Nell’anno 2009 sono stati uccisi 37 operatori pastorali: 30 sacerdoti, 2 religiose, 2 seminaristi, 3 volontari laici, sono quasi il doppio rispetto al precedente anno 2008, ed è il numero più alto registrato negli ultimi dieci anni.
Tra i sacerdoti uccisi in Brasile figurano lo spagnolo Ramiro Ludeña, noto come “padre Ramiro”, che lavorava da 34 anni in un'associazione di sostegno ai bambini e ai ragazzi di strada, ed è stato ucciso proprio da un giovane di 15 anni per rapina.
Nella lista c'è anche il missionario Fidei donum italiano don Ruggero Ruvoletto, ucciso nella sua parrocchia da cui erano stati rubati una cinquantina di Real (circa diciannove Euro).
Don Evaldo Martiol, assassinato da due giovani, vittima di un furto finito in omicidio. “Il suo metodo di evangelizzare era l’amicizia”, ha ricordato il Vescovo durante i funerali.
Padre Gisley Azevedo Gomes, CSS, Assessore nazionale della Sezione Giovani della Conferenza Episcopale Brasiliana (CNBB), è stato ucciso da alcuni giovani che lo hanno prima derubato e poi ucciso.
La Colombia, con 5 sacerdoti ed 1 laico uccisi, è al secondo posto. Tutti i sacerdoti sono rimasti vittime di furti finiti tragicamente.
In Messico sono stati uccisi un sacerdote e due seminaristi: mentre si dirigevano a una riunione di pastorale vocazionale, il loro veicolo è stato raggiunto da un altro, sono stati fatti scendere e colpiti a morte con armi da fuoco.
Particolare commozione ha suscitato anche la morte violenta a Cuba di due sacerdoti spagnoli: don Eduardo de la Fuente Serrano, morto in seguito ad un accoltellamento subito in una strada alla periferia della capitale, e don Mariano Arroyo Merino, ucciso nella sua parrocchia. Il suo corpo era ammanettato, imbavagliato e parzialmente bruciato.
L’unica religiosa uccisa nel continente è Suor Marguerite Bartz, delle Suore del Santissimo Sacramento per gli Indiani e i Negri (SBS), uccisa nel suo convento di Saint Berard, nella zona dei Navajo, nel Nuovo Messico (Stati Uniti d’America). La religiosa era conosciuta per essere una donna da sempre appassionata della ricerca della giustizia e della pace.
Il secondo continente di questa lista di sangue è l'Africa, dove hanno perso la vita in modo violento 9 sacerdoti, 1 religiosa ed 1 laico, nella Repubblica Democratica del Congo, in Sudafrica, in Kenya ed in Burundi.
Nella martoriata Repubblica Democratica del Congo, dove la Chiesa e la popolazione locale sono oggetto da lungo tempo di brutalità e continue violazioni dei diritti umani, hanno trovato la morte 2 sacerdoti, 1 religiosa e 1 operatore laico della Caritas.
Sia don Jean Gaston Buli che don Daniel Cizimya Nakamaga sono stati uccisi da sconosciuti penetrati durante la notte nella loro abitazione, molto probabilmente per rubare, rispettivamente a Bunia e a Kabare.
Suor Denise Kahambo Murahirwa, monaca trappista, è stata uccisa da uomini armati in uniforme che sono entrati nel monastero di “Notre Dame de la Clarté” a Murhesa, 20 chilometri da Bukavu, poi fuggiti senza rubare nulla.
Il giovane congolese Ricky Agusa Sukaka, operatore della Caritas, è stato ucciso a Musezero, nel nord Kivu, da due uomini che indossavano uniformi dell’esercito.
Due i sacerdoti sono stati uccisi in Asia nel 2009. In India don James Mukalel è stato trovato morto nei pressi di Mangalore, stato del Karnataka, nell’India meridionale, probabile vittima di violenza anticristiana, dato che in precedenza nell’area si erano verificati alcuni casi di attacchi di integralisti.
Nelle Filippine don Cecilio Lucero, difensore dei più deboli e impegnato per la tutela dei diritti umani, è stato ucciso da un gruppo di uomini armati, nella provincia del Nord Samar, a sud della capitale, Manila.
L’unico sacerdote ucciso di cui si ha notizia è don Louis Jousseaume, aggredito e assassinato nella canonica di Egletons, diocesi di Tulle (Francia), dove era parroco. Impegnato anche nel mondo dell’handicap, è stato ucciso proprio da uno di questi emarginati squilibrati di cui si prendeva cura.
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