III DOM. T.O.
“Gesù, entrato di sabato nella sinagoga,
insegnava. … Ed ecco … vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e
cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a
rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!» (Mc 1,21ss).
Parto da qui, perché questa parola di Gesù continua a provocarmi
e, per
questo, non posso metterla a tacere, anche se l’episodio sembra non c’entrare
nulla con il comando di Gesù: “Convertitevi
e credete nel Vangelo” (Mt 1,15).
Gesù nel giorno riservato esclusivamente a Dio, entra nella sinagoga,
dove è custodita la Parola di Dio, per essere conosciuta e vissuta. Tutto
avviene in un contesto sacro, eppure vi è un uomo posseduto da uno “spirito impuro”, ossia contrario a Dio che,
lì, vi sta tranquillo, almeno finché non giunge Gesù.
E’ paradossale, ma si può stare nei luoghi di Dio, compiere gesti che
hanno a che fare con Lui, essere profondamente devoti, ma senza essere Dio.
Durante la terribile dittatura Argentina, il presidente Videla - considerato un
“buon cattolico” -, acconsentiva o addirittura ordinava, per quelli che erano
considerati nemici che, dopo essere stati torturati, venissero caricati su
degli aerei, narcotizzati, denudati e, quindi, gettati nell’oceano. Quest’uomo
diceva: “dovranno morire tutte le
persone che sia necessario», per il bene dell’Argentina. Ecco cosa
significa stare nella casa di Dio, pur avendo dentro di sé uno spirito impuro.
Ci troviamo anche noi in questa situazione quando, pur stando qui, il nostro
cuore non appartiene a Dio; quando non siamo la Sua casa, ma Lo consideriamo un
ospite scomodo e ingombrante e non Gli consentiamo di condizionarci nelle
nostre scelte: “questo popolo si avvicina
a me solo con la sua bocca e mi onora con le sue labbra, mentre il suo cuore è
lontano da me” (Is 29,13).
L’uomo della sinagoga grida: “Tu
sei venuto per rovinarci”, perché ha
capito bene che Gesù non tollera una situazione del genere: “Nessuno può servire due padroni, perché o
odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà
l’altro” (Mt 6,24). Dove entra la luce, non può contemporaneamente coesistere
la tenebra.
Allora comprendiamo bene cosa significa: “Convertitevi e credete nel Vangelo”. La presenza di Dio chiede una
risposta, una presa di posizione: non si può rimanere neutri - “Conosco le tue opere: tu non sei né freddo
né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè
né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca” (Ap 3,15) -.
La conversione è una trasformazione progressiva, profonda e radicale: “se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le
cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove” (2Cor 5,17); “vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di
voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di
carne” (Ez 36,26).
Cosa significa la conversione? Ci risponde san Paolo, il grande
convertito: “non vivo più io, ma Cristo
vive in me” (Gal 2,20). L’evangelista Giovanni chiarisce ancora meglio: “Chi dice di rimanere in lui, deve anch’egli
comportarsi come lui si è comportato” (1Gv 2,6).
Lo so, siamo davanti a qualcosa di gigantesco, ed è per questo che non
può essere frutto della nostra volontà e delle nostre forze. Solo Dio può darci
un cuore nuovo e farci passare da Saulo a Paolo. Noi possiamo solo dare la
disponibilità fattiva al Signore; cercando di abbattere le barriere che
ostacolano la Sua venuta. Solo noi possiamo scegliere di “lasciare le nostre
reti, scendere dalla barca” e cominciare a seguire Gesù, perché solamente lungo
la strada, stando con Lui, avverrà la trasformazione, perché sarà Lui, con la
forza dello Spirito Santo che la opererà.
Questo è il tempo favorevole. Gesù stesso dice: “il tempo è compiuto”. In greco esistono diverse parole per dire
tempo: kronos e kairós. Kronos
indicava la durata, kairós significava invece il tempo opportuno, la
buona occasione, il momento propizio per realizzare una determinata scelta. Gesù
vuole dire che, con Lui, è giunto il tempo di scegliere e di agire; non di
rimandare sine die.
Noi diciamo: “Grazie Gesù, perché oggi sei entrato nella nostra chiesa,
ci stai parlando e ci aiuti a stanare e a scacciare lo spirito impuro che ci
abita e voleva rimanere nascosto. Vincilo Tu, con la Tua presenza, perché noi,
pur essendo deboli, vogliamo stare dalla Tua parte e non vogliamo accontentarci
di una fede di facciata”.
“Invadimi completamente e
fatti maestro di tutto il mio essere
perché la mia vita
sia un'emanazione della tua.
fatti maestro di tutto il mio essere
perché la mia vita
sia un'emanazione della tua.
… prendi possesso di me a tal punto
che ogni persona che accosto
possa sentire la tua presenza in me.
Guardandomi, non sia io a essere visto,
ma tu in me.
che ogni persona che accosto
possa sentire la tua presenza in me.
Guardandomi, non sia io a essere visto,
ma tu in me.
Rimani in me.
Allora risplenderò del tuo splendore
e potrò fare da luce per gli altri.
Ma questa luce avrà la sua sorgente
unicamente in te, Gesù,
e non ne verrà da me
neppure il più piccolo raggio:
sarai tu a illuminare gli altri
servendoti di me” (Beato Cardinal Newan).
Allora risplenderò del tuo splendore
e potrò fare da luce per gli altri.
Ma questa luce avrà la sua sorgente
unicamente in te, Gesù,
e non ne verrà da me
neppure il più piccolo raggio:
sarai tu a illuminare gli altri
servendoti di me” (Beato Cardinal Newan).
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