Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 14 gennaio 2018

Solo chi cerca, trova



II DOM. T.O.

     Fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: “Ecco l’agnello di Dio!” (Gv 1,35). Giovanni Battista sta indicando Gesù a delle persone perché Lo stanno cercando o meglio
, stanno cercando il Messia e non riescono a riconoscerlo.
     In questa vicenda c’è del movimento, perché ci sono persone in ricerca.
     Gesù ha detto: “Chi cerca, trova!” (Lc 11,10). Cercare, significa compiere dei passi concreti verso qualcosa di cui si ha bisogno e che ancora non si possiede o non si possiede più. Quanto più è essenziale ciò che si cerca, tanto più urgenti e rapide saranno le scelte compiute.
     La ricerca è figlia primogenita del desiderio - questo termine è composto dalla preposizione de- che in latino ha sempre un'accezione negativa e da sidus che significa, letteralmente, stella. Desiderare significa, quindi, letteralmente, "mancanza di stelle"-; chi desidera, si muove, mentre chi non desidera, è simile a una statua di marmo, magari bella, ma che non è provocata da nulla: «Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!» (Mt 11,17), dice Gesù ai suoi contemporanei. Ci sono persone alle quali puoi proporre qualsiasi cosa, ma troveranno sempre una scusa valida per non accoglierla; lì manca il desiderio. Viceversa, quando il desiderio è vivo, nessun ostacolo sembra troppo grande. I Magi che, dal lontano Oriente seguono la stella e giungono a Betlemme di Giudea, sono la bella testimonianza di chi cerca.
     La ricerca è ostinata e non s’arrende, anche quando non giunge immediatamente alla meta e deve adattarsi a percorrere strade lunghe e, a volte, impervie; a tornare indietro e a cercare nuovi percorsi. Il desiderio non cerca scorciatoie e, non si accontenta, finché non giunge a destinazione. Il cercatore è una persona viva.
    
     «Il desiderio di Dio è inscritto nel cuore dell'uomo, perché l'uomo è stato creato da Dio e per Dio; e Dio non cessa di attirare a sé l'uomo e soltanto in Dio l'uomo troverà la verità e la felicità che cerca senza posa» (CCC 27); anche se in realtà “per larghi settori della società Egli non è più l’atteso, il desiderato, quanto piuttosto una realtà che lascia indifferenti, davanti alla quale non si deve nemmeno fare lo sforzo di pronunciarsi” (Benedetto XVI, Udienza generale,  07.XI, 2012), questo non cambia la realtà delle cose. Stiamo lasciando spegnere il Desiderio e con esso, ci stiamo rovinando con le nostre stesse mani.  
     Per trovare ciò che si cerca, ci sono almeno tre condizioni:
     Muoversi.
     Andare dove si trova ciò che si cerca. Cito ancora una volta Seneca, quando dice che, “se prendiamo una strada sbagliata; e se questa, poi, conduce addirittura in una direzione contraria, la velocità con cui procediamo rende sempre più distante la nostra mèta” (La felicità, 1). “Tutte le strade portano a Roma”, ma non tutte le strade portano a Dio. L’inferno è l’estrema conseguenza della libertà umana e frutto di un ostinato allontanamento dalla meta.
     Lasciarsi condurre da chi ha percorso la strada ed è giunto a destinazione. Questi discepoli trovano Gesù, perché Giovanni glieLo ha indicato; essi, a  loro volta, Lo indicano ad altri. Il piccolo Samuele riesce a decifrare che Dio lo sta chiamando, grazie alla mediazione del sacerdote Eli.
     Dobbiamo stare attenti, però, perché, come recita un proverbio cinese: “Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito"; non dobbiamo fermarci a chi ci indica Gesù, ma volgere lo sguardo e i passi dietro a Gesù. E’ solo Dio che “sazia ogni fame dentro al cuore”. Rischiamo altrimenti di fare la fine della chiesa di Corinto, profondamente spaccata al suo interno: “a vostro riguardo, fratelli, mi è stato segnalato … che tra voi vi sono discordie. Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: «Io sono di Paolo», «Io invece sono di Apollo», «Io invece di Cefa», «E io di Cristo» (1Cor 1,11s). Ringraziamo di cuore coloro che ci indicano Gesù, ma vogliamo seguire Lui. Nella sua prima predica come nuovo arcivescovo di Parigi, monsignor Aupetit ha detto: “Non guardate l’arcivescovo, contemplate il Cristo”.
     Infine, ancor più, però dobbiamo stare attenti a coloro che, invece di indicarci Gesù, ci propongono strade alternative e ci allontano da Lui. A loro dobbiamo dire: ciò che mi proponi non mi interessa.

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