Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 22 novembre 2020

Cristo è davvero il re?

 

Cristo Re dell'universo 

Molte volte diciamo che la parola di Dio è difficile, che non la capiamo, così che ci sentiamo quasi autorizzati a non metterla in pratica, ma oggi, mi pare evidente che non c'è nessuna difficoltà; è una parola chiarissima che richiede solo di essere realizzata: “Avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere ero nudo e mi avete vestito, ecc ..”. Ecco una parola che non richiede spiegazioni se non  un'interpretazione un po' più ampia. Fame non è solo di chi non ha da mangiare, certo anche questo. La settimana scorsa ho fatto un giro con i ragazzi di Saluzzo Migranti e siamo andati a visitare alcuni luoghi dove vivono alcuni di questi ragazzi senzatetto; vivono in condizioni davvero pietose, pressoché all'aperto e non tutti hanno da mangiare.  Non possiamo però limitarci a questo. C'è un’umanità affamata di attenzione: ci sono persone che vivono una solitudine tremenda che, forse per il momento, è la vera malattia del nostro tempo. La solitudine, il sentire di non appartenere a nessuno, sapere che esserci o non esserci non fa la differenza per l'ambiente dove viviamo; sentire quasi di non esistere. Allora sfamare, significa anche non solo dare un cibo materiale, ma aiutare le persone a uscire dalla loro solitudine, a fare percepire loro un amore tenero. La grande sfida oggi è quella della tenerezza, diventare teneri fratelli per gli uomini e le donne che incontriamo. 

La sete: certamente di acqua, ma non solo; c'è sete di verità, di qualcuno che aiuti a trovare un senso alla vita. Seneca, filosofo più o meno contemporaneo di Gesù, in un suo testo molto bello, La Felicità, dice che tutti cercano la felicità, ma non ne conoscono la strada. Quanto è vero! Le nostre città sono piene di persone che vanno in cerca di un bene che gli manca, ma imboccano strade sbagliate inadeguate quantomeno. Lo stesso autore dice che, quando si imbocca la strada sbagliata invece di arrivare a destinazione,  più si percorre questa strada e più ci si allontana dalla meta. Tante, troppe persone, percorrendo le strade della maggioranza, invece di trovare la felicità, perdono vita. Soprattutto molti non sanno più che Cristo è la via vera della vita che, il Vangelo, è la risposta al desiderio più profondo dell'uomo. C’è un bisogno estremo di qualcuno che diventi sorgente alla quale gli uomini e le donne possono abbeverarsi. 

La nudità: certamente dei vestiti. Il nostro è un mondo strano, perché c'è chi butta via indumenti nuovi belli e chi, invece vestiti non li ha.C'è però anche la nudità dovuta alla perdita della propria dignità.

Ci sono i carcerati. Ovviamente sono gli uomini e le donne che commettono dei reati e quindi vengono rinchiusi, ma anche chi è schiavo, prigioniero del proprio peccato. Anche se oggi si crede che il peccato non esista, esso fa sempre male all'uomo.  In greco, “peccato”, si dice “amartìa, termine sportivo che si riferisce quando, “tirando con l’arco, si sbaglia il colpo”, e significa per noi, strada sbagliata, obbiettivo sbagliato. In ebraico, “peccato” si dice “khedìe/khata, cioè “trauma” blocco causato da gravi turbamenti. Rimettere i peccati vuol dire “guarire da un trauma. Allora se il peccato è fallimento e trauma e non fa mai bene, c’è bisogno di uomini e donne che aiutino i fratelli e le sorelle a guarire e a centrare il bersaglio. Cristo è la cura, Cristo del medico. 

Edificare il regno di Dio, è permettere a Cristo di  operare nella nostra storia, facendo sì che non ci siano uomini che mangiano troppo e altri che non mangiano niente; impedire che ci siano persone che vengono uccise dalla solitudine; fare in modo che ci siano persone che possono dissetare la loro sete, ma anche che trovano qualcuno che gli indica la via la pienezza, il compimento e la realizzazione; che ci siano sempre meno uomini e donne che prestano la propria mano al male, fino a dover essere rinchiusi, ma anche che il peccato faccia sempre meno vittime e ci siano sempre più persone libere dalla sua forza, perché come dice la Scrittura ciascuno è schiavo di ciò che lo ha vinto;  che ci siano persone che recuperano la loro dignità e che non vengono considerate di serie B o scarti. 

Se noi collaboreremo a questo progetto, anche a noi il Signore dirà: “Venite benedetti  del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo. Altrimenti se avremmo pensato solamente a noi stessi, se avremo evitato di farci carico della fatica dell'altro, ci sentiremo dire: “Via lontani da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi  angeli

Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.  Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome?  Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità” (Mt 7,21ss).




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