XXVII DOM. T.O.
“Aumenta
la nostra fede”
(Lc
17,6). Cos’è la fede? Ascoltiamo cosa dice l’apostolo Giacomo:
“Tu
credi che c’è un Dio solo? Fai bene; anche i demòni lo credono e
tremano!
“
(Gc
2,19).
Il
primo riconoscimento di Gesù Cristo come figlio di Dio nel Vangelo
non è quello di san Pietro o degli altri Apostoli,
ma dell’indemoniato di Cafarnao che,
nella sinagoga di quella città un dice: «Io
so chi sei tu, il Santo di Dio»;
non
dimentichiamo poi con quale precisione Satana cita la Scrittura, dopo
i quaranta giorni nel deserto di Gesù – sembra un autentico
biblista -. Non
abbiamo bisogno della fede dei demòni. Sapere e tremare, non è
certo ciò
che
il
Signore desidera da noi.
Siamo
dei figli, non dei sottomessi.
Di
fatto si può credere, ma non avere fede; si
può essere praticanti, e
nel contempo non avere fede.
I
satanisti credono nella presenza reale di Cristo nell’Eucaristia,
più di tanti di
coloro che vanno a Messa regolarmente -
tant’è che fanno di tutto per profanarla -, ma non hanno fede.
La
fede “demoniaca” è fatta di concetti conosciuti, ma che non
diventano vita; che non producono conseguenze pratiche; che
non edificano il Regno di Dio, ma piuttosto quello dell’Anticristo.
Per questo l’apostolo Giacomo, con grande chiarezza dice: “A
che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha le
opere? Quella fede può forse salvarlo? …
Al
contrario uno potrebbe dire: «Tu hai la fede e io ho le opere;
mostrami la tua fede senza le opere, e io con le mie opere ti
mostrerò la mia fede». …
Insensato,
vuoi capire che la fede senza le opere non ha valore? …
Vedete:
l’uomo è giustificato per le opere e non soltanto per la fede. …
Infatti
come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le
opere è morta” (Gc
2,16ss).
La
fede nasce e cresce, quando dal credere si passa alla fiducia. Alla
fiducia, però si giunge solo grazie a un incontro personale,
estremamente concreto e tangibile. Il
Signore ci cerca e ci attende, per incontrarci e parlarci faccia a
faccia; toccarci e ascoltarci. Non sta in cielo, lontano, ma è là
dove noi siamo: nella nostra cucina, alla cassa del supermercato dove
stiamo attendendo il nostro turno, a scuola, lungo la strada, sul
treno, ecc … Quando
ci si fida di Dio, solo allora ci si lascia condurre e condizionare
da Lui. Con
questa fede Dio cambia la storia personale e, quindi quella del
mondo. L’uomo
e la donna che accolgono Dio, diventano la porta che Gli consente di
entrare nella storia. E’
questa fede che rende possibile l’impossibile.
Non pensiamo subito a miracoli o
fenomeni straordinari, bensì:
-
alla capacità di amare senza risparmio di sé: Padre Lino da Parma;
-
al dono del perdono a chi ci fa molto male: mogli tradite;
-
al dono della vita, fino a preferire il martirio, pur di non
rinnegare Dio: monsignor Romero;
-
alla forza per vincere le tentazioni più potenti: San Francesco per
ben due anni dovette lottare;
-
alla capacità di rimanere fedeli alla propria vocazione, costi quel
che costi, senza scappare sempre;
-
alla libertà per la quale non ci si fa dominare da niente e da
nessuno, contrario a Dio: Leone di Munster, vescovo Von Galen.
Queste sono le montagne che
possiamo spostare, se abbiamo fede.
Perché
gli Apostoli chiedono di aumentare la loro fede? Per rinviare a quel
momento le scelte necessarie?
Per avere una scusa per non dovere agire qui e ora? Sono forse come
coloro che dicono di voler aspettare il
futuro, quando le condizioni saranno più adeguate,
per iniziare a pregare o per fare del bene? Non
c’è scusa che tenga: comincia ora, con la fede che hai, quella
basta, se è autentica.
Ora,
Signore Dio nostro, non Ti chiediamo più: “Aumenta la nostra
fede”, perché a Te non interessano le quantità, ma Ti diciamo:
“Mostraci il Tuo volto”, aiutaci a riconoscere il Tuo profumo, il
rumore dei Tuoi passi, il tono della Tua voce. Tutto questo ci
ferisca il cuore, lasciando un segno indelebile che, trasformi dal di
dentro la nostra esistenza, producendo frutti di vita nuova.
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