S. MARIA MADRE DI DIO
In una lettera pubblicata su un rivista, un catechista scrive che, a
domanda specifica, i ragazzi della Cresima, hanno dichiarato in maggioranza che
Gesù Cristo non è Dio.
Se questa foste una triste eccezione, non ci sarebbero
grossi problemi, ma in realtà dobbiamo constatare che non si può più dare per
scontato che molti cristiani sappiano in cosa credono.
E’ il momento di riconoscere che è necessario lasciarsi rievangelizzare.
Cosa significa? Dobbiamo rimetterci alla scuola del Vangelo che
crediamo di conoscere, quando in realtà, non abbiamo che la testa e il cuore
pieno di poche idee e confuse.
Oggi, anche se sembra essere una festa di Maria, in realtà vogliamo
parlare di Gesù. Non per niente i pastori vanno a vedono Giuseppe, Maria e il
bambino, ma è solo di Lui che parlano a coloro che incontrano.
La notizia che risuona ancora necessariamente è che, quel bambino così
fragile e uguale in tutto e per tutto ai suoi simili, è Dio. Egli ha scelto
questo strana via, perché vuole essere l’Emmanuele – Dio con noi e, perché
nessuno potesse più sentirsi autorizzato ad avere paura di Dio. Come puoi
tremare davanti a un Dio bambino che, tra l’altro si lascerà crocifiggere per
te? Dio poi ha voluto mostrarci come vivere; non ce l’ha solo detto, ma ha
vissuto per primo ciò che ha proposto a noi.
Oggi è anche la giornata della pace e anch’essa ci deve provocare.
Scrive papa Pio XII alla vigilia della II Guerra mondiale: “Nulla è perduto con la pace. Tutto può
esserlo con la guerra. Ritornino gli uomini a comprendersi. Riprendano a trattare”
(Radiomesasggio, 24 VIII 1939).
In questo momento non sto pensando alle guerre tra le nazioni, ma a quelle da
cuore a cuore: tra coniugi, colleghi, vicini di casa, fratelli, ecc … ossia
alle guerre che noi provochiamo o che ci vedono cobelligeranti. In un mondo
dove non si vuole porre fine a queste “piccole guerre”, come si può pensare che
cessino le “grandi”?
“Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio” (Mt 5,9): non coloro che “parlano di pace al loro prossimo, ma hanno
la malizia nel cuore” (Salmo 27,3), bensì coloro che fanno “fatti “ di
pace; che sanno di essere chiamati al perdono e non al rancore e alla vendetta;
che sanno fermarsi quando una parola o un gesto possono fare scoppiare un
conflitto; che sanno chiedere perdono
per primi. Questi sono operatori di pace, perché sono pacifici.
Noi siamo figli del Dio della pace e, come ci ricorda l’apostolo
Giovanni: “Da questo conosciamo di essere
in lui. Chi dice di rimanere in lui, deve anch'egli comportarsi come lui si è
comportato” (1Gv 2,5s).
San Paolo ci esorta: “Voi infatti,
fratelli, siete stati chiamati a libertà. Purché questa libertà non divenga un
pretesto per vivere secondo la carne, ma mediante la carità siate a servizio
gli uni degli altri. Tutta la legge infatti trova la sua pienezza in un
solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso. Ma se vi mordete e
divorate a vicenda, guardate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli
altri!” (Gal 5,13ss).
Signore Gesù, noi crediamo fermamente che Tu sei Dio; Luce da Luce;
Dio vero da Dio vero, generato e non creato della stessa sostanza del Padre.
Sappiamo però che a Te non basta questo. Tu vuoi che siamo nel mondo un riflesso
della Tua presenza: chi vede noi, deve poter riconoscere Te in trasparenza.
Lo Spirito Santo ci sostenga con la Sua potenza, affinché possiamo
essere testimoni credibili e costruttori di pace in un mondo ferito dalla
divisione. Aiutaci a ricordare che, dove c’è la divisione, è in opera e gode,
colui che è il padre della divisione, satana.
Padre, vogliamo essere operatori di pace, così che Tu possa riconoscerci
come figli Tuoi.
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