XVI DOM. T.O.
“Sceso dalla barca, egli vide una grande
folla”
(Mc 6,34): se tutta questa gente è accorsa, è segno che è in cerca di qualcuno
che possa dare risposta alle domande, ai bisogni, alle esigenze che porta nel
cuore e, sembra averlo trovato in Gesù. Hanno sentito parlare e hanno visto
come Lui agisce, come guarda e tocca le creature
: è strabiliante, non solo non
evita i peccatori, ma li accoglie, li chiama a essere Suoi discepoli e mangia
con loro; ha a cuore le persone che gli si presentano davanti e non si
preoccupa se è Sabato o giovedì per curarle.
Alcuni giorni fa abbiamo conosciuto l’emorroissa che, a causa del suo
male, non poteva nemmeno presentare offerte al Tempio; le avevano fatto credere
che, anche Dio, quando posava il suo sguardo su di lei vedeva soltanto
un’impura; lei era guarita toccando il mantello del Signore, dopo essere passata
di mano in mano, da un medico all’altro, senza trovare giovamento alcuno, anzi
peggiorando. Questa gente non trova nessuno che sappia dare risposte e, per
questo, si rivolge a Gesù e ai Suoi discepoli.
“Ebbe
compassione di loro, perché erano come
pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose” (Mc 6,34). Ecco
la prima grande novità, Gesù ha compassione
- si utilizza la parola greca «splangna»
che designa le viscere -; la sorte di
queste persone Lo prende talmente in profondità che, la loro fatica Lo
costringe a non girarsi dall’altra parte, ma ad agire. La vera compassione
infatti, non fa versare lacrime, ma muove i piedi e le mani, per tentare di
rispondere al bisogno dell’altro; non è emozione, ma dolore che obbliga.
Perché Gesù prova compassione? Perché si accorge che tutti questi Suoi figli,
non hanno chi li sappia guidare, custodire, curare; chi li sappia guardare con
amore: “Sono come pecore senza pastore”.
Chi sono i pastori sotto accusa? Certamente gli scribi e i farisei che,
seppur in buona fede, sono custodi di regole rigide che diventano armi per
ferire ed escludere; Erode, un re che sa essere forte coi deboli e debole con i
forti che, per far contenta sua moglie, non esita a far uccidere un profeta. Questa
è gente che per “ministero”, dovrebbe avere cura del gregge, ma in realtà è
occupata in tutt’altro. Nei loro confronti le parole di Dio sono molto dure: “Guai ai pastori che fanno perire e
disperdono il gregge del mio pascolo. … Voi avete disperso le mie pecore, le avete
scacciate e non ve ne siete preoccupati; ecco io vi punirò per la malvagità
delle vostre opere” (Ger 23,1s).
Cosa dice a me e te Gesù? E’ pastore il politico, il Vescovo con i suoi
sacerdoti, ma attenzione, tutti noi cristiani siamo pastori, anche se in
maniere differenti: non lo è un genitore nei confronti del figlio o un coniuge
nei confronti dell’altro? Un insegnate verso i propri studenti o un medico per
i suoi pazienti? Qualsiasi uomo verso il suo prossimo? Quando Dio chiese a
Caino dove fosse suo fratello, Gli rispose: “Non lo so. Sono forse custode
di mio fratello?” (Gen 4,9); ebbene nessuno di noi può permettersi il lusso
di questa risposta.
Siamo chiamati a essere pastori e abbiamo il modello nel sommo Pastore:
Gesù. E’ Lui che ci ha mostrato come avere cura gli uni degli altri. Lui non è
un mercenario che si serve delle pecore, che scappa quando arriva il predatore, ma che
porta il Suo amore fino al dono della vita.
Il Signore ci ricorda che, se noi non adempiremo il nostro ministero,
gli uomini e le donne che ci passano accanto, vivranno disorientati,
continuando a soffrire inutilmente e si affideranno al primo che passa e sembra
esser attento ai loro bisogni o li illude di avere soluzioni miracolose per i loro problemi. Tanti
sembrano avere voltato le spalle a Dio: non è forse anche colpa nostra che, a
volte, assomigliamo più agli scribi, ai farisei o a Erode piuttosto che al
Signore Gesù? Girano le spalle non a Lui che non conoscono più, ma a quel Dio
che noi gli facciamo vedere.
Ti ringraziamo Padre per i pastori che hai messo sulla nostra strada; se
oggi siamo qui, è perché qualcuno ci ha condotti; se non vaghiamo in cerca di
una strada buona, è perché qualcuno ci ha indicato Gesù Via, Verità e Vita.
Manda il Tuo Spirito, affinché anche noi, ciascuno di noi, possa essere pastore
buono, come Tuo Figlio, capaci di provare compassione per i fratelli e le
sorelle che incontriamo sul nostro cammino e di indicare loro, con le parole e
con la nostra vita, dove trovare il necessario per un’esistenza piena.
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