S. PASQUA
In questi giorni la Francia si è fermata, giustamente commossa, davanti
al gendarme Arnaud Beltrame.
Quest’uomo, nato e cresciuto in una famiglia non
praticante, dieci anni fa ha accolto la conversione al Cristo e, durante un
ennesimo attentato terroristico, si è offerto al posto di una donna presa in
ostaggio. Arnaud è morto sgozzato.
La Francia lo chiama eroe; la Chiesa, martire. L’eroe è un uomo un po’
eccezionale che fa cose eccezionali; il martire è uno come tanti, chiamato a
essere testimone di un amore grande. L’eroe deve avere dei superpoteri, il
martire ha con sé solo la grazia di Dio che, “dona agli inermi la forza del martirio” (Prefazio dei Martiri).
Celebrare la Pasqua è fare esperienza dell’amore di Dio; un amore
talmente forte e concreto che ha portato Dio stesso a consegnare la propria
vita per la liberazione dell’umanità. Arnaud è l’incarnazione oggi di quello stesso
amore. Quest’uomo è testimone del Risorto, perché lui stesso si è lasciato
portare da morte a vita.
Dire che Cristo è risorto, quindi, non significa ripetere, per abitudine,
un fatto del passato, ininfluente oggi, ma lasciare che la Sua vittoria sul
male e sulla morte continui a produrre riflessi di luce attraverso la nostra esistenza.
E’ chiaro: non tutti dovremo morire martiri, ma tutti siamo chiamati a essere
testimoni di una vita donata nella quotidianità, a coloro che già concretamente
incontriamo.
Cristo è risorto! Egli che ha detto: “io depongo la mia vita per prenderla di nuovo. Nessuno me la
toglie, ma la depongo da me stesso; io ho il potere di deporla e il potere di
prenderla di nuovo” (Gv 10,17s), è fedele alle Sue promesse. Se Dio è fedele,
possiamo fidarci di Lui; se Dio è fedele, possiamo lasciarci condurre da Lui,
anche su quelle strade che un poco ci spaventano, ma che ci conducono verso
quella vita piena a cui aspiriamo.
“Cristo è risuscitato dai morti, primizia
di coloro che sono morti. Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a
causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti; e come tutti
muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo” (1Cor 15,20ss).
Cristo è risorto e ha definitivamente scardinato le porte dell’oltretomba. La
morte non è un salto in un buco nero, dove nulla di noi, della nostra storia,
lascerà il segno; non è una porta aperto verso una serie di reincarnazioni che,
non esistono; la morte è il passaggio, anche se faticoso, da vita a miglior
vita; tutto di noi giunge alla presenza di Dio. Se Cristo è risorto, noi non
abbiamo più paura della morte; non la amiamo, non la cerchiamo, ci fa piangere
e stare male, ma non ci spaventa più.
Cristo è risorto e noi possiamo permetterci il lusso di non avere ancora
compreso tutto, come i discepoli verso Emmaus. Anche noi, come loro, abbiamo
bisogno che Gesù ci affianchi lungo il cammino della vita e ci spieghi, perché
il nostro cuore e la nostre mente sono pieni di domande, senza risposte.
Cristo può affiancarsi a noi, se stiamo camminando, magari delusi e
tristi, perché non riusciamo a trovare ciò che cerchiamo. L’ha detto Lui: “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, a chi bussa sarà aperto”.
L’importante è che siamo per via, non semplicemente seduti a lamentarci.
Cristo può affiancarci, se non Lo allontaniamo quando, sotto mentite
spoglie, ci accosta. Abbiamo bisogno di lasciarci stupire da Gesù; di lasciarci
portare su strade, esperienze, incontri che vanno oltre le strade, le
esperienze e gli incontri che facciamo abitualmente. San Francesco di Assisi, sarebbe ancora Francesco di Bernardone, se
non fosse sceso da cavallo per abbracciare il lebbroso che gli ripugnava. Santa Teresa di Calcutta sarebbe
rimasta la degna suora insegnante di un elitario collegio indiano, se non
avesse ascoltato la voce che, sul treno, l’ha chiamata a servire i più poveri. Chiara Corbella non avrebbe acceso una
luce nella storia, se non avesse accolto, probabilmente con legittima fatica,
le malformazioni mortali dei suoi figli e poi, la malattia che l’ha condotta
alla morte.
Signore Gesù, fermati oggi con noi; cammina al nostro fianco. Abbiamo
bisogno di lasciarci scaldare il cuore, perché è pieno di paure, di dubbi, di
stanchezze. Cerchiamo da tanto un po’ di sollievo, in situazioni dove Tu non
sei protagonista; oggi sentiamo di nuovo che, Tu sei il solo che può saziare la
nostra fame e la nostra sete. Resta con noi! Scegli Tu il modo.
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