I
AVV.
La verza è una sorta di palla fatta di tante grandi foglie; a volte
quelle esterne sono brutte e fanno pensare che sia tutta da buttare, ma se si
ha la pazienza di ripulirla, si scopre che negli strati più interni è perfetta
e buona da mangiare. Se mi si passa l’esempio non proprio di altissima
teologia
, così è per i testi che si leggono sul giorno della venuta del Signore:
ci si fissa sugli elementi “apocalittici” e non si va al loro cuore. Riascoltiamo le parole di Gesù: “Vi saranno segni nel sole, nella luna e
nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare
e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò
che dovrà accadere sulla terra. Le
potenze dei cieli infatti saranno sconvolte” (Lc 21,25s). Si parla
di angoscia di paura mortale e di sconvolgimenti delle potenze dei cieli, ma è
questo che è importante, oppure: “Quando
cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la
vostra liberazione è vicina» (21,28) o “Ecco,
verranno giorni … nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto”
(Ger 33,14)? Ecco dove è il cuore
delle parole di Gesù: la liberazione e la realizzazione delle promesse di bene
sono vicine.
Di cosa dobbiamo avere paura allora? Della venuta del Signore? Chi Lo
conosce e si stente amato da Lui, come può avere paura? Chi ama, attende con ansia.
Quando arriverà il Signore?
Oggi sembriamo un po’ schizofrenici, per cui viviamo il Natale,
dimenticando che è il Suo Natale. Tutti fan festa e non sanno più perché. Noi
invece facciamo festa perché Lui ha scelto di diventare uno di noi; perché
sappiamo di non essere soli.
Egli verrà definitivamente alla fine della storia, non per distruggere
ciò che c’è, ma per portare tutto a compimento. In quel momento l’incontro
tanto atteso, diventerà anche giorno del giudizio: “il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui,
siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i
popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore
dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora
il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: «Venite, benedetti del Padre
mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del
mondo … poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: «Via, lontano da me,
maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli”
(Mt, 25,31-34; 41).
Gesù però passa oggi, adesso: “Sono
alla tua porta e busso” ci dice. Ora
chiede di essere accolto, di entrare nella nostra esistenza concreta e
profonda, perché ora vuole
realizzare per noi le Sue promesse; ora
vuole liberarci. E’ ovvio, non tutto potrà rimanere uguale, ma ben venga.
Ricordo quando per la prima volta feci l’esperienza travolgente della presenza
del Signore, da lì la mia storia si è divisa tra il prima e il dopo; il mondo
di prima è finito in un istante, per lasciare lo spazio a una novità ancora
tutta da costruire e, quindi, portatrice di preoccupazione. Quando ci si lascia
condurre però, quale bellezza il Signore
può offrire!
“E vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima
infatti erano scomparsi e il mare non c'era più. … «Ecco la tenda di Dio con
gli uomini! Egli abiterà con loro ed
essi saranno suoi popoli ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio. E
asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né
lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate». E Colui che sedeva
sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose» (Ap 21,1;3s). Ogni
passaggio che porta una novità ci crea ansia, ma se abbiamo il coraggio di
accoglierlo, potrebbe portare con sé grandi cose. Al contrario se ci lasciamo
bloccare dalla paura, rimaniamo fermi con il rischio di non permettere a Dio di
scrivere le Sue meraviglie nella nostra vita.
L’Avvento diventa così, non solo il tempo dell’attesa della festa del
Natale, ma anche un momento prezioso in cui impariamo a vivere, a non lasciarci
spaventare dalla novità. Possiamo imparare a lasciarci condurre su vie mai
percorse.
Vieni Signore, bussa ora alla mia porta. Non lasciarmi chiuso dietro le
mie paure e i miei progetti illusori. Aiutami ad aprirTi, “Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Guidami
nella tua fedeltà e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza”.
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