Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

venerdì 14 agosto 2009

XX DOMENICA T.O. 2009

“Mens sana in corpore sano”: si tratta di una locuzione latina, che sottolinea come fin dall’antichità ci fosse la consapevolezza della profonda unità tra il nostro corpo e la nostra mente. Il significato di questo detto di Giovenale (55/60- 127 d.C.) è che, un corpo sano e in salute aiuta la mente a dare il meglio di sé.
Possiamo riconoscerci in questa affermazione? Si e no.

Si, perché è indubbiamente vero che quando il nostro corpo è sano e allenato ne risente positivamente anche l’umore e l’attività intellettiva; no, perché non è sempre vero che se il corpo è sano, sana sia anche la mente. Ci sono migliaia se non milioni di persone con un corpo sano e curato, profondamente infelici o demotivate.
Oltre alla mente sana in un corpo sano, vale anche il contrario, se la mente è sana, sano è anche il corpo. La medicina ha dimostrato che alcune malattie hanno un’origine psichica, cioè uno stato emotivo negativo che produce un effetto fisico: ulcera, cefalea, psoriasi …
Questo ci dice che corpo e mente/psiche, hanno bisogno di essere entrambi curati e nutriti in ugual misura, perché se una è in crisi, facilmente ne risentirà tutto il resto.
Noi però siamo cristiani e, quindi, consapevoli di essere un corpo, con una psiche, ma anche un’anima. Non so se sia pienamente corretto definirle così, ma mentre la psiche mi mette in relazione con me stesso, l’anima è la parte capace di stare in relazione con Dio.
Chiaramente queste tre parti non sono separabili, perché formano un tutt’uno: senza corpo sarei un angelo (e quindi non un essere umano); senz’anima sarei un animale o un vegetale (quindi non un essere umano).
Come il corpo e la psiche, anche l’anima ha bisogno di aria, di cibo e di acqua, perché senza, soffre. Non illudiamoci, se l’anima non è nutrita, se non si risponde alla sua esigenza di relazione con Dio, vi saranno ripercussioni sul nostro essere, così come il corpo denutrito e la mente assetata lasciano segni evidenti nella nostra esistenza. Quali frutti lascia l’anima anoressica? Peccato, mancanza di speranza, incomprensione della storia, una visione astratta e fredda di Dio che, diventa un vago essere lontano e sconosciuto; infelicità, ....
La Sapienza ci invita alla sua mensa e ci offre il suo cibo. Abbiamo bisogno di diventare sapienti (da sàpere = avere sapore):


Quanto amo la tua legge, Signore;
tutto il giorno la vado meditando.
Il tuo precetto mi fa più saggio dei miei nemici,
perché sempre mi accompagna.
Sono più saggio di tutti i miei maestri,
perché medito i tuoi insegnamenti.
Ho più senno degli anziani,
perché osservo i tuoi precetti.
… Quanto sono dolci al mio palato le
tue parole:
più del miele per la mia bocca.
Dai tuoi decreti ricevo intelligenza,
per questo odio ogni via di menzogna (Salmo 119).

La nostra anima per poter agire su tutta la nostra persona ha bisogno di nutrirsi di Gesù Cristo: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna … rimane in me e io in Lui … vivrà per me” (Gv 6,54-57). Chi “mangia” Cristo eucaristia e Cristo Parola, vivrà più pienamente oggi e in eterno domani.
Come il nostro stomaco ci avvisa quando ha bisogno del cibo e la gola è riarsa quando ha sete e sentiamo malessere per tutto questo, aiutaci a riconoscere Signore i segni della fame e sete della nostra anima. Aiutaci ad avere l’evidente certezza che non ci può essere un corpo sano e una mente sana, se l’anima è abbandonata a se stessa.

Nessun commento:

Posta un commento