Lui generi solo schiavi sottomessi. Troppi pensano che Dio sia una cattiva notizia per i miseri; che spezzi e ferisca i cuori; faccia schiavi coloro che vogliono essere liberi e, mantenga in carcere i prigionieri.
     E’ un circolo vizioso, perché il pregiudizio separa da Dio, ma allontanandoci da Lui, ci porta fuori strada, disorientandoci e, allontanandoci dalla meta .
     Di chi è la colpa?
     Intanto ognuno è responsabile personalmente: chi non prega, non cerca, non approfondisce, non si pone domande, ecc … non può che accusare prima di tutto se stesso.
     Dobbiamo riconoscerlo però, l’idea del tutto falsa che una parte della cristianità s’è fatta e che ha trasmessa, ha reso molto più forte la rivolta degli uomini verso Dio: “In nessun problema c’è ignoranza più profonda di quella che esiste nell’ambiente dei cristiani medi intorno all’idea di Dio. … L’ostacolo viene dalla massa informe dei credenti. Si tratta dell’ateismo presente all’interno dei cristiani” (P. Evdokimov, L’amore fole di Dio, 19).
     Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui” (Gv 1,6s). Il Signore Dio continua a mandare uomini che, dopo essere stati con Lui e averLo conosciuto, mostrino a tutti la Sua bellezza. Dio ha bisogno di testimoni credibili che, non si nascondano e non nascondano la Buona notizia divina. Quando noi taciamo o diffondiamo “il vangelo secondo me”, non facciamo altro che ostacolare il bene degli uomini. Noi crediamo di rispettarli nella loro libertà, invece siamo come quei medici che, per non offendere o spaventare i loro pazienti, li lasciano soffrire o morire, piuttosto che indicargli la cura adeguata.
     Grazie Signore, per tutti i Tuoi santi di ieri e di oggi che, fedeli a Te, ci mostrano il Tuo vero volto e ci consentono di camminare verso la vita piena.
     Perdonaci Signore, perché invece di metterci in ginocchio e lasciarci raggiungere da Te, preferiamo accontentarci del sentito dire. Perdonaci, perché tanti Ti rifiutano, anche per il fatto che noi non gli parliamo di Te e non li aiutiamo a conoscerTi. Purtroppo non siamo convinti fino in fondo che Tu sia l’unica via, la verità e la vita. Strappa il velo che copre i nostri occhi; toccaci il cuore, così potremo diventare medicina in questo mondo che non Ti conosce. 
    
    

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