Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 1 aprile 2018

Cristo è risorto e noi abbiamo vinto con Lui.


S. PASQUA


     In questi giorni la Francia si è fermata, giustamente commossa, davanti al gendarme Arnaud Beltrame.
Quest’uomo, nato e cresciuto in una famiglia non praticante, dieci anni fa ha accolto la conversione al Cristo e, durante un ennesimo attentato terroristico, si è offerto al posto di una donna presa in ostaggio. Arnaud è morto sgozzato.
     La Francia lo chiama eroe; la Chiesa, martire. L’eroe è un uomo un po’ eccezionale che fa cose eccezionali; il martire è uno come tanti, chiamato a essere testimone di un amore grande. L’eroe deve avere dei superpoteri, il martire ha con sé solo la grazia di Dio che, “dona agli inermi la forza del martirio” (Prefazio dei Martiri).
     Celebrare la Pasqua è fare esperienza dell’amore di Dio; un amore talmente forte e concreto che ha portato Dio stesso a consegnare la propria vita per la liberazione dell’umanità. Arnaud è l’incarnazione oggi di quello stesso amore. Quest’uomo è testimone del Risorto, perché lui stesso si è lasciato portare da morte a vita.  
     Dire che Cristo è risorto, quindi, non significa ripetere, per abitudine, un fatto del passato, ininfluente oggi, ma lasciare che la Sua vittoria sul male e sulla morte continui a produrre riflessi di luce attraverso la nostra esistenza. E’ chiaro: non tutti dovremo morire martiri, ma tutti siamo chiamati a essere testimoni di una vita donata nella quotidianità, a coloro che già concretamente incontriamo.

     Cristo è risorto! Egli che ha detto: “io depongo la mia vita per prenderla di nuovo.  Nessuno me la toglie, ma la depongo da me stesso; io ho il potere di deporla e il potere di prenderla di nuovo” (Gv 10,17s), è fedele alle Sue promesse. Se Dio è fedele, possiamo fidarci di Lui; se Dio è fedele, possiamo lasciarci condurre da Lui, anche su quelle strade che un poco ci spaventano, ma che ci conducono verso quella vita piena a cui aspiriamo.  

     “Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti.  Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti;  e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo” (1Cor 15,20ss). Cristo è risorto e ha definitivamente scardinato le porte dell’oltretomba. La morte non è un salto in un buco nero, dove nulla di noi, della nostra storia, lascerà il segno; non è una porta aperto verso una serie di reincarnazioni che, non esistono; la morte è il passaggio, anche se faticoso, da vita a miglior vita; tutto di noi giunge alla presenza di Dio. Se Cristo è risorto, noi non abbiamo più paura della morte; non la amiamo, non la cerchiamo, ci fa piangere e stare male, ma non ci spaventa più.

     Cristo è risorto e noi possiamo permetterci il lusso di non avere ancora compreso tutto, come i discepoli verso Emmaus. Anche noi, come loro, abbiamo bisogno che Gesù ci affianchi lungo il cammino della vita e ci spieghi, perché il nostro cuore e la nostre mente sono pieni di domande, senza risposte.
     Cristo può affiancarsi a noi, se stiamo camminando, magari delusi e tristi, perché non riusciamo a trovare ciò che cerchiamo. L’ha detto Lui: “Chiedete e vi sarà dato;  cercate e troverete, a chi bussa sarà aperto”. L’importante è che siamo per via, non semplicemente seduti a lamentarci.
     Cristo può affiancarci, se non Lo allontaniamo quando, sotto mentite spoglie, ci accosta. Abbiamo bisogno di lasciarci stupire da Gesù; di lasciarci portare su strade, esperienze, incontri che vanno oltre le strade, le esperienze e gli incontri che facciamo abitualmente. San Francesco di Assisi, sarebbe ancora Francesco di Bernardone, se non fosse sceso da cavallo per abbracciare il lebbroso che gli ripugnava. Santa Teresa di Calcutta sarebbe rimasta la degna suora insegnante di un elitario collegio indiano, se non avesse ascoltato la voce che, sul treno, l’ha chiamata a servire i più poveri. Chiara Corbella non avrebbe acceso una luce nella storia, se non avesse accolto, probabilmente con legittima fatica, le malformazioni mortali dei suoi figli e poi, la malattia che l’ha condotta alla morte.
     Signore Gesù, fermati oggi con noi; cammina al nostro fianco. Abbiamo bisogno di lasciarci scaldare il cuore, perché è pieno di paure, di dubbi, di stanchezze. Cerchiamo da tanto un po’ di sollievo, in situazioni dove Tu non sei protagonista; oggi sentiamo di nuovo che, Tu sei il solo che può saziare la nostra fame e la nostra sete. Resta con noi! Scegli Tu il modo.


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