Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 15 marzo 2020

«Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui»

III DOM. QUAR.

Desidero che la Parola, quella che il Signore Gesù continua a pronunciare a ciascuno di noi personalmente, possa accompagnarci in questo momento così particolare.
«Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero» (Gv 4,16ss). Questi versetti, probabilmente non sono centrali all’interno di questo bellissimo testo, ma parto da qui, perché hanno attratto l’attenzione del mio cuore.

Questa donna, abituata all’esclusione, proprio perché donna e samaritana, ha affidato se stessa a un uomo dopo l’altro. Immagino i giudizi su di lei. Ogni tempo porta con sé la triste abitudine di giudicare i fatti, senza cercarne le ragioni, non per giustificarli, ma per capirli. Dietro tante scelte sbagliate ci sono domande vere e, cuori buoni incapaci di prendere la strada giusta; persone che attendono solo qualcuno che li prenda per mano e li accompagni sulla via buona.
Chissà, forse questa donna, non è semplicemente una poco seria, ma una creatura affamata d’amore.
In lei, vedo noi; la nostra umanità così confusa e disorientata, tanto più oggi che siamo colpiti da questo infido virus. In lei vedo uomini e donne che passano “da un marito all’altro”, in cerca di qualcosa di vero e profondo, non trovando altro che delusione e ulteriore senso di fallimento. A lei, come a noi, si avvicina Gesù. Pur sapendo molto bene cosa combiniamo, non viene per giudicarci, ma per portarci fuori dal nostro fallimento. Ci raggiunge dove siamo: non gli importa né l’ora né il luogo, basta che ci siamo noi. Anche il posto più infame, non gli impedisce di raggiungerci.
Egli si offre, come risposta alla nostra sete più profonda. Non gli basta soddisfarci per un istante, come tante delle proposte effimere che ci vengono offerte quotidianamente; Egli vuole saziarci.
Questi giorni  stanno mostrando, a chi è attento, in maniera inequivocabile, cosa è essenziale e cosa relativo. Sono giorni drammatici, perché molti stanno soffrendo; ma sono anche  preziosi, perché possono insegnarci a convertirci, nel senso di iniziare a percorrere davvero una strada nuova. Finito tutto questo, se torneremo a essere quelli di prima; se le nostre città saranno condotte dagli stessi criteri e logiche, significherà che tutto è stato inutile. Ogni morte, ogni sacrificio, saranno stati vani.
Il Signore è qui, ci dà un’altra occasione; ancora ci offre acqua viva e non semplicemente acqua stagnante: a noi la scelta.
Questo Coronavirus passerà, lascerà dietro di sé tanto dolore, ma passerà; mentre chiediamo al Signore, per intercessione di Sua Madre, di vincerlo, Gli chiediamo di combattere il virus più pericoloso, quello che continuerà a cercare di infettarci: l’indifferenza verso l’unico che può dare senso pieno alla nostra vita.

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