EPIFANIA
L'apartheid,
letteralmente, "separazione", era la politica di segregazione
razziale istituita nel secondo dopoguerra dal governo di etnia bianca, rimasta
in vigore in Sudafrica fino al 1994 e
negli Stati Uniti d’America, formalmente, fino al 1964.
In quelle nazioni, non
tutte le persone potevano accedere alle stesse strutture, opportunità, perché
non a tutti erano riconosciuti gli stessi diritti. E’ terribile che in nazioni
cristiane, anche se a prevalenza protestante, fosse in vigore un sistema di questo
genere. Dio infatti non vuole separazione, per Lui non ci sono uomini di serie
A e altri di serie B.
Cos’è questa Epifania? Il termine deriva
dal verbo greco epiphànein,
composto di epì dall'alto e phànein apparire. Le epifania (dato che
in greco è un plurale), nell'antica Grecia erano le feste dedicate a una
particolare divinità durante le quali essa si manifestava - anche solo nel
naos, il cuore segreto e inaccessibile del tempio. Ora non resta che una sola Epifania:
quella di Cristo.
Subito dopo la nascita di Gesù, la prima manifestazione è stata ai
pastori, oggi invece è a questi uomini venuti dall’Oriente: i Magi. I pastori
erano persone emarginate, poco apprezzate. Vivevano insieme agli animali, separate
dal resto dell'umanità e, a causa di questo contatto permanente, erano
considerati impuri. Mai, nessuno li avrebbe invitati a visitare un neonato. Ma
proprio a questi pastori appare l'Angelo del Signore per trasmettere la
grande notizia della nascita di Gesù.
I Magi invece, per quello che ne sappiamo,
erano pagani, un’altra categoria di intoccabili.
In questo modo Dio grida una parola fortissima: nessuno è escluso dal
Suo sguardo; nessuno può essere considerato straniero: “Ricordatevi che un tempo, voi pagani … eravate esclusi … senza speranza e senza
Dio nel mondo. Ora invece, voi che eravate lontani, in Cristo Gesù siete
diventati vicini. … Così dunque non siete più stranieri né ospiti” (Ef
2,11-13;19). Non può esistere un apartheid spirituale, perché chiunque desidera
lasciarsi amare e salvare da Dio ha il diritto ad accostarsi a Lui. Andiamo e
diciamolo a tutti.
Lunedì mattina ci siamo svegliati mentre
scendeva dal cielo una fitta neve, anche se, ben presto, si è trasformata in
acqua. Martedì invece abbiamo goduto d’una giornata splendida, con un sole
chiaro che, quasi ci ha fatto pregustare la primavera e ci ha messo addosso un
benessere nuovo. L’epifania è paragonabile a questo fenomeno e ce lo ricorda il
profeta Isaia: “la tenebra
ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te risplende il
Signore” (Is 60,2). La nascita di Gesù ha portato
definitivamente la luce nel mondo e dove giunge la luce, arretra la tenebra. Noi
siamo figli del giorno e non della tenebra.
Purtroppo però, anche quando godiamo di
giornate così belle, non tutti si lasciano raggiungere dalla luce e il calore
e, per tante ragioni, lasciano che
prevalgano la nebbia e la tenebra. Anche se il Signore, come sole che sorge,
illumina e riscalda, non sempre riesce a fare diradare le nostre tenebre.
Di fronte a quella luce abbagliante,
infatti, c’è chi reagisce come Erode: con il turbamento e la paura di perdere
qualcosa. Erode temeva per il suo trono; noi più spesso temiamo che questo Dio,
pretenda come prezzo la nostra libertà. Poveri noi, illusi. Abbiamo allontanato
Dio, convinti di trovare la libertà e siamo diventati schiavi degli idoli.
C’è anche la risposta indifferente dei
capi dei sacerdoti e degli scribi che, pur sapendo, non si muovono. In passato sono
entrato in una chiesa e sono rimasto profondamente. Arrivato nella chiesa già
quasi piena, mi sono accorto che tutti erano totalmente indifferenti al Signore
presente nel SS. Sacramento presente nel tabernacolo; chi rideva, chi parlava a
voce alta, chi giocava, ecc … Il Signore era lì, presente personalmente, ma
nessuno sembrava darsene la minima pena.
“La
cultura contemporanea, non si erge affatto contro Dio, ma modella una umanità
“senza Dio”. … L’ateismo è diventato un fenomeno di massa, senza conoscere
frattura di sorta … Oggi si diventare atei non comporta alcuna scelta; meno
ancora esige di negare l’esistenza di Dio; basta lasciarsi andare per essere
come tutti gli altri” (P. Evdokimov; L’amore
folle di Dio).
C’è infine la scelta dei Magi. Gli esclusi
si lasciano attrarre. Non si limitano a ragionare; non si fanno solo domande,
ma cercano risposte; non si piangono addosso; non si lasciano bloccare dalle
paure: partono. La fede la trovano lungo la strada, non all’inizio. Vedono Dio,
perché si muovono; perché lo vanno a cercare dove Lui si trova, anche se è
fuori dai loro schemi.
Abbiamo bisogno che i Magi diventino patroni dei nostri giorni, perché
corriamo sempre, ma rischiamo di non muoverci. Ci lamentiamo continuamente
della tenebra, ma non andiamo in cerca della Luce.
Signore, rischiara le nostre tenebre. Svegliaci da questo sonno.
Nessun commento:
Posta un commento