I DOM. QUAR.
«Per
la prima volta, ... dopo Gesù, abbiamo visto, sotto i nostri occhi,
... sorgere un mondo nuovo ...; una società nuova formarsi ...; la
società moderna, il mondo moderno; un mondo, una società
costituirsi, o almeno assemblarsi, (nascere e) crescere, dopo Gesù,
senza Gesù … e
ciò che è più tremendo, amico mio, non bisogna negarlo, è che ci
sono riusciti» (Charles
Peguy,
Veronica.
Dialogo della storia con anima carnale).
Queste
parole sono state scritte nel 1912, quando
ancora qualcuno
poteva illudersi
che il mondo, almeno
quello europeo,
fosse cristiano (in realtà tre anni dopo è
esplosa
in
terra “cristiana”
la Ia
Guerra mondiale che ha provocato la morte di oltre 15.000.000 di
persone).
Perché
parto con una citazione di questo genere? Perché la causa di tutto
ciò va cercata lontano. La parola di Dio ci svela l’origine della
società senza Cristo.
Essere
tentati non dipende da noi, ma accogliere o resistere alla
tentazione, sì. Essere
tentati, non significa essere peccatori. San
Francesco scrive a fra Rufino suo compagno, tentato dal demonio,
apparso sotto le sembianze del Serafino:
«quando
il demonio ti dicesse più: Tu se’ dannato, sì gli rispondi: Apri
la bocca; mo’ vi ti caco. E questo ti sia segnale, ch’egli è il
demonio e non Cristo, chè dato tu gli arai tale risposta,
immantanente fuggirà. Anche a questo cotale dovevi tu ancora
conoscere ch’egli era il demonio, imperò che t’indurò il cuore
a ogni bene; la qual cosa è proprio suo ufficio: ma Cristo benedetto
non indura mai il cuore dell’uomo fedele, anzi l’ammorbida,
secondo che dice per la bocca del profeta: Io
vi torrò il cuore di pietra e darovvi il cuore di carne
(Ez
36,26)»
(San
Francesco d’Assisi, Fioretti,
XXIX).
Gesù
stesso
è
stato tentato durante tutta la Sua esistenza terrena, esattamente
come ciascuno di noi, perché in quanto vero uomo, oltre che vero
Dio, nulla Gli è stato risparmiato della nostra condizione umana.
Cosa
significa essere
tentati (da tentum,
cercare di prendere, trattenere, tenere)?
Forse una manifesta chiamata a fare il male? Per niente. Il maligno,
usando l’astuzia, entra in un dialogo intimo con il nostro cuore,
non però
per
farci conoscere le cose nella verità, bensì, al contrario, per
confonderci.
Dio
dice all’uomo: «Tu
potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino,
ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi
mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente
dovrai morire»
(Gen 2,16s); il serpente invece: «È
vero che Dio ha detto: «Non
dovete mangiare di alcun albero del giardino»?»
(3,1). E’
un dialogo che ha come fine unico, portare fuori, allontanare e
disorientare. La
tentazione, con tutte le sue molteplici manifestazioni non ha altro
fine che questo: distogliere l’essere umano dalla realizzazione del
progetto di Dio. La
tentazione ha il solo fine di ROVINARE e SPORCARE la bellezza voluta
da Dio per l’uomo.
Fateci
caso, non c’è legge o proposta antiumana che non venga presentata
sotto una luce che non le appartiene. Hanno
inventato persino una “neolingua”, voluta
da chi stravolge il mondo, perché non ci si accorga di ciò che il
“nuovo mondo” propina.
Persino
Hitler, prima di dare via libera alle sue diaboliche opere, ha
cercato di ammantarle di luce: “Anche
Satana si maschera da angelo di luce”
(2Cor
11,14).
Il
tentatore usa la Parola di Dio per ingannare Gesù. Questo significa
che si può fare un uso diabolico della Parola, quando la si legge a
proprio suo uso e consumo, piegandola ai propri interessi. La Parola
non provoca più
alla
conversione, ma è piegata per confermare le scelte già fatte e
per sentirsi giustificati a non cambiare. Invece
di “inquietare” la coscienza, la Parola l’addormenta. La
parola diventa “complice” di una vita non evangelica quando,
invece di portarci e mantenerci sulla strada tracciata da Dio, ci
conduce per altre vie alternative.
Gesù
smaschera questo abuso della Parola sacra e
non
cade nel tranello. Ecco
allora che, tornando all’inizio del nostro discorso, la società
senza Cristo è nata e cresce, laddove degli uomini e delle donne, si
sono lasciti convincere che solo dall’autonomia da Dio, concorrente
dell’uomo, può venire il bene per l’uomo stesso. Tutte le
scelte, di conseguenza, diventano opzioni per realizzare questo
progetto di autonomia: Dio non è più l’unico Creatore, perché
l’uomo è creatore di se stesso
(fecondazione artificiale; contraccezione; teoria del gender); non è
più Signore della vita, perché
l’uomo vuole decidere della vita
(pena di morte; aborto; deriva eutanasica); non
è più Signore della vocazione, perché
ognuno vuole decidere da sé
(convivenza).
Padre
mio, mi abbandono a Te,
fa’
di me ciò che ti piace; qualunque cosa tu faccia di me, ti
ringrazio.
Sono
pronto a tutto, accetto tutto,
purché
la tua volontà si compia in me e in tutte le tue creature;
non
desidero niente altro, mio Dio.
Rimetto
la mia anima nelle tue mani, te la dono, mio Dio,
con
tutto l’amore del mio cuore, perché ti amo.
Ed
è per me una esigenza di amore il donarmi, il rimettermi nelle tue
mani, senza misura,
con
una confidenza infinita,
perché
tu sei il Padre mio.
(Charles
de Foucauld)
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