Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

venerdì 7 dicembre 2018

Cercami


II AVV.

     “Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza e respirai e, anelo verso di te, gustai e ho fame e sete; mi toccasti e arsi di desiderio della tua pace” (Sant’Agostino,  Le confessioni). Dio fa il primo passo;
ci viene a cercare, non attende che siamo noi a muoverci; Infatti il  “il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. Bussa alla porta, ma non la forza; attende una risposta libera, perché l’amore non ammette imposizione.
     Ecco perché Giovanni Battista grida: “Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!
 Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
” (Lc 3,4ss). E’ come se dicesse: Dio ti sta cercando; lasciati trovare! Elimina ciò che Gli impedisce di raggiungerti. Lui Ti cerca, ma a te tocca scegliere se lasciarti trovare.
     Cosa sono questi burroni, monti e vie tortuose se non l’immagine degli ostacoli che rendono difficile, se non impossibile a Dio di entrare nella nostra casa?
     I burroni sono i precipizi profondi che rappresentano gli abissi della disperazione a cui la vita ci può condurre; le cocenti delusioni, le sofferenze, le paure. Ebbene si, la fatica di vivere può diventare un ostacolo portentoso tra noi e Dio. Forse per questo Lui stesso ha detto: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16,24s). Possiamo stare davanti alla croce e maledirla e, con essa, Dio stesso, oppure prendere questa croce, caricarcela sulle spalle e continuare a camminare, tanto da farla diventare ponte per Dio. Fare si che il grido di dolore spalanchi la porta chiusa. Ascoltiamo il giovane Jacques Fesch: “Era una sera, nella mia cella … . io restavo ateo convinto …  Ora, quella sera, ero a letto con gli occhi aperti e soffrivo realmente per la prima volta nella mia vita con una intensità rara … . Ed è allora che un grido mi scaturì dal petto, un appello al soccorso: Mio Dio, e istantaneamente, come un vento violento, che passa senza che si sappia donde viene, lo Spirito del Signore mi prese alla gola. Non è un'immagine: ho realmente la sensazione che la gola si restringa e che vi entri uno spirito troppo forte per l'involucro che lo riceve.  È un'impressione di forza infinita e di dolcezza che non si potrebbe sopportare troppo a lungo. E a partire da quel momento ho creduto con una convinzione incrollabile” (J. Fesch, Diario intimo)
     Il burrone può esser anche l’immagine dell’abisso a cui ci conduce il peccato.  Stare nel peccato, senza combatterlo, è un ostacolo formidabile alla venuta di Dio. La luce e la tenebra non possono convivere: se entra l’una esce l’altra. Per questo Gesù ha compassione infinita e misericordia per il peccatore, ma non per il peccato che, deve essere combattuto con tutte le forze, perché  Il peccato è come un virus mortale.
     I monti e i colli, invece con le loro altezze sono l’immagine della superbia che conduce all’autonomia, all’indipendenza. L’autonomo non ha bisogno di niente e di nessuno e non si lascerà mai raggiungere da Dio, finché non scoprirà che l’autonomia è una pura illusione. Non ci siamo fatti da soli e non ci compiremo da soli. Scrive il salmista: “L’uomo nella prosperità non comprende, è come gli animali che periscono”; chi si lascia abbagliare dai suoi successi e dalle capacità, rischia di tenere sbarrata la porta  a Dio, anche se va a Messa tutte le domeniche.
     Dentro il cuore dell’uomo ci sono poi dei desideri buoni; ci sono vie che sembrano adeguate a portarci a destinazione, ma più ce ne allontaniamo, se prendiamo una strada sbagliata; e se questa, poi, conduce addirittura in una direzione contraria, la velocità con cui procediamo rende sempre più distante la nostra mèta” (Seneca, La felicità 1): queste sono le strade tortuose. Quando il Signore riesce a entrare nella nostra casa, poi è Lui che ci conduce fuori che, spiana
ogni alta montagna e le rupi perenni, colma le valli livellando il terreno, perché possiamo procedere sicuri e giungere sani e salvi alla mèta.
     “Insegnami a cercarti, e mostrati a me che ti cerco. Io non posso cercarti se tu non mi insegni, né trovarti se tu non ti mostri. Che io ti cerchi desiderandoti, che ti desideri cercandoti, che ti trovi amandoti, e che ti ami trovandoti” (dal Proslogion 1,1).

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