Queste mie parole riguardano coloro che hanno partecipato all'Eucaristia celebrata da me ieri sera. Mi è stato chiesto se nella mia omelia ho voluto dire che mi arrabbio quando qualcuno in difficoltà mi chiede un parere e un aiuto.
Mai ho pensato una cosa del genere, per cui se qualcuno ha inteso questo, mi scuso per essermi spiegato male. Un sacerdote che pensasse e agisse così, avrebbe bisogno di ripensarsi un po' alla luce di Cristo.
Cosa intendevo dire?
Leggendo l'omelia qui sul blog, credo si possa comprendere. In due parole, però, posso fare una sintesi. Da noi sacerdoti, giustamente, vengono persone a chiedere aiuto e consiglio; noi sacerdoti, però, possiamo camminare CON le persone e NON AL POSTO delle persone. Ognuno deve camminare personalmente se vuole tentare di uscire dalle fatiche della vita. Il sacerdote può accompagnare, stare vicino, sorreggere, pregare, piangere insieme, ma non di più.
Se ognuno non fa quanto può, difficilmente il sacerdote potrà essergli d'aiuto.
Mai ho pensato una cosa del genere, per cui se qualcuno ha inteso questo, mi scuso per essermi spiegato male. Un sacerdote che pensasse e agisse così, avrebbe bisogno di ripensarsi un po' alla luce di Cristo.
Cosa intendevo dire?
Leggendo l'omelia qui sul blog, credo si possa comprendere. In due parole, però, posso fare una sintesi. Da noi sacerdoti, giustamente, vengono persone a chiedere aiuto e consiglio; noi sacerdoti, però, possiamo camminare CON le persone e NON AL POSTO delle persone. Ognuno deve camminare personalmente se vuole tentare di uscire dalle fatiche della vita. Il sacerdote può accompagnare, stare vicino, sorreggere, pregare, piangere insieme, ma non di più.
Se ognuno non fa quanto può, difficilmente il sacerdote potrà essergli d'aiuto.
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